IL GIOKO è uno dei quattro film-tv diretti da Lamberto Bava per il ciclo “Alta tensione”, naturale seguito del precedente “Brivido giallo” (altri quattro film-tv sempre di Bava) ma che videro la luce su Italia 1 solo nel Giugno 1999, ben dieci anni dopo che erano stati girati. La confezione è buona, le musiche di Simon Boswell moderne e dinamiche (pur rimanendo tipicamente horror e d'atmosfera), Bava riesce a muovere la m.d.p. attraverso corridoi e lunghe scalinate con ottimo mestiere, la fotografia di Gianfranco Transunto è superiore alla media dei tv-movie, alcune inquadrature sono innegabilmente suggestive, eppure IL GIOKO, alla fine dei conti, si...Leggi tutto rivela un noioso "pastiche" di thriller e horror, penalizzato da un soggetto (di Roberto Gandus, che con Giorgio Stegani e il glorioso Dardano Sacchetti ha scritto anche la sceneggiatura) che non propone quasi colpi di scena e non riesce ad andare oltre un’idea decente (la scelta di dodicenni che custodiscono il segreto di un misterioso "gioko”, causa probabile della morte della loro ex insegnante). Bava cerca di creare suspense puntando sulle belle scenografie offerte dal collegio in cui si svolge la vicenda, ma ogni suo tentativo svanisce di fronte alla scarsa vena della protagonista Alessandra Acciai, qui decisamente poco spontanea, e che fa il paio con i dodicenni della setta, anch’essi sotto la sufficienza. Daria Nicolodi, nel ruolo della preside, si vede troppo poco, il commissario Jean Herbert è se non altro credibile ma anche lui ha poco spazio. Il finale poi, che punterebbe a rappresentare il climax a cui tende tutto il film, si rivela altamente deludente a tirato via. Un thriller da dimenticare.
Thriller psicologico arricchito con citazioni da L'inquilino del terzo piano, Suspiria, Grano rosso sangue e Arancia meccanica, ma l'intenzione è quella di girare un film fondamentalmente "politico" per attaccare l'ipocrisia e il perbenismo delle classi alte.Il risultato è mediocre, aggravato da una recitazione imbarazzante che coinvolge tutti gli attori, dalla smarritissima Alessandra Acciai alla Nicolodi (qui comunque più presenza-feticcio che attrice), agli insopportabili ragazzini.
Bava abbandona le tematiche puramente fantasy per calarci nella dimensione più pragmatica e spaventosa possibile. Quella dimensione imperscrutabile, dove l'innocenza dell'infanzia è solo un frutto apparente dato dal fragile involucro adolescenziale, pieno però di malizia, odio e rancore (puro, perché non ancora elaborato e filtrato dalle norme sociali).
Daria Nicolodi offre la sua splendida performance (come sempre, del resto) e la storia si dipana, lentamente, seguendo il filo del remake carpenteriano (Il Villaggio dei Dannati).
Discreto...
Curioso pastiche (ma non dei migliori) psicologico che accumula citazioni da Non entrate in quella casa (l'inizio sembra una copiatura pari pari), Suspiria e Grano rosso sangue! Parte bene e qualcosa da salvare c'è sicuramente, ma i limiti di una produzione tv si vedono. Prova del cast (tranne la Nicolodi e la giovanissima Simoncioni) da dimenticare.
MEMORABILE: L'inizio e l'interrogazione su Pasolini.
Film dai presupposti e dagli spunti interessanti, che tuttavia non vengono sviluppati come si dovrebbe e che quindi non sfugge al piattume delle produzioni televisive. La recitazione non è all'altezza, tranne nel caso di mostri sacri del nostro cinema bis come la Nicolodi. Belle le scenografie.
L'inventiva di Bava-Sacchetti era molto sviluppata, peccato che mancasse tutto il resto (cioè i fondi). Girato in Toscana (con il finale alla bella Certosa di Calci), il branco dei bambini riesce a volte ad incutere angoscia e soprattutto rabbia. Una riflessione sull'unione di menti malvage in un contesto alto-borghese: che Bava abbia fatto una denuncia alla scuola privata ?
Thriller limitato dalla confezione televisiva, ma con qualche idea valida (la giovane professoressa portata all'esasperazione dagli odiosi ragazzini, il mistero sulla scomparsa della precedente collega). Il cast non è eccezionale, ma va contato che molti degli attori sono poco più che bambini (c'è anche la Nicolodi, che però fa solo una piccola parte). Buona la fotografia, non eccelse le musiche.
Non male. Bava Jr confeziona un thriller psicologico di stampo televisivo ma non per questo poco curato, che certamente presenta alcune situazioni abbastanza improbabili e/o surreali a livello di sceneggiatura, ma riesce comunque a mantenere alta l'attenzione dello spettatore. I protagonisti sono affossati da un doppiaggio decisamente amatoriale, ma per fortuna il film è riscattato da un'atmosfera abbastanza morbosa e sconfortante, oltre che dalle ottime musiche del grande Simon Boswell. Non un capolavoro, ma un film da riscoprire di sicuro.
