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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/04/14 DAL BENEMERITO XAMINI
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Xamini 9/04/14 10:46 - 1254 commenti

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La lentezza dello scorrere di queste immagini in bianco e nero fa da contrappeso alla cura con cui vengono scelte inquadrature e disposizione della luce. La cadenza del film è quella di un ritratto, una piccola indagine senza eccessive pretese, sulla psiche femminile. Il dramma è utile a mostrare i due lati di una medaglia ma più di tanto non scava. Ha però il merito di risultare asciutto, primo di derive di qualsiasi genere, quasi silenzioso (a eccezione di alcuni pezzi di ottima musica di scena).
MEMORABILE: Lo sguardo di Ida

Paulaster 22/04/14 09:46 - 4429 commenti

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Tema della disillusione che porta a reazioni anche estreme. Le contrapposizioni cristiano/ebraico e purezza/peccato vengono esposte senza risaltare troppo, così che i mutamenti introspettivi risultano neutri. Anche la regia aiuta in uno stile statico con inquadrature da osservazione defilata. Il b/n toglie le briciole d’emozione residue e lascia spettatori di un'amara vicenda di cui si può solo prendere atto nella sua sfumatura storica.

Rebis 30/01/15 14:13 - 2339 commenti

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Trova la vera vocazione, Ida, o fugge da un mondo che ha legittimato massacri in nome di un'utopia politica? Riscatta il fallimento esistenziale dell'ultima parente, o ne sancisce l'oblio? Il dissidio è nello stesso film, prima che nei personaggi e nella storia delineata, tra forma e contenuto: l'algore visuale, elaborato in un'impostazione fotografica dall'impianto ieratico, non riesce a collimare con il ritratto di una nazione derelitta, o forse è l'esatta restituzione di una devitalizzazione emotiva. Dopo il gelo, il film di Pawlikowski riaffiora con impellenza. Da meditare.

Equinox 24/01/16 03:01 - 5 commenti

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Nella Polonia degli anni '60, dilemmi e destini incrociati di due donne molto diverse. I dialoghi asciutti e le immagini ricordano molto le atmosfere de Il Decalogo di Kieslowski. Ottima musica classica e jazz (Naima e Equinox di John Coltrane), ma un errore madornale definire soprano quello che evidentemente è un sassofono contralto.

Decimamusa 3/02/16 11:58 - 102 commenti

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Sulle strade di una Polonia livida e desolata, si snoda il viaggio a ritroso di una monacanda (Ida) e di una zia ritrovata. E' il tentativo di ridare un volto a un passato di persecuzioni, torbido e oscuro: Ida, ebrea scampata alla morte da bambina, sente di non poter essere una "salvata" ma di dover far parte del mondo dei "sommersi", come la zia. Film ellittico e dalla drammaticità implosiva, chiede allo spettatore di entrare, oltre che nella storia, nella testa e negli umori dei personaggi, senza sbavature consolatorie. Rigoroso e penetrante.

Lou 27/01/16 16:31 - 1121 commenti

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Opera di forte intensità, pervasa da cupa malinconia ma non priva di alcuni momenti di speranza. La vicenda, ambientata in Polonia negli anni sessanta, mette a confronto la natura di due donne molto diverse tra loro: una giovane suora, innocente e fuori dal mondo, alla ricerca delle sue radici e una donna magistrato, dedita all'alcol e agli uomini, cinica e disillusa. Descrizione essenziale in un bianco e nero molto efficace, che lascia il segno.

Nando 20/01/16 16:22 - 3816 commenti

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Atmosfere rarefatte ma comunque semplici che generano emozioni e riflessioni nella vicenda di una giovane novizia che scoprirà un importante segreto del suo passato. La scelta di una zia oramai dedita all'alcol tra la trasgressione oppure il prendere i voti per tornare a quel misticismo religioso che appare latente. Un film breve ma intenso che ci riporta, in parte, al genio di Kieslowski.

Saintgifts 28/05/16 09:30 - 4098 commenti

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Ida scopre i suoi capelli, merito della zia che della vita sembra sapere tutto. Ida, che sta per prendere i voti, della vita invece non sa nulla. Quei giorni, in auto con la zia, alla ricerca di un passato non troppo lontano, sono per la giovane un corso accelerato, una scoperta da bere tutta d'un fiato per non lasciare nulla in ombra, per cercare di capire in quanti modi si può vivere e qual'è il modo meno sbagliato. Il taglio fotografico e ricercato, in un bianco nero d'altri tempi, si attaglia bene alle atmosfere esteriori e interiori.
MEMORABILE: Con 24 mila baci!

Pigro 7/03/18 09:17 - 9674 commenti

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Quella della novizia ebrea che recupera i resti dei genitori uccisi e è incerta se prendere i voti è storia intima di ricerca esistenziale e storia di una Polonia sospesa tra rimozioni e incertezze. Bergman ne avrebbe fatto uno scavo psicologico labirintico, Kieslowski un oceano di emozioni in cui riconoscersi. Pawlikowski sceglie invece lo sguardo sulla soglia dell’anima, rapprendendo le emozioni in composizioni visive ricercate e lasciando allo spettatore il compito di ricucire a modo suo i fili dell’introspezione, della memoria e del dolore.

Deepred89 25/08/18 10:09 - 3709 commenti

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Pawlikowski azzecca una confezione esteticamente notevole (quasi quanto la protagonista), sia per la suggestiva fotografia (vecchio stile e scarsamente contrastata) sia per una messa a quadro originale, coi personaggi quasi sempre collocati nell'emisfero basso dello schermo 4/3. I problemi arrivano in sede di sceneggiatura: road-movie piuttosto povero di idee nella solita Polonia triste del dopoguerra, con la credibilità psicologica della protagonista che svacca totalmente negli ultimi minuti, da Dreyer a Bergonzelli andata e ritorno.

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Alf62 20/06/19 19:52 - 64 commenti

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La confezione estetizzante, la recitazione, le atmosfere depresse della Polonia del dopoguerra, tutto notevole. Le figure umane invece sono stereotipate: la zia rappresentante del materialismo, del sistema, delle sue dissolutezze e tentazioni, si contrappone all'ingenua novizia tutta purezza e buoni propositi che sceglierà di resistere, pur provandoli, all'aridità dei desideri femminili. La religione estraniante vista come ancora di salvezza da tutte le nefandezze degli ideologismi. Bigotto.

Daniela 3/03/20 19:44 - 12673 commenti

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Prima di pronunciare i voti, una novizia sempre vissuta fra orfanotrofio e convento si reca dalla sua unica parente, una zia che le rivela un segreto... Bianco e nero ed inquadrature sfuggenti, con il soggetto quasi sempre posto ai margini, per raccontare un pellegrinaggio della memoria da parte di due donne molto diverse l'una all'altra: l'ambientazione è quella grigia della Polonia comunista degli anni Sessanta, la memoria è legata a crimini atroci e colpevolmente coperti da un'intera comunità. Film pudico e dolente in cui l'unica luce è quella del volto purissimo della protagonista.
MEMORABILE: Il fondo alla fossa, il contadino risponde alla domanda di Ida: "Perché non ci sono anche io qui?"

Myvincent 9/08/21 07:23 - 3744 commenti

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Ida è una giovane suora che deve ancora prendere i voti e deve ancora conoscere il proprio passato, che ricostruirà e "seppellirà" grazie alla zia, unica superstite della sua famiglia. Combattuta fra il rigore religioso e il quadro discinto offerto dalla parente, saprà alla fine prendere una sua decisone. Film in b/n narrativamente scorrevole, ma troppo incentrato su pretenziosi virtualismi autoriali che ne falsano non poco la riuscita artistica. La protagonista è una statua di sale, decisamente poco espressiva.
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