A un pittoresco uomo sui quaranta viene data l’opportunità di ricevere centomila euro se si occuperà del fratellastro di tredici anni. Commedia agrodolce come nella migliore tradizione italiana (e il film è pieno di citazioni) ove a stupire, più che il notoriamente bravo Fresi, è il giovane Giovanni Fuoco, davvero spontaneo e molto credibile. Veltroni dirige con mano felice, alternando momenti spensierati ad altri più commoventi creando un’apprezzabile alchimia. Da rimarcare la bella fotografia assolata e il cast di contorno.
Questo film è una continua montagna russa, che alterna momenti riusciti e dialoghi brillanti a scene dallo scarso mordente, forzate o tirate per le lunghe. La spontaneità e la bravura di Fresi sono innegabili (ottima performance anche al pianoforte, in cui suona davvero lui), apprezzabili gli ottimi riferimenti al cinema (di Truffaut in primis, ma anche gli aneddoti su Fellini e sul film Novecento).
Buon film per Veltroni che riesce a riportare sul grande schermo i motivi chiave della commedia all’italiana. Comico e drammatico sono infatti ben mescolati un po’ come facevano Scola, Risi e gli altri maestri, e non è poco. Senza eccessi e senza volgarità , il film poggia su una buona scrittura e sull'ottima prova attoriale. L’eccesso di citazionismo cinematografico (c'è perfino una musichetta morriconeggiante con tanto di fischio alla Alessandroni) tutto sommato ci può stare. Pochi i momenti calanti e perdonabile l'uso ricorrente del drone a servizio di una certa venatura poetica.
L’esordio di Walter Veltroni nel cinema di finzione è un racconto di formazione sul rapporto tra due fratelli che imparano a conoscersi. L’approccio alla storia è garbato ma forse eccessivamente buonista, con una narrazione troppo piatta, prevedibile (la svolta nel rapporto tra i protagonisti è repentina e non spiegata) e non priva di tempi morti. Buona la prova degli attori, a partire dal protagonista Fresi. Piacevole la comparsa di Max Tortora. Curata la colonna sonora.
L'ex politico Veltroni si cimenta in una pellicola che esula dalle sue precedenti, prettamente documentaristiche, virando su una vicenda on the road che vede protagonisti due fratellastri di età nettamente diverse. Indubbiamente buonista in alcuni validi momenti (ottimo Fresi), in altri lievemente stucchevole. Menzione per la verve della Molinari e per il simpatico Tortora.
Veltroni affianca un adulto nel corpo di un bambino e un ragazzino che appare già segnato dalla vita. L'incontro è di quelli destinati a fondere le due anime in un unicum. Fresi e Fuoco sono eccellenti nei rispettivi ruoli e il primo non manca di far sentire il suo peso (sic) soprattutto nei siparietti comici (spassoso quello con il direttore di banca). L'arcobaleno fa respirare un'aria di semplicità che troppo spesso viene ammorbata dalla pretestuosità del tran tran quotidiano. Forse talvolta eccessivamente didascalico, ma ce ne fossero...
MEMORABILE: Il dialogo col portiere cinese; Max Tortora e il suo controllo stradale; Il bagno della mansarda.
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Il film è l'ultimo film italiano nel quale appare la Cattedrale di Notre-Dame ancora intatta, infatti Il 15 aprile 2019 è stata gravemente danneggiata da un imponente incendio che ha portato al collasso del tetto e della flèche.