Non è cattivissimo questo thriller di Bava. Siamo più verso il psicologico che verso l'orrorifico, con una sceneggiatura lenta ma piuttosto suggestiva, che però si chiude con un finale che può lasciare l'amaro in bocca. Molto mediocri gli attori (si salva la Nicolodi, che comunque non eccelle) e il doppiaggio, confezione che tradisce la destinazione televisiva del progetto (nonostante qualche bella inquadratura), musiche discrete. Comunque se si parte senza grosse aspettative si segue con piacere. Quasi sufficiente.
Uno dei più riusciti del ciclo: primo perché qui almeno qualche attore degno di questo nome c'è (buona in questo senso anche la prova del cast di ragazzini); secondo perché si tratta di un thriller dove il registro psicologico predomina sulle attese di violenza, evitando di finire imbrigliato nei consueti limiti della produzione televisiva. Il finale non risolutivo rischia di lasciare insoddisfatti, ma rende la storia più cattiva e forse è giusto così. Daria Nicolodi quasi irriconoscibile con la permanente d'ordinanza nella stagione 1988-'89.
MEMORABILE: La professoressa vuole spiegare Pasolini e i ragazzini replicano: -Ma era un poco di buono...non è bello che se ne parli a scuola...Ci chieda Manzoni!
Bava Jr si ispira come di consueto alla tradizione giallo-horror nostrana, ma stavolta guarda anche al cinema straniero presentandoci un gruppetto di ragazzini odiosi e malvagi. La storia incuriosisce (un misterioso "gioko" a cui si dedicano i giovani studenti di un'esclusiva scuola privata, su cui indaga la nuova professoressa con trauma al seguito) e, tra ambientazione e qualche immagine di impatto, fa quasi scordare la recitazione pessima. Finale da amaro in bocca.
MEMORABILE: Le incursioni nei sotterranei; Il filmato alla tv; I flashback di Diana.
L'innocenza e il candore dei fanciulli: Lamberto Bava prova coraggiosamente a infrangere questo luogo comune costruendo una storia, in fondo semplice, che scava nelle ambiguità umane e proponendo i giochi infantili come veicolo di morte. All'inizio vibra una cupa citazione di Suspiria di Argento che il regista rivede alla sua maniera personale. Il tutto si traduce in un'operazione di grande presa, soprattutto se si considerano i limiti imposti dal format televisivo.
Discreto thriller tv, ben diretto e scritto, al punto da non sembrare concepito per una rete televisiva. Dietro l’innocenza dei bambini può nascondersi qualcosa di terribile e in un ambiente ambiguo come una scuola per famiglie borghesi l’alone di mistero diventa ancora più fitto. Si intravedono diverse influenze, nel complesso ben gestite, anche se il film non arriva mai a eccellere per limiti di varia natura. Non male il commento musicale di Simon Boswell, puntuale come sempre. Da non disdegnare a priori.
Bava jr ricalca antichi sentieri del thriller italico (il trauma infantile, il collegio), con lievi ombreggiature gotiche e va sul sicuro senza rischiare nulla d'originale. Il risultato è mediocre (e privo di mistero) come la confezione al risparmio, anche se certe ascendenze da Bradbury (i bimbi terribili) e il finale ambiguo regalano una qualche curiosità all'insieme. Cast meno peggiore del previsto: la Acciai è molto bella (e uno dei motivi per dare un'occhiata) e si guadagna la pagnotta, Nicolodi un po' stridula.
Tutto sommato, visto il low budget e la produzione televisiva, poteva essere peggio. Il film di Lamberto Bava, girato per la serie "Alta tensione", è sprecato; perché le atmosfere e la fotografia sono davvero molto buone e sanno rendere il tutto più inquietante. Assai deludente invece il cast, nel quale nemmeno Daria Nicolodi si salva. La sceneggiatura ha inoltre vari buchi e diversi passaggi sono poco credibili. Però tutto sommato è una pellicola godibile: nel medesimo periodo è stato fatto di molto peggio.
Nonostante la patina televisiva che di tanto in tanto traspare (con annessi problemi di dialoghi e di performance), Bava dirige con competenza (belle le carrellate descrittive nei corridoi della scuola) una storia che fa dell'ambiguità e del clima enigmatico i suoi elementi di forza, fra innocenti corrotti à la Suspense, complotti di stampo polanskiano e rimandi al cinema di Argento (dagli inquietanti docenti di Suspiria al bimbo deforme in stile Phenomena). Tante buone atmosfere e idee suggestive, ma in conclusione poca sostanza (il finale aperto lascia a bocca asciutta). Peccato.
MEMORABILE: L'incubotico inseguimento iniziale; Il bimbo deforme che fa capolino ogni tanto; Il filmato pseudo-snuff in TV; I violentatori con maschere disneyane.
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Nella scena quando la alunna Roberta Sassi risponde al telefono nella casa della professoressa Diana Berti è possibile sentire la stessa musica che chiude il film Maestro del terrore dello stesso regista.