Più che un (impossibile) sequel del film tratto dal racconto di Stephen King, SOMETIMES THEY COME BACK... AGAIN ne rappresenta una sorta di remake: il meccanismo è il medesimo, con un padre di famiglia (Michael Gross) che si ritrova ad affrontare i fantasmi della sua gioventù, guidati dal ragazzo (Alexis Arquette) che trent'anni prima gli aveva ucciso la sorella nel corso di una cerimonia satanica. Ancora una volta ad ogni nuovo omicidio il perfido "ritornante" può resuscitare uno dei suoi ex compagni di brigata (qui con un rito ricco di suggestivi effetti speciali) e minacciare la figlia (la futura...Leggi tutto star Hilary Swank) del suo "nemico”, che diventa di fatto la vera protagonista del film. Michelle, con le sue due nuove amiche, è colei che più entra in contatto con i ragazzi affascinanti e subdoli tornati dal passato. La soluzione, più vicina al testo di King rispetto al primo capitolo, delude abbastanza come in fondo il resto del film, il cui unico vero punto di forza è rappresentato dal cast: Michael Gross è più convincente dell'appassito Tim Matheson mentre Hilary Swank è se non altro garanzia di una certa professionalità. Purtroppo lo script di Guy Riedel e la regia di Adam Grossman viaggiano sotto la sufficienza e il film si rivela tedioso e privo di un briciolo di suspense. Dopo la prima mezz’ora, nella quale ancora si riusciva a respirare qualche scampolo di atmosfera kinghiana, il film tradisce la povertà di fondo proseguendo quasi per inerzia senza sfruttare meglio quelle figure di secondo piano (il giardiniere tonto, ad esempio) che sembravano vivacizzarlo.
I ricordi tornano a farsi sentire, con tutte le immaginabili conseguenze di un horror come questo, bistrattato quasi rappresentasse una sorta di peste cinematografica. In realtà, il film de quo non è affatto male, anzi in un alcuni frangenti è addirittura più vicino alle atmosfere kinghiane di quanto non lo fosse il bellissimo predecessore. La Swank regala la sua peculiare bellezza... Da vedere.
Sorta di remake del prototipo, che mantiene parzialmente i riferimenti all'opera di King. Purtroppo siamo ben lontani dai buoni risultati dell'originale e anzi in questo caso si può parlare di una copia sbiadita dello stesso, che ne ricalca situazioni e personaggi senza alcuna ispirazione. SPFX di buona fattura (le trasformazioni dei "demoni") si alternano ad altri pessimi (le scosse elettriche), la sceneggiatura è piena di stupidaggini e i dialoghi fan pietà. Rimane uno dei tanti sottoprodotti para-televisivi anni '90; latita anche il gore.
L'opera cartacea da cui la pellicola trae spunto resta uno dei migliori lavori di King, ma questo film è il classico (raro) caso in cui un "numero 2" è molto meglio del suo predecessore. Atmosfera plumbea perfetta e parecchio straniante, ottimo l'uso dei flashback e azzeccata la scelta del duo protagonista Gross/Swank. Bravissimo Arquette, abile a variare il proprio registro passando da gigione a inquietante e viceversa. Bello il look demoniaco, molto meno alcuni effetti digitali nel finale, ma almeno non risultano troppo invasivi. Da riscoprire.
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Mah, io l'avevo visto in inglese e nella recensione ho scritto "latita il gore", quindi è probabile che fosse un problema del film già alla base. Bisognerebbe fare un raffronto tra le due versioni.