Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Con un occhio puntato al maestro Antonioni e ai suoi squarci aperti su una Roma quasi aliena - che dovrebbe qui essere preda del caldo (siamo nell'estate del 1990, quella dei mondiali) ma che appare al contrario fredda e distaccata -  la regista Giovanna Gagliardo lavora più sulle immagini che sulla storia, scritta in collaborazione con Ennio De Concini e Roberto Mazzoni. Perché il film, che pure avrebbe la struttura di un thriller, di un'avventura parzialmente carica di mistero, lavora sulle emozioni; anche quelle più difficili da trasmettere.

La vicenda è vissuta attraverso gli occhi di Marie Christine (Boisson), separata con due figli, forse alla ricerca...Leggi tutto di se stessa, un animo ribelle per natura sopito da un quotidiano che l'ingrigisce, alle prese con lavori saltuari (la vediamo mentre si occupa di traduzione simultanea dal francese). Non se ne racconta tuttavia la routine e siamo lontani da ogni tentazione neorealista: un giorno trova una borsa abbandonata vicino a un cassonetto e la porta alla polizia. Ci sarebbe da aspettare il proprio turno ma manca la voglia, così Marie Christine tiene la borsa e torna a casa. La svuota, ne studia il contenuto e intanto c'è già chi ne reclama la proprietà. E' un uomo dal fare ambiguo (Fantastichini), che segue la donna e la seguirà, visto e non visto, nei suoi pellegrinaggi per la Capitale, in cui la festa dei mondiali si avverte solo di rimando: urla fuori campo dagli stadi, un corteo, gli striscioni in strada, ma non è certo di calcio e di Italia 90 che la regista intende parlare (a quello ci penserà Virzì in NOTTI MAGICHE quasi trent'anni dopo).

Nella borsa ci sono un biglietto d'aereo e i documenti: Myriam, la proprietaria, doveva partire. Come farà adesso? La missione diventa restituirle ciò che è suo, permetterle di fuggire come aveva intenzione di fare, e Marie Christine comincia le sue ricerche entrando in contatto con i personaggi più disparati, tossicodipendenti e relativi padri (Ferzetti), figure di passaggio... un'esperienza parafelliniana che la conduce dal circolo di canottieri sul Tevere alla festa in una lussuosa villa, accompagnata lì proprio dall'uomo che più è legato alla misteriosa borsa e che ancora non si capisce bene cosa stia realmente cercando. Scegliendo gli ampi spazi vuoti di Piazza Grecia, la Piramide Cestia, il cielo azzurro e il Villaggio Olimpico come punti cardinali di una mappa personalizzata della città, il film azzecca soprattutto la visione di una Roma che si mostra diversa da quella consueta: nessun Colosseo, nessuna Piazza di Spagna, nemmeno le affollate vie del centro. Pur senza scivolare in periferia la regista ci consegna una Roma rischiarata dalla forte luce del giorno e autonoma, rispetto alla sua immagine tradizionalmente consolidata. Però poi fallisce nell'organizzare il materiale a disposizione tradendo seri impacci nella narrazione; e per la voglia di mimetizzare la traccia di base finisce col produrre un guazzabuglio in cui i personaggi compaiono dal nulla per scomparire poco dopo senza lasciare traccia, incappando in dialoghi quasi sempre insignificanti perdendosi in un'evanescenza che svela la fragilità del racconto, costruito attraverso piccoli bozzetti spesso pretestuosi a caccia di un'indulgenza difficile da concedere.

La colonna sonora è adeguata (ma la "Banana Republic" di Dalla e De Gregori ci finisce dentro un po' a forza), la Boisson è nevrotica al punto giusto (senza cioè esagerare), ma c'è scarsa progressione nello svelamento degli indizi per arrivare a una soluzione che sembra sempre restare sullo sfondo, secondaria rispetto a una metropoli abitata da personaggi dalle caratterizzazioni fumose, indefinite, spesso inafferrabili. A rimetterci è la fruibilità del film, che passa lasciandoci in ricordo soprattutto quadretti slegati che ruotano intorno alla protagonista.

