Sulla scia di altre fiction (e di ennesimo format straniero) anche qui è in scena una famiglia allargata alle prese con la vita di tutti i giorni, con in più l'elemento della romanità accentuata. Gradevole con tutti i limiti della fiction italiana: questioni de core, volemose bene, tutto finisce a tarallucci e vino. Protagonista mancante nei credits la Garbatella, quasi una città a sè rispetto a Roma. Colorato.
MEMORABILE: Il tormentone Eva-Marco... cosa succederà?
Onore e gloria per questa serie che, battendo Sanremo quest'inverno (inizio 2008), è riuscita ad arrivare la dove solo il Grande Fratello osò nel 2004. Tutto questo successo però è un po' ingiustificato, essendo la solita fiction italiana per teledipendenti alla Medico in famiglia. Quel quid in più probabilmente è dato dalla spiccata romanità della serie... Amendola è il più simpatico, Fassari il più attore mentre Rudi il più "futuribile" tra i ragazzi.
Pattume. Quel poco (per fortuna) che ho visto della prima e della seconda, mi basta per farmi odiare alla follia questa serie. Attori non bravi (i giovani fanno pena e anche i veterani non sono un granchè, giusto la doppiatrice Rita Savagnone). Storie in linea con l'adolescenza di oggi. Pessimo, pessimo, pessimo.
Incomprensibile il grande successo popolare di questa serie televisiva se non rapportandoci alla mediocrità "media" dei prodotti attualmente sugli schermi televisivi. A forte connotazione regionale (laziale in questo caso) ed adoperando un paio di volti noti bisognosi di rimpinguare i conti correnti si assiste ad episodi che si contraddistinguono per la sciatteria della sceneggiatura e un impegno ai minimi sindacali di tutte le maestranze coinvolte. Quale abisso siderale rispetto alle grandi serie made in USA !!!
Pessima serie tv, quintessenza della mediocrità nazional-popolare e per questo di ovvio successo. Banale, con umorismo di bassa lega (Marco ce l'ha piccolo, no ce l'ha lungo ecc... ma dove siamo all'asilo?), ostentazione continua dell'ormai inflazionatissimo accento romano, attori anche bravi ma che gigioneggiano spensieratamente sul set (Amendola e Fassari). Non si salva nulla, nemmeno l'orrida sigla...
Ehm... esiste il mezzo pallino? Perchè per questa ripugnante fetenzia non credo sia abbastanza negativo il pallino unico. Non trovo neppure le parole per definirla! Fassari interpreta il suo personaggio più odioso e non gli è da meno Tortora. C'è persino Rita Savagnone, celebre doppiatrice, ex-moglie di Ferruccio e madre di Claudio Amendola, ridotta davvero male in tutti i sensi. Mi spiace solo per Elena Sofia Ricci, bella e simpatica, oltre che bravina come attrice. In definitiva, un ignobile pattume, da non prendere neppure in considerazione.
Inutile fiction che ci si poteva benissimo risparmiare! La vita di tutti i giorni di una famiglia allargata non interessa e i problemi che persistono ogni puntata sono prevedibili quanto poco credibili. Di positivo c'è solo la presenza di attori come Amendola, Ricci e Tortora, ma che comunque non riescono a far decollare la serie. Pessimo, superfluo e... osceno!
Premesso che non ho mai digerito né le produzioni tv moderne né Amendola... questa serie è davvero insopportabile. Piatta, banale, stereotipata al massimo; al suo confronto anche il pessimo Medico in famiglia diventa un capolavoro. Attori indescrivibili e per dare il colpo di grazia... pure la colonna sonora è irritante. Robaccia.
Tratto da un monocorde format spagnolo (da cui è stato tratto anche Un medico in famiglia), I Cesaroni è l’ennesima fiction che racconta gioie e dolori di una famiglia allargata composta da stereotipati ruoli dotati di straordinaria vivacità fastidiosamente di maniera. Puntate che narrano (in romanesco, lingua ormai adottata nel nostro cinema per prassi) di ovvietà spesso disarmanti e da una sceneggiatura atta a compiacere senza alcuna pretesa.
