Quando ancora leggo di teorie complottiste-fantapolitiche riguardo al delitto Pasolini, mi cadono le braccia. Quando sento allusioni a chissà quali "verità nascoste" nel romanzo
Petrolio piuttosto che nell'articolo
"Cos'è questo golpe?" ("Io so.."), mi sento offesa per Pasolini. Non credo sapesse delle verità e le nascondesse: lui la verità l'avrebbe urlata. L'articolo "Cos'è questo golpe?", stracitato a sproposito e sottoposto a complicate esegesi, manco fosse un frammento di Ermete Trismegisto, è un saggio di abbagliante chiarezza: Pasolini parla della strategia della tensione, anzi "delle tensioni" (anticomunista e antifiscista), strategia evidentemente mirata alla conservazione del potere da parte del partito di centro, vale a dire la Democrazia Cristiana. E' una lettura abbastanza diffusa, già in quegli anni, di ciò che accadeva in quegli anni. Dice anche di conoscere i nomi dei mandanti di tale strategia della tensione, ma di "non avere né prove, né indizi". Si tratta della certezza morale di un intellettuale che interpreta gli eventi, non della certezza oggettiva di chi è a conoscenza di indicibili segreti di Stato. Ipotizzare che Pasolini fosse in possesso di prove concrete già all'epoca dell'articolo (un anno prima della sua morte) e che avesse taciuto, lanciando quindi un avvertimento in codice, mi pare un offesa alla sua personalità e alla sua memoria.
A chi dava fastidio, Pasolini? Praticamente a tutti, a destra, sinistra e centro.
Per chi rappresentava un concreto pericolo, Pasolini? Praticamente per nessuno. Non aveva una così forte influenza sull'opinione pubblica da poter aggregare consenso, da poter dare spallate ai potenti.
Pasolini è stato un intellettuale e un poeta, ma non è morto perché intellettuale e poeta: triste ma vero,
non fanno più paura a nessuno, gli intellettuali e i poeti.
E' morto come molti omosessuali che frequentano ambienti violenti, perché ha incontrato la persona sbagliata, nel luogo e nella notte sbagliata.
Accettare questo mi sembra il modo migliore di ricordarlo, con rispetto e con rimpianto.
Anche se, purtroppo, non è il modo migliore per costruire un film sulla sua morte, perciò avanti, sceneggiatori, con più fantasiose ipotesi!!!