Torna sul grande schermo il Poirot di Agatha Christie interpretato dal bravo Peter Ustinov, ma questa volta al servizio di una storia intrigante e mal gestita dal regista Michael Winner (più uso a pellicole d'azione, come si evince anche dal modo in cui è girato l’inseguimento tra le vie di Gerusalemme). L'ambientazione mediorientale evoca immediatamente la crociera di ASSASSINIO SUL NILO, così come i costumi, ma il resto proprio no. Benché la formula sia la medesima sperimentata negli altri gialli della serie, cioè ricostruzioni filmate in forma di flashback (spesso fasulli), riunione finale con rivelazione della dinamica e dell'assassino,...Leggi tutto interventi di sottile umorismo legati esclusivamente alla figura di Poirot, disprezzo degli indiziati per l'investigatore e possibile coinvolgimento di tutti (o quasi) i personaggi nell'omicidio, si può ancora distinguere un buon tocco e una buona sceneggiatura da un'altra. E pur trasformata in una sorta di serie televisiva non molto dissimile da un COLOMBO o LA SIGNORA IN GIALLO, la formula di Agatha Christie a volte proprio non gira. Come in APPOINTMENT WITH DEATH, in cui nonostante il solito cast prestigioso di vecchie glorie (John Gielgud, Piper Laurie, David Soul, Lauren Bacall, Carrie Fisher, tra i tanti) l'omicidio avviene troppo tardi lasciando all'indagine del simpatico investigatore belga uno spazio insufficiente. Tanto che, dopo qualche sospetto poco coerente, la soluzione arriva quasi subito, facendoci capire quanto l'esposizione dei fatti sia stata confusa e raffazzonata. Poco interessante, il film di Winner si appiattisce su uno schema preordinato senza aggiungervi nulla di personale.
Brutto giallo che spreca in maniera pedestre un cast di stelle di prima grandezza. Colpa della sciatta e piatta regia di Winner e della sceneggiatura che è piuttosto macchinosa e farraginosa e che inoltre non riesce a creare il minimo coinvolgimento dello spettatore. Credo non vada bene nemmeno per gli amanti di Poirot e della Christie da un cui romanzo è tratta detta pellicola.
Tratto da un romanzo di Agatha Christie, vede il ritorno di Peter Ustinov nei panni del celebre investigatore belga Hercule Poirot. Nonostante l'illustre derivazione letteraria e un cast ricco di nomi celebri nonchè ottimi attori, la storia non avvince mai, a causa di una sceneggiatura con poco mordente e una regia piattamente televisiva.
Il luogo del delitto dall'America si sposta in Terra Santa dopo essere passato per alcune delle più note città d'Italia, e i sospettati, come al solito, sono diversi e quasi tutti appartenenti alla stessa famiglia. Poirot sembra essere lì per caso, per caso ascolta progetti di assassinio, ma non per caso, ma seguendo la logica dei fatti (per la verità piuttosto confusa) e incalzando i sospettati, arriverà a risolvere il caso. Inquadrature sghembe durante i flashback e riprese dal basso. Pragmatismo americano, flemma inglese e logica belga.
Ultima avventura di Ustinov nei panni di Hercule Poirot e decisamente migliore rispetto ai precedenti film televisivi. Winner non si districa molto bene con il genere, ma la buona ambientazione, i costumi e l'ottima interpretazione del ricco cast rendono la storia molto godibile. In più c'è da dire che i romanzi della Christie con protagonista il detective belga si distinguono per la difficoltà di trovare l'assassino, cosa che dà punti in più all'operazione. Notevole.
Un passo indietro rispetto ai precedenti film tratti dalla grande scrittrice. Nonostante un cast prestigioso (Gielgud, la Bacall, David Soul e la Fisher su tutti) la storia risulta difficile da seguire e lo spettatore più attento ci mette poco a capire la soluzione (a me è capitato). Comunque per una serata senza pretese ci può stare.
Tutto sommato una discreta trasposizione del romanzo "La domatrice" della Christie con un bel cast, una buona fotografia (sarebbe stato difficile non fosse così, vista la bellezza dei luoghi) ma una regia troppo frenetica (con il film che ne risente). Peccato per il doppiaggio e per qualche voce (tipo quella di Ustinov che stavolta passa da Antonio Guidi a Sergio Graziani e certo non rende come nei precedenti film). Musiche di Pino Donaggio.
Chiusura in tono minore per il Poirot di Peter Ustinov anche se gli ingredienti sono gli stessi dei film precedenti: fonte letteraria doc per quanto si tratti di un'opera minore della scrittrice, un cast prestigioso, un regista esperto, una trama complessa con tanti sospetti ambientata in una località esotica. Questa volta però il risultato è modesto: la confezione appare tirata via, l'intreccio non avvince ed anche il cast non fornisce prove di rilievo, a cominciare da Ustinov, forse stanco di rivestire per la sesta volta i panni dell'investigatore. Solo per Poirot-completisti.
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CuriositàDaniela • 29/05/20 09:27 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Soggetto dal romanzo "La domatrice" (titolo originale "Appointment with Death") di Agatha Christie, pubblicato nel 1938.
Per la sesta ed ultima volta Peter Ustinov si cala nei panni dell'investigatore Hercule Poirot.
I film precedenti sono:
1978 - Assassinio sul Nilo
1982 - Delitto sotto il sole
1985 - Agatha Christie: 13 a tavola (film TV)
1986 - Agatha Christie: Caccia al delitto (film TV)
1986 - Agatha Christie: Delitto in tre atti (film TV)