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Kanon 31/07/11 15:45 - 604 commenti

I gusti di Kanon

"Di Antonioni ce n'è uno, tutto gli altri son nessuno". Lambiccato e tronfio esercizio di stile che smanioso di strizzare continuamente l'occhio all'Autore, rischia semmai la paralisi. Così tanto attenta ad incartare il pacco regalo, la Gagliardo (nomen non omen) si dimentica di metterci dentro qualcosa. Avventuretta metropolitana tediata da musiche (anche pianoforte, ça va sans dire) e ripetuti giri a vuoto dacché il motore è acceso ma di marce inserite manco una. Ruoli ridicoli e strumentali; quando parlano è, se possibile, peggio ancora.
MEMORABILE: Il cameo della Betti: 20" di farneticazioni.

Daidae 4/08/20 02:45 - 3194 commenti

I gusti di Daidae

Mediocre. Ha il vantaggio (per i nostalgici) di essere ambientato nel 1990, durante il pieno svolgimento dei mondiali di calcio, un bel tuffo nel passato. Il cast è valido, con diversi buoni attori giovani e non del cinema italiano (Giulio Base, Ennio Fantastichini, Gabriele Ferzetti, Tony Sperandeo...). Purtroppo non gli giova una lentezza che si trasforma presto in noia: dura troppo e ha alcune scene di difficile comprensione. Belle le musiche ma troppo "presenti".

Buiomega71 2/07/21 01:08 - 2925 commenti

I gusti di Buiomega71

Gagliarda la Gagliardo, che gira questo afoso "thriller" metropolitano in una Roma livida e poco ospitale. "Banana Republic" di Dalla/De Gregori rimbomba come un mantra e la regista passa dal femminismo a scampoli delle BR, ai tuguri degli immigrati, alle feste notturne delle ville vip (dove fa capolino pure Mauro Bolognini), a una Betti che delira di sosia e a una scena di passione febbrile tra una Boisson che corre come Lola per metà film e un Fantastichini non poco ambiguo. Finale all'aeroporto quasi depalmiano. Gagliardo personalissima, narratrice poco convenzionale.
MEMORABILE: Rovistando nella borsa di Myriam; La ruota a terra; Nella balera estiva sul lungo Tevere; Fantastichini strappa i vestiti di dosso alla Boisson.

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  • Discussione Kanon • 22/04/17 23:09
    Fotocopista - 834 interventi
    Fedemelis ebbe a dire:
    Kanon hai ancora il film?
    Vorrei sapere se si vedono partite di calcio.


    Si, c'è una breve scena dove un tizio guarda una partita in tv. Se ti interessa posso inviartela. Fammi sapere.
  • Discussione Daidae • 4/08/20 01:56
    Compilatore d’emergenza - 1319 interventi
    Il film è chiaramente girato nell'estate del 1990, durante i mondiali Italia 90.
    Al minuto 13 circa possiamo osservare la mascotte "Ciao"


