Domino 23 - Gli ultimi non saranno i primi - Corto (2023)

Mediometraggio (52') satiricheggiante costruito secondo uno schema a episodi brevi e brevissimi sul modello dei tanti RIDERE PER RIDERE (per citare il titolo più noto). Quindi piccoli sketch, personaggi che ritornano, veloci intervalli simil pubblicitari e di fondo, essenziale, un caustico cinismo che fa inevitabilmente ripensare ai MOSTRI di risiana memoria.

Diretto, scritto e parzialmente interpretato dal gruppo che passa sotto il nome di ”Il Terzo Segreto di Satira”, soffre un po' per l'ovvia ristrettezza di budget che apparenta il tutto a un prodotto...Leggi tutto paratelevisivo; per contro si avvale di una scrittuta piuttosto sagace e di sketch spesso divertenti, che alla fine è ciò che più conta. Rallenta un po' quando si aggancia agli onnipresenti break ispirati dall'invadenza in ogni campo dei social (riferimento al quale ormai non si può più fare a meno, se si affronta l'attualità), ma nel complesso può contare su interpretazioni convincenti (con la presenza di qualche volto noto) che danno al tutto una marcia in più.

I temi trattati sono legati a un contesto storico preciso e toccano argomenti all'ordine del giorno, dall'immigrazione clandestina all'intolleranza, ma ciò a cui si punta è anche ampliare i concetti espressi sinteticamente dal giardinere che, a inizio film, spiega come i tempi siano cambiati decisamente in peggio elencando una serie di gravi pecche del sistema in cui viviamo rispetto a quello in cui si viveva trent'anni fa. Luoghi comuni, naturalmente, ma qualcosa di vero ovviamente c'è (pur se poi la conclusione del giardiniere stesso, a fine film, riporta tutto sui binari di una nostalgia falsata da due componenti fondamentali: il denaro e l'età). Gl sketch sono variamente riusciti, alcuni forse troppo diluiti (si pensi a quello, comunque azzeccato, in cui si rivisita per l'ennesima volta la rassegna delle reclute di FULL METAL JACKET ma in una chiave che evidenzia la doppiezza di certo “politically correct”), altri efficaci anche nella loro semplicità (si pensi ai due amici che al bar discutono sul valore dei viaggi e della guerra alla plastica).

Per forza di cose si affrontano temi ampiamente sfruttati dalla satira più comune, ma ciò che conta è farlo con gusto e senza mai apparire sgangherati, fuori fase o fuori fuoco. In questo gli autori sono bravi ad evitare il pericolo, fermandosi cautamente a 52 minuti per non incorrere nell'inevitabile rischio di ripetersi (per non farlo sarebbero state necessarie trovate particolarmente geniali) e individuando begli spunti sui quali lavorare (il “Migrante in Fiera”, lo sketch dei falsi poveri nel finale, la pubblicità degli Avocado “in business”). In definitiva niente di nuovo ma un mediometraggio divertente, spigliato e scritto in modo sufficientemente brillante.

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