Schramm ebbe a dire:
boh. certo che dare diritto di cittadinanza cinematografica, e statuto o valore a gentucola tecnicamente ed esteticamente sottozero come vogel, il cui solo nobile intento è quello di farti dare di stomaco, significa essere arrivati davvero allo sfascio.
Come puoi ben leggere da quello che ho scritto, nessuno ha concesso a Vogel il "permesso di soggiorno" in area Cinema : non ho parlato infatti di
filmaker ma di
videomaker.
Sul valore "prossimo allo zero" di
AU concordo in pieno, però non si possono negare al nostro panzone meriti che vanno al di la delle sue intenzioni :
- ristabilire una linea di collegamento diretto con le radici e l'oggetto primario delle sottovalutate intuizioni di Deodato, ossia il documentare una realtà concreta e disumanamente perversa (cosa che i vari
Paranormal Activity, Cloverfield, Rec, Diary of the dead, BWP, Quarantena, Rec2 hanno accortamente eluso, preferendo ripiegare sugli alibi più tranquillizzanti del soprannaturale, del fantascientifico, delle leggende metropolitane)
- ingenerare in chi guarda riflessioni non banali proprio su ciò che debba o meno essere considerato Cinema e sui limiti di ciò che può essere filmato, riproponendo in modo bassamente "cannibalico" le medesime conclusioni dell'inarrivabile
L'occhio che uccide, sul rapporto ambiguo che ha sempre legato l'oggetto filmato/l'atto della visione/ed il comune spettatore
Ecco perchè ho chiuso ponendo una domanda sul tipo di complicità che si instaura tra chi guarda ed il circo degli orrori mostrati.
I due sequel, naturalmente, reiterando una dinamica già consumata nell'originale, vengono a perdere anche questo valore meta-cinematografico involontario, auto-relegandosi nella spazzatura indifferenziata.
In fondo, nella tua risposta, hai confermato a grandi linee quello che è anche il mio parere su questa tipologia di video.