Accettabile fino a un certo punto, una fiction che regge sono per le prime due serie, ma successivamente scade nel ridicolo. Ottimo Tortora, bravi comunque Amendola e Fassari, i quali tuttavia svolgono il loro compitino senza eccellere. Molto divertenti gli episodi con la presenza "straordinaria" di Alessandro Gassman. La cosa peggiore della fiction? Di sicuro tutte le sequenze della Mastronardi e di Branciamore, a dir poco patetici e corrosivi, una vera tortura.
Serie televisiva piuttosto simpatica e solare grazie alla presenza di Amendola, Fassari e Tortora e delle gustose Ricci e Alvigini. Sopportabili il giusto i ragazzi. Fino alla terza serie il divertimento è assicurato, poi dalla quarta il "giocattolo" è andato usurandosi con episodi che paiono molto forzati. Rita Savagnone appare poco ma lascia il segno.
Ispirato a una serie televisiva spagnola, I Cesaroni racconta le avventure di una famiglia allargata della Garbatella. Il successo è dato, senza dubbio, dalle avventure/disavventure del trio Amendola/Fassari/Tortora; molto meno apprezzabili, invece, le vicende dei "giovani" (Branciamore, Mastronardi ecc), a parte casi eccezionali. Tiene per le prime due/tre stagioni, poi diventa una noia.
Dalla Spagna all'Italia, via fiction. Un esperimento di successo che conta la partecipazione di uno stuolo di attori molto conosciuti nel Belpaese, capaci di colorare con le loro caratterizzazioni le varie storie narrate. I temi sono sempre i soliti, tra (primi) amori, complessi di colpa, crisi economica e svaghi. In relazione alle varie fasce d'età rappresentate. La Ricci sprizza sensualità a prescindere, Fassari e Tortora se la giocano con Amendola per il premio simpatia e i più giovani non sfigurano. Per tutta la famiglia.
Remake di un successo iberico, è fra le più scadenti serie di sempre. Tralasciando il carattere fortemente provinciale, la sceneggiatura proposta è penosa, tale da banalizzare sin da subito il tema principale della "famiglia allargata". Le puntate sono tutte telefonate e dalla seconda stagione la protagonista principale è la noia. I pochi attori in gamba si abbandonano al disimpegno, sfoderando la romanità solo per compiacere, mentre particolarmente scarsi sembrano i ragazzi. Qualche "gag" mi è pure parsa copiata. Orribile.
L'elogio della sagra di paese, con tanto di caciotte e salami a destra e sinistra. Estremamente provinciale con attori, quasi tutti romani, che purtroppo giocano a fare i "romanacci", prendendo spunto dai più celebri Sordi e Proietti, che almeno sapevano recitavano bene. Questi invece si limitano a un mediocre e fastidiosissimo campionario di accenti coatti, frasi in dialetto che capiscono solo nel Lazio, luoghi comuni a ripetizione e una prova attoriale complessiva scadente. Tutti pessimi, con un Bracconeri addirittura terrificante.
Tremenda serie Tv con protagonista una famiglia allargata romana piena di figli insopportabili e con problemi vari. Incalcolabili i vari incroci amorosi sotto lo stesso tetto seguiti da litigate e situazioni ben più assurde di quelle che potremmo trovare in Beautiful. Qualche situazione divertente ogni tanto salta fuori (su 142 episodi è ovvio) ma, queste, sono comunque rare e riguardano esclusivamente i personaggi di Amendola, Fassari e Tortora. Da evitare.
Garbatella rules, ma soprattutto comandano i tre eterni giovani: Amendola, Fassari, Tortora. L'orda di giovani tiene per le primissime stagioni, salvo cadere in un romano Vivere, fra tradimenti, pruriti, sogni di gloria e chi più ne ha ne metta. Ciò premesso non si può negargli qualche sorriso, indotto per lo più da Tortora, e una continua ricerca di special guest per dare nuova linfa.
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Cronache di avventure romane; capitata oggi su un set in pieno centro di Roma e vista "in action" la Cesarona, alias Alessandra Mastronardi, in una fiction storico religiosa che andrà in oda su RaiUno la prossima primavera.
DiscussioneBrainiac • 15/08/09 14:50 Call center Davinotti - 1464 interventi
Sono romano,romanista e fiero del mio accento ma sostanzialmente d'accordo con voi.Il romanesco è troppo inflazionato(forse perchè innegabilmente,funziona).
In Italians lo fanno forzatamente parlare a Scamarcio,che non credo sia esattamente trasteverino.
Penso che ci siano dei dialetti con delle inflessioni deliziose e divertenti che sono troppo sottovalutati(l'umbro,il marchigiano della parte interna,il veneto!)
Però aborro il pensiero di Castelli,il quale vorrebbe il "suo" dialetto nelle scuole(vedi edizione del "suo"giornale in dialetto),cosa che non mi sognerei mai di pensare per il romanesco e che francamente,fa ridere i polli.
Noto inoltre che la Tv italiana si sta specializzando in dialetti per accontantare un pò tutti(Un posto al sole,Agrodolce..) e la cosa non mi sorprende,sarò malevolo,ma ci vedo qualcosa di "politico".
I cesaroni fanno schifo. Ma la proposta della lega dell'insegnamento del dialetto è forse l'unica cosa sensata, che mi sento di condividere, tra tutte le proposte leghiste.
DiscussioneBrainiac • 15/08/09 17:18 Call center Davinotti - 1464 interventi
Casomai prima ci sarebbe da pensare ad un sistema scolastico che assicuri le materie fondamentali,più che ad introdurne di nuove.
Le statistiche dicono che c'è un grado d'analfabetismo in costante crescita,così come sono molti gli studenti che abbandonano.
Le strutture sono spesso fatiscenti,così come inappropriati sono i corsi aggiuntivi(pochi computer,pochi laboratori).
Che la proposta poi venga da un governo(o da una cospicua parte di esso) che ha votato per ridurre drasticamente il numero degli insegnanti...
Comunque se intendevi dire che mantenere salde le proprie radici "regionali" sia culturali che dialettani è buona cosa,mi trovi d'accordo!E annamio...
Brainiac ebbe a dire: Casomai prima ci sarebbe da pensare ad un sistema scolastico che assicuri le materie fondamentali,più che ad introdurne di nuove.
Le statistiche dicono che c'è un grado d'analfabetismo in costante crescita,così come sono molti gli studenti che abbandonano.
Le strutture sono spesso fatiscenti,così come inappropriati sono i corsi aggiuntivi(pochi computer,pochi laboratori).
Che la proposta poi venga da un governo(o da una cospicua parte di esso) che ha votato per ridurre drasticamente il numero degli insegnanti...
Comunque se intendevi dire che mantenere salde le proprie radici "regionali" sia culturali che dialettani è buona cosa,mi trovi d'accordo!E annamio...
La sigla iniziale è interpretata da Matteo Branciamore ( Marco Cesaroni ) intitolata " Adesso che ci siete voi " . Le soundtrack sono invece di Andrea Guerra.
Non si potrebbe mettere nelle note che è ispirata dalla serie spagnola Los Serrano.Nel cast si segnala la presenza di Belen Rueda nota per la partecipazione a The Orphanage e Con gli occhi dell'assassino.
DiscussioneZender • 16/05/11 19:15 Capo scrivano - 47882 interventi
Nell'episodio "L'amico Immaginario" Oreste (Alessandro Gassman), legge al piccolo Mimmo (Federico Russo) una poesia di Sandro Penna
" Se la vita sapesse il mio amore!
me ne andrei questa sera lontano.
Me ne andrei dove il vento mi baci
dove il fiume mi parli sommesso.
Ma chi sa se la vita somiglia
al fanciullo che corre lontano ... "