    seguita subito dallo striscione


    Al minuto 30 circa si sente la telecronaca di Bruno Pizzul di Brasile-Argentina(Ottavi di finale, finì 0-1)
    Le parole sono più o meno "Alemao, di fronte a lui c'è Burruchaga", al minuto 40 circa si sente la telecronaca di una partita dell'Italia, sempre telecronaca di Pizzul, si sente nominare Schillaci.
  • Discussione Zender • 4/08/20 08:52
    Capo scrivano - 47888 interventi
    Più che girato, ambientato. Perché poi attaccare uno striscione e usare qualcosa che assomiglia solo vagamente alla mascotte in questione non ci vuole molto. Poi ovvio che anch'io ritenga molto probabile che l'abbiano girato in quel periodo lì.
    Ultima modifica: 4/08/20 08:52 da Zender
  • Discussione Daidae • 4/08/20 13:35
    Compilatore d’emergenza - 1319 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Più che girato, ambientato. Perché poi attaccare uno striscione e usare qualcosa che assomiglia solo vagamente alla mascotte in questione non ci vuole molto. Poi ovvio che anch'io ritenga molto probabile che l'abbiano girato in quel periodo lì.
    Ci sono anche le telecronache.Io ne ho riconosciuto due, per me è possibile che sia stato girato nel 1990, e poi rilasciato nel 1991.
    Alcuni siti riportano la data di uscita nel 1990.
  • Discussione Zender • 4/08/20 14:10
    Capo scrivano - 47888 interventi
    Sì sì ma infatti, resta l'ipotesi più probabile.
  • Discussione Fedemelis • 4/08/20 14:31
    Fotocopista - 2140 interventi
    Calcio nei film? Eccomi...

    Daidae riesci a farmi avere il film? Contatta Zender per chiedergli la mia email. Grazie

    Per la cronaca la scena è girata in Via Virginio Vespignani a Roma.
    Ultima modifica: 4/08/20 14:54 da Fedemelis
  • Discussione Daidae • 4/08/20 21:20
    Compilatore d’emergenza - 1319 interventi
    Fedemelis ebbe a dire:
    Calcio nei film? Eccomi...

    Daidae riesci a farmi avere il film? Contatta Zender per chiedergli la mia email. Grazie

    Per la cronaca la scena è girata in Via Virginio Vespignani a Roma.

    No mi dispiace, l'ho visto ieri su Cine34 ma non lo ho registrato. Gli shots li ho fatti con mplayer e il video l'ho visto in streaming via vpn dalla mia casa di città a quella del mare(potenza della tecnologia di oggi).
    Ciao
  • Curiosità Buiomega71 • 2/07/21 10:52
    Consigliere - 26074 interventi
    Al minuto 00.56.22, Marie Christine (Christine Boisson) va in cerca del figlio di Gaetano (Gabriele Ferzetti) per ritrovare la giovane Myriam, correndo per le vie notturne di Roma. Nel suo girovagare passa davanti ad un cinema che proietta L'infermiera di notte (1979):

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images57/inferm.jpg[/img]

    Al minuto 1.07.00, alla festa serale nella villa dove capitano Giuliano (Ennio Fantastichini) e Marie Christine (Christine Boisson), tra le varie personalità invitate del mondo della cultura e dello spettacolo, oltre a Alberto Moravia, Ruggero Orlando e Laura Betti, si intravede il maestro Mauro Bolognini:

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images57/bolog.jpg[/img]
  • Homevideo Buiomega71 • 2/07/21 10:59
    Consigliere - 26074 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Penta Video.

    Edizione: aprile 1992
    Durata effettiva: 1h, 38m e 06s

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images57/caldosof.jpg[/img]
    Ultima modifica: 2/07/21 14:13 da Buiomega71
  • Discussione Buiomega71 • 2/07/21 11:51
    Consigliere - 26074 interventi
    Banana Republic di Dalla/De Gregori che risuona come un mantra, una Roma mai così livida e ben poco ospitale, desolata in alcuni istanti (che assume valenze spettrali e architettoniche degne delle Tenebre argentiane), dove la Gagliardo (autrice davvero gagliarda dotata di una personalità fortissima e narratrice insofferente alle convenzioni, ne è passato di tempo da quando veniva umiliata come "servetta" da Mastroianni nel L'assassino di Petri e memore dei suoi trascorsi artistici con Janksò, almeno nella febbrile sequenza cultissima dove Fantastichini strappa i vestiti alla Boisson , per poi rotolarsi con foga sull'erba), con un occhio ad Antonioni e l'altro a Peter Del Monte, mette in scena (tra l'afa e i boccheggiamenti di una Roma invasa dai mondiali di calcio) una donna fortissima dal gran carattere combattivo, che per metà corre (su quei sandaletti con il tacchettino così anni 90), per le vie della città, come farà la Lola di Franka Potente, che non ha paura di nulla, intrufolandosi in tuguri/ghetto tra immigrati clandestini e tossicomani, marchettari e spacciatori, in una forsennata corsa conto il tempo, tra balere sul lungo Tevere al ritmo di Quando quando, feste esclusive delle notti romane vip con sottofondo Era de maggio, dove ci si può imbattere in scheccheggianti imitazioni di Andy Wharol, in un Moravia annoiato e nel maestro Mauro Bolognini, con Laura Betti che regala un delirante e gustoso monologo sui sosia , sino ad un finale all'aeroporto di Fiumicino dai sapori quasi depalmiani (veniva in mente quello di Complesso di colpa)

