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TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/09/08 DAL BENEMERITO SCHRAMM
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Schramm 12/09/08 18:44 - 3495 commenti

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Sorta di neo-nouvelle vague che si macchia di melodrammone quando fa il suo ingresso in platea sua maestà l'aids, che si porta via tutta la spensieratezza della prima parte, ma senza tuttavia lambire la tragedia che il tema e la situazione sono tenuti a convocare ed accollare, tenuta sempre fastidiosamente in punta di forchetta. Scontata l'intensità di Blanc, i 115 pesantissimi minuti di un regista che non sa da che parte voltarsi non lasciano addosso niente di niente di niente.

Lucius 13/02/10 20:37 - 3015 commenti

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Questo film si divide in due parti. La prima è caratterizzata dalle tonalità della commedia: Techiné è bravo a delineare i personaggi e a mostrare allo spettatore le sfaccettature, anche le più nascoste degli stessi; nella seconda parte invece subentra il dramma dell'Aids. Per quanto educativo e "apriocchi", in stile Le fate ignoranti, spiace constatare che taluni talentuosi registi siano cosi coinvolti emotivamente con l'Aids da occuparsene col proprio lavoro. Resta un film apprezzabile e moderno.

Pigro 14/12/10 10:24 - 9677 commenti

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Quel ragazzo è esistito: lo testimoniano coloro che l'hanno conosciuto. E come lui tanti ragazzi uccisi dall'Aids in quei primi anni 80: lo testimonia questo film. I sorrisi, gli amori, la vita del ragazzo gay incontrano un maturo amico a cui non si concede, un poliziotto bisex e una scrittrice che rifiuta il ruolo materno: storie che il caso incrocia con effetti inattesi e che servono per raccontare in modo lieve, impietoso e pure toccante l'epoca dell'arrivo della malattia. Un film testimonianza che ci chiede di condividere la memoria.

Paulaster 13/05/21 09:39 - 4431 commenti

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Giovane ragazzo ha una relazione con un ispettore di polizia. La divisione in capitoli temporali riassume l'avvento dell'Aids in Francia. Disimpegnato e frivolo nella prima parte, parla poi dell'umana paura di morire. Didascalico con la voce fuori campo come se fossimo in un romanzetto che racconta di varie promiscuità, pecca ulteriormente nelle musiche già sentite in "The hours". Chiusura che evita moralismi ma che fa apparire il tema dei "rischi sessuali" come fosse un flagello passeggero.
MEMORABILE: Il salvataggio dall'annegamento; La foto incorniciata; Il bebè parcheggiato costantemente dai nonni.

Daniela 20/05/22 14:33 - 12673 commenti

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Giunto a Parigi, il solare Manu va a vivere insieme alla sorella in un hotel equivoco, suscita l'amore di un medico di mezz'età, ha una relazione con un poliziotto marito di una scrittrice di fiabe... Una vita in leggerezza, messa a rischio da un morbo sconosciuto che si sta allora diffondendo in Europa... Téchiné dirige un film a tema AIDS meno coinvolgente del previsto in quanto l'impatto emotivo è smorzato da divagazioni inutili e tardivi intenti didascalici. Quanto ai personaggi, questi "testimoni" sono troppo egocentrici per riuscire a farci sentire partecipi del dramma di Manu.
MEMORABILE: Il neonato piange disperato ma la madre non lo può sentire perché quando scrive ha bisogno di isolarsi; Il salvataggio in mare.

Occhiandre 22/06/22 20:06 - 158 commenti

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Film di sottile denuncia sul pregiudizio verso i malati di AIDS. Proprio il tono smorzato riesce ancor più a sottolineare l'abominio e la disumanità del meccanismo a incastro di una tragedia evitabile. Il medico meschino che compra l'intimità col protagonista ospitandolo in casa, sapendo (forse?) di essere sieropositivo. Il poliziotto che anziché difendere seduce e abbandona. La donna, intellettuale e madre, che anziché nutrire "avvelena" con l'indifferenza e l'opportunismo. Un trio mefitico di "testimoni" che passa inosservato forse anche agli occhi degli spettatori meno attenti.
MEMORABILE: La scena di seduzione del poliziotto; Il pianto ignorato; La foto dell'ormai defunto protagonista nascosta dal medico all'arrivo di un nuovo "ospite".

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  • Curiosità Schramm • 12/09/08 18:46
    Scrivano - 7694 interventi
    La canzone che i protagonisti ballano nella prima parte del film è I'm a Lover di Carmen Russo, sigla d'apertura del varietà d'avanspettacolo stracultissimo Risatissima
  • Curiosità Lucius • 10/06/13 23:29
    Scrivano - 9051 interventi
    La frase cult:
    "Quanti anni hai?"
    "Io sono come Dalida, ho due volte 18 anni".