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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Tecnicamente il più impressionante lavoro di Woody Allen: la perfezione con cui il regista inserisce spezzoni documentaristici reali tra altri creati ad hoc fa impallidire persino le tanto celebrate sequenze di FORREST GUMP con Kennedy; vediamo Leonard Zelig, l'uomo camaleonte, vicino a Hitler, a Charlie Chaplin... e quel che è incredibile è che non sembrano affatto fotomontaggi! L'immenso lavoro sulle immagini e la fotografia (che fruttò giustamente una nomination all'Oscar) permette di godere di ZELIG come di un documentario vero, nato per raccontare una storia "reale". Quella appunto di Leonard Zelig (Allen), affetto da una improbabile...Leggi tutto forma di camaleontismo che lo porta ad assumere (anche mentalmente) le sembianze dei suoi interlocutori. Le reazioni dell'America di fronte al fenomeno trasformano Zelig in una celebrità, ma il suo temperamento estremamente fragile lo costringe invece a una fuga impensata, inseguito dalla dottoressa Fletcher (Mia Farrow), da sempre interessata psichiatricamente al suo caso. Montato come un documentario nel quale fotografie e filmati d'epoca in bianco e nero si alternano a brevi interviste di chi gli fu vicino e ne scrisse, ZELIG affascina per la sua precisione nelle ricostruzioni (nomination anche per i costumi), per l'intelligenza di un copione che cerca di fondere tutte le possibili forme di testimonianza documentaria senza tralasciare di inserire qua e là tocchi di umorismo raffinatissimo. E anche se ZELIG non è un film comico resta comunque gustoso, sicuramente il più geniale lavoro di Woody Allen in assoluto (assieme forse al poco riuscito CHE FAI, RUBI?). Anche piuttosto pesante, a dire il vero, tanto che Allen lo chiude dopo appena 1h15’!

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Caesars 22/03/07 17:12 - 3794 commenti

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Uno dei migliori e più divertenti film di Woody Allen. Oltre alla storia veramente curiosa che regala molti sorrisi, quello che colpisce di più è la formidabile tecnica con cui è realizzato questo pseudo-documentario (filone che Allen aveva già affrontato, in chiave diversa, in passato con Prendi i soldi e scappa e in misura minore con Il dittatore dello stato libero di Bananas). E' incredibile vedere come il protagonista risulti perfettamente inserito in reperti d'epoca. Imperdibile.

Renato 25/07/07 22:23 - 1648 commenti

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Uno dei migliori film di Allen, anche se forse è meno conosciuto dei suoi grandi successi di fine Anni Settanta. Il finto documentario ha sempre attratto il regista (vedere anche Accordi e disaccordi), certo qui il livello tecnico raggiunto è davvero sbalorditivo. Alzi la mano chi non lo ha iniziato a vedere pensando che fosse un vero documentario. Molto interessante anche il discorso di fondo sulla spersonalizzazione dell'individuo nella società moderna, trattato in modo molto meno banale di quanto possa sembrare ad una prima visione.

Il Gobbo 25/07/07 08:53 - 3015 commenti

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Sbalorditivo per perizia tecnica (i risultati sono quasi allucinatori), azzeccatissimo nel tema (e divenuto non a caso proverbiale), e - qui sta il bello - anche molto divertente, seppure di un divertimento meno immediato e più concettoso dei suoi comici o anche delle commedie sofisticate infarcite di battute memorabili. Zelig è il Citizen Kane di Woody Allen

Galbo 24/12/08 11:04 - 12399 commenti

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Sebbene non sia conosciutissimo dal grande pubblico, è tra le opere più singolari e riuscite di Woody Allen. Il film è sopratutto una critica impietosa del conformismo visto attraverso gli occhi di un vero e proprio camaleonte umano, Zelig appunto, essere insignificante che tende ad assumere le caratteristiche (sia somatiche che comportamentali e caratteriali) di chiunque gli stia vicino. Simulando un documentario, il regista compie una pregevole operazione di cinema verità dichiaratamente falso.

Xamini 22/01/09 00:37 - 1254 commenti

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Pellicola di grande originalità; un Allen che affida tutta l'ironia che vuole comunicare alla forma, oltre a qualche sporadica gag: un finto documentario realizzato con attenzione maniacale al dettaglio. Sono proprio i singoli dettagli, infatti, dalle espressioni del protagonista alle circostanze alla soglia della credibilità, a sollevare il sorriso o in qualche caso la risata. In ogni caso ciascuno di loro sprigiona un gusto e una raffinatezza memorabili.