    Un pò fumoso nello script, ma coinvolgente dal punto di vista narrativo e ambientale, dove la Gagliardo, con sagacia e spiccata personalità autoriale, tira in ballo il femminismo , i rapporti lesbo (l'amica di Marie Christine), i comunisti irriducibili, le BR, i rapporti matrimoniali finiti e falliti (durissimo lo scontro iniziale tra Marie Christine e l'ex marito, cinico e sprezzante, fuori dal baretto), l'emancipazione femminile (scopriamo che Marie Christine è stata una ballerina che ha dovuto smettere per amore della famiglia e dei due figli), la ricerca di sè stessi proiettata nell'aiutare una perfetta sconosciuta.

    Il traffico romano assordante, le tifoserie, la radio che gracchia notizie, la televisione che strombazza pubblicità, un incidente nel bel mezzo della città, una lattina che rotola sulla strada, la succitata canzone di Dalla/De Gregori sparata a tutto volume in macchina o nell'appartamento messo a soqquadro, eppoi personaggi minori ma non meno importanti al fine di questa allucinata avventura metropolitana (l'amica pittrice, un padre onesto e addolorato per il figlio tossico-immenso Ferzetti-la collega giornalista della Leone, la fredezza di Tony Sperandeo, gli sgherri di Giulio Base e Francesco Benigno, i nigeriani al bar e le perle della collana che cascano a terra come un fiume in piena prima dell'arrivo delle volanti, le faccende burocratiche al distretto di polizia, i taxi, le palestre, i luoghi malfamati della città eterna)

    Una Roma quasi alienata, tra palazzi e strade deserte bruciate del sole, e la Boisson che scalpita, impreca, curiosa tra gli oggetti personali di Myriam, indossa la sua maglietta, lotta, cade e si rialza, finchè Fantastichini, in moto...

    Fantastichini straordinario che sembra Harvey Keitel di scorsesiani riverberi, bravissima e di fisico nervosissimo ( con due topless notevoli) la Boisson (delizioso il suo marcato accento francese. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando apparve come lolita perversa-e vogliosa- che faceva eccitare Sylvia Kristel in Emmanuelle sulla sedia di vimini), Pogany (che sostituisce Beppe Lanci) regala suggestioni solari e scorci notturni/argentiani della capitale (con un pianosequenza mozzafiato nella corsa della Boisson nel sottopassaggio)

    Opera sottostimata e liquidata malamente troppo in fretta, dove la Gagliardo si dimostra una delle registe italiane più dotate (e appassionata cinefila, visto che mette insieme, non solo alla festa mondana, il cinema italiano "alto", con i dialoghi nostalgici sulla via Veneto della "Dolce vita", che quello "basso", con il manifesto de L'infermiera di notte che troneggia fuori da un cinemino di seconda visione) dando prova del suo talento in questo "thriller" sui generis, dove strizzando l'occhietto al Frantic polanskiano restituisce una Roma sonnacchiosa e inquieta , forse la vera protagonista del film.
    Ultima modifica: 2/07/21 14:51 da Buiomega71