Boar - Film (2017)

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Boar

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/08/18 DAL BENEMERITO HERRKINSKI
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Herrkinski 31/08/18 23:04 - 8128 commenti

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Quarto lavoro per Sun, nuova promessa dell'horror aussie, che qui si confronta con un classico del suo Paese. Fare un remake del bel film di Mulcahy non era impresa facile e Sun punta maggiormente su un impianto splatter, con alcuni attacchi del facocero gigante piuttosto cruenti e un ritmo in generale più spigliato, adatto ai tempi; la creatura è ben realizzata e gli SPFX sono per la maggior parte pratici. Bel cast di facce note locali (più Moseley), fotografia notturna curata; nulla di nuovo o necessario, ma nel genere è una buona aggiunta.

Daniela 10/03/19 02:07 - 12674 commenti

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Oltre 30 anni dopo Razorback, un altro cinghialone brutto e feroce torna a far strage nelle lande sperdute dell'entroterra australiano, sbranando di preferenza umani tanto antipatici che si giunge a desiderarne la brutale dipartita, se non altro perché gli assalti interrompono scenette familiari o pomiciamenti di rara insulsaggine. CGI accettabile nelle scene notturne dove funziona il vedo/non vedo, mediocre alla luce del sole. Nel complesso, un horror modesto interpretato da un cast anonimo (a parte lo sprecato Jarratt e il gigante Jones), perdibile a meno di non essere cinghialo-completisti.

Rufus68 2/10/19 23:37 - 3847 commenti

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Schema collaudatissimo: lo spettatore sente che sta per accadere qualcosa; si crea l'attesa per un fatto orribile; l'orribile, infine, accade. Purtroppo tale "orribile" è il pupazzo di un enorme cinghiale che grugnisce mortifero mentre qualcuno starnazza impaurito. Il livello è leggermente superiore alla media dell'horror attuale (bassissima), ma il regista lo abbassa affliggendo le parti di raccordo fra le apparizioni bestiali (la trama, insomma) con dialoghi volgari e insulsi.

Schramm 19/05/23 21:43 - 3495 commenti

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Dopo aver risignificato la settimana salomonica e zio Charlie, Sun effettua un Razorback-up con un occhio rivolto al blockbustering ma alla luce del suo amore per la più cruenta esposizione delle carni fracassate, con combinati di efferatezze che Mulcahy si poteva giusto sognare dopo una pessima sbronza ed entro le quali ritroviamo un Jarratt piazzato dall'altra parte della barricata (vederlo rude dal cuore tenero e in un pericolo a prova del ritrovato coltello fa ben strano effetto). Come sempre dovrebbe imparare a deframmentare tempi e situazioni, ma la selvaggina a casa la porta.

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