Pigro 5/03/09 10:10 - 9673 commenti

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Finto documentario su un ometto capace di assumere camaleonticamente le caratteristiche di chiunque gli stesse intorno, purché famoso. Sottile e originalissimo film satirico, tutto di testa (nessuna risata ma molto riso), che prende di mira l'aspirazione diffusa ai warholiani 5 minuti di successo e l'altra faccia della medaglia, cioè l'assenza di personalità propria dell'uomo contemporaneo. Gustoso e raffinatissimo, con l'intelligente struttura da inchiesta ben supportata da veri documenti storici e interviste. Mitico.

Deepred89 24/05/09 01:25 - 3709 commenti

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Pellicola geniale e realizzata in maniera magistrale. Una finto documentario con personaggi inventati di sana pianta che però risulta assolutamente credibile, oltre che intrigante e spassosissimo. Grandissima cura per i dettagli e straordinaria ricostruzione dei filmati di repertorio (difficile distinguere quelli veri da quelli ricostruiti); ottimo anche l'aspetto "psicologico" della vicenda. Azzeccatissimi tutti gli attori, da quelli principali (Allen e la Farrow) a quelli secondari. Da non perdere.

Harrys 15/06/09 14:12 - 687 commenti

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Favoloso mockumentary con protagonisti Woody Allen e Mia Farrow. Il regista, attraverso questa singolare forma, analizza alla radice i concetti di conformismo e di individualismo, esprimendo alla fine la sua personalissima opinione riguardo gli atavici quesiti: l'amore è la cura ad ogni male. Eccezionali i finti filmati d'epoca, che contribuiscono non poco a rendere credibile il tutto. ****

Rambo90 22/01/12 20:03 - 7702 commenti

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Il più originale tra i film di Allen che ho visto: un vero e proprio documentario, che ha dell'impressionante nei fotomontaggi che ritraggono il protagonista con personaggi famosi degli Anni Venti e Trenta. Così come è geniale (e spesso divertente) la malattia di cui è affetto Zelig. Forse però proprio il suo stile documentaristico dopo un po' può annoiare, visto che il ritmo non è molto veloce. Comunque resta uno degli exploit più bizzarri di Woody Allen.

B. Legnani 4/02/12 16:07 - 5537 commenti

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Sorprendente opera di Woody Allen su "L'uomo camaleonte". Inoltre la cosa più formidabile, visto il film, è considerare che la stessa pellicola è camaleontica, con l'incredibile capacità di mescolare filmati dell'epoca, filmati che si fingono degli Anni Venti e degli Anni Trenta, finte interviste a personaggi reali, finte interviste a personaggi inventati. Il tutto è di così alto livello che diventa difficile indicare cosa è il meglio. ****
MEMORABILE: Battuta fulminante: il deputato del Delaware che compra due volte lo stesso terreno da un finto proprietario.

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Giùan 12/06/12 22:19 - 4565 commenti

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Se Manhattan è il capolavoro del "cuore" dell'uomo Woody, Zelig è il film per antonomasia dell'autore Allen: cerebrale, sfuggente, angosciato. Riflessione sul cinema e sulla vita, sull'impossibilità di piacere a tutti e sulla tragicommedia dell'esistenza. Nel genere "comico" solo Chaplin e Keaton han saputo assestarsi su livelli tanto nobili di coscienza cinematografica e innovazione tecnica (straordinario lavoro di Willis). Un'opera schiacciata su e stessa che, come il suo protagonista, lotta tra conformismo e ricerca della propria originalità.
MEMORABILE: L'intervista a Bruno Bettelheim che spiega il sostanziale conformismo di Zelig; Le canzoncine sull'uomo camaleonte.

Nancy 9/10/12 23:16 - 774 commenti

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Un buon film che ha al suo arco la freccia dell'originalità: Allen infatti lo ricostruisce come un documentario sulla vita di un personaggio affascinante e dimenticato, il camaleonte umano Zelig. Girato decisamente bene, anche se dopo un po' tende a stancare nonostante la durata non eccessiva. Interessante l'idea del personaggio stesso, al quale ruota intorno tutto il film, metafora dell'individuo omologato e conformista del mondo moderno e ovviamente psicolabile (altrimenti non sarebbe un film di Woody Allen).

Ryo 14/03/13 16:23 - 2169 commenti

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Divertentissimo mockumentary che vede raccontata la vita del noto uomo-camaleonte Leonard Zelig, capace di trasformarsi copiando le personalità di chi gli sta vicino. Deliziosa tutta la confezione anni 20: sembra un autentico documentario! Mischia bene i filmati di repertorio (in cui talvolta lo stesso Allen viene aggiunto alle scene) a riprese girate ad hoc e appositamente invecchiate. Gustosissime le "hit" musicali, che avrebbero spopolato negli anni in qui il camaleonte raggiunse l'apice del successo. Con questo film Allen ritorna agli albori, quando la comicità faceva da padrona nelle sue pellicole.
MEMORABILE: Il merchandising sul camaleonte; La seduta con la psichiatra in cui Zelig sostiene di essere lui un dottore!; Zelig dietro Hitler che saluta.

Didda23 25/07/13 16:28 - 2426 commenti

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Tre anni dopo il tonfo pseudo intellettualoide di Stardust memories, l'ottimo Woody riesce a incanalare la propria creatività dando vita a un finissimo lavoro che da un lato fa emergere una serie irripetibile di gag comiche, dall'altro analizza come ben pochi l'anomia sociale e il tormento interiore dovuto alla mancanza di accettazione della comunità. Incredibile il lavoro sull'immagine che delinea un quadro tecnicamente curato grazie a ricostruzioni scenografiche di rilievo. Grande, anche se non fra i miei preferiti.

Yamagong 4/11/13 01:01 - 274 commenti

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Forse tra le opere più audaci della filmografia alleniana assieme a Bananas, Zelig è un bizzarro quanto felice incrocio tra mockumentary, commedia surreale e love story. La ricostruzione degli anni '20 è maniacale a dir poco, sicché la narrazione acquisice forza in virtù della sua supposta veridicità. Qui, inoltre, un Allen autore in piena forma riesce non di rado a colpire nel segno persino sul fronte della tematiche di scottante attualità. Dispiace un po' il ritmo ridondante, dovuto al taglio documentaristico; ma il gioco vale la candela!
MEMORABILE: "Ho in analisi due coppie di gemelli siamesi che soffrono di sdoppiamento della personalità. Vengo pagato da otto persone".

Jandileida 14/11/13 00:04 - 1567 commenti

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La standardizzazione del sé tipica dei tempi moderni portata all'estremo (il mite Leonard Zelig diventa di volta in volta chi gli è vicino) da un grandissimo Allen che mescola con sapienza e verve i piani della finzione e del reale e ci regala una vera perla all'incrocio tra metacinema, psicoanalisi e ricerca del proprio io. Il tutto è inoltre innervato da perle di umorismo celebrale di altissimo livello, di quelle che solo il vecchio Woody sapeva dispensare. Difficile trovargli un seppur minimo difetto sia a livello tecnico che di contenuti.
MEMORABILE: Chiesi al rabbino il senso della vita, me lo disse ma in Yiddish. Io non lo parlo. Mi chiese 600 dollari per impartirmi lezioni di Yiddish.

Bizzu 7/04/14 23:28 - 217 commenti

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Voglio subito precisare che non è un brutto film, anzi capisco pure che qualcuno possa rimanere folgorato da una pellicola del genere, profondamente geniale e unica. Unica però è anche la pesantezza: il film non arriva ai canonici 90' ma arrivato a metà ero gia pronto per andare a letto. Tanto geniale quanto noioso.

Furetto60 11/03/15 15:20 - 1196 commenti

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L’idea di base è originale e sono notevoli gli effetti speciali che permettono al camaleontico-nevrotico Zelig di inserirsi nei documentari d’epoca. Allen cura un lavoro di garbata ironia dedicato ai piccoli difetti e ipocrisie dell’uomo e lo sforzo è senz’altro lodevole. Purtroppo il risultato non è proporzionale. Il filo conduttore tra le varie situazioni è labile, il ritmo assai blando e qualche rara battuta sparsa nel narrare regala l’effetto di un olandese che cerca di tappare con le dita le crepe della diga. Ottimo contro l'insonnia.

Hackett 5/12/16 21:44 - 1867 commenti

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Le tