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Anno: 2020
Genere: drammatico (colore)
Regia: Giorgio Pasotti
Note: Remake di “Le mele di Adamo” (2005).
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VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/10/21 DAL BENEMERITO SCHRAMM
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- Quello che si dice un buon film:
Schramm, Pessoa - Mediocre, ma con un suo perché:
Capannelle, Siska80
E se fosse proprio una mela a redimere Adamo dal proprio peccare? E se la fede non fosse che surrogazione del rimosso? Di regia e scrittura ben ingegnerizzate, film sempre a tiro di paradosso e deliziosamente spiazzante come solo la vita sa essere quando fa di malaventura e folle comicità tutt'uno. Il grosso del merito va equamente spartito tra un ciclopico Amendola sprizzante cinemabis, un incontenibile e irresistibile Nobile e sfavillanti Palfrader e Kian. Peccato che Pasotti non sospenda il film al giusto momento, facendolo sbrodolare sul bavaglio di un senescente parrocchialismo.
Commedia noir molto originale grazie al soggetto danese che Pasotti adatta, dirige e interpreta in modo sublime. Temi molto forti (handicap, alcolismo, drammi familiari d'ogni tipo) vengono trattati con un'inusitata leggerezza per il cinema italiano e, pur non perdendo significato, acquistano un'aura surreale che giova alla comicità dello script, che scaturisce all'improvviso dalle pieghe più drammatiche dell'esistenza. Buona prova del cast (Amendola, Nobile, Kian) e azzeccate location sudtirolesi, suggello naturale della coproduzione italo-austriaca. Merita sicuramente una visione.
MEMORABILE: La prova di Nobile; Il rimedio contro i corvi.
L'inizio non era male, perché il classico scontro tra le incrollabili fedi di un prete un po' stralunato e del fascistone da riconvertire promettevano scintille prendendo pieghe anche più originali del solito. Poi le stranezze loro e dei personaggi che li circondano tendono a farsi ripetiutive e la trama non riesce ad evolvere, proponendo momenti poco riusciti come quello della spedizione punitiva dei compagni di Amendola. Anche Nobile, pur caratterizzando bene il suo personaggio, pare eccessivo. Regia ordinata, forse troppo e ritmo discreto.
Film che inizia come una sciocchezzuola insensata per poi gradualmente passare a una dark comedy anche piuttosto cattiva capace di tenere alta l'attenzione dello spettatore (per la precisione dal momento in cui fa la sua comparsa il giovane Christopher). Purtroppo, arrivati allo zenit della vicenda, ecco che un "colpo di scena" (nel senso letterale del termine) manda in poltiglia i buoni risultati raggiunti sino a quel momento; cosa che dispiace, non foss'altro per la simpatia del bravo Amendola perfettamente calato nella parte del criminale, smarrito in una gabbia di psicopatici.
MEMORABILE: Il boss e i suoi scagnozzi.
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- Ciao schrammy, lo conosci l'originale da cui Pasotti ha tirato fuori questo remake? Non è un capolavoro, ma ha degli aspetti piuttosto interessanti. Come interessante è la scelta di rivisitarlo a quindici anni di distanza.
- Bubobubo ebbe a dire:
Ciao schrammy, lo conosci l'originale da cui Pasotti ha tirato fuori questo remake? Non è un capolavoro, ma ha degli aspetti piuttosto interessanti. Come interessante è la scelta di rivisitarlo a quindici anni di distanza.
ciao bubolone e 2022 di queste melevisioni adamitiche. no, ingnoravo fosse un remake :O e a questo punto si impone la recuperaktzje. negli opening credits viene giusto specificato che è tratto da una piece teatrale dello stesso pasotti. devo aggiungere che l'ho recentemente rivisitato e restano tutti i pro e contro del caso: quel finale così neocon e tanaliberatutti con amendola redento imparruccato e cuore di panna non si può proprio digerire. si fosse fermato alla condivisione dello strudel non dico che avrei urlato al capolavoro ma almeno un quadripalla l'avrei appioppato senza indugio.
