Home education - Le regole del male - Film (2023)

In una casa isolata tra i boschi, mamma e figlia lontane da tutto e da tutti custodiscono il cadavere del capofamiglia nell'illusione ancestrale che la sua anima vagante nella foresta possa ricongiungersi col corpo tramite una specie di zufolo capace di captarne la presenza. L'origine come cortometraggio segna pesantemente i limiti di questo horror psicotico e costringe il regista a tirarla per le lunghe tra tempi morti e iterazioni, perdendosi così quel poco di raccapriccio e di tensione impliciti nel macabro soggetto. Formalmente curato ma poco più che scolastico; cast legnoso.

Ambientato sulla Sila; una casa tra i boschi, la madre sola con la figlia, istruzione ed educazione parentale e un padre che non c'è più... ma c'è. A tratti viene in mente Bad boy bubby per la crescita in completa alienazione dalla società e per l'incellofanare per uno scopo quasi "catartico", solamente che qui il tema non è sociale ma "negromantico", con tutti gli annessi e connessi a valenze magico-esoterico-occulte. Interessante l'atmosfera, la confezione tendenzialmente internazionale, parte della sceneggiatura, il soggetto, ma arrivati al finale rimane un pugno di mosche.

In una casa isolata nel bosco, il corpo di un uomo è accudito amorevolmente da moglie e figlia in attesa che il suo spirito torni di riprenderne possesso... Niada esordisce nel lungometraggio sviluppando un suo corto del 2016 con un horror con qualche incertezza narrativa e lungaggine nella parte centrale ma piuttosto originale nel plot, indovinato nell'ambientazione nell'altipiano della Sila con suggestive sequenze silvestri accompagnate da suoni inquietanti, spiazzante nel ribaltamento di ruoli verso il finale che getta una luce diversa sul rapporto tra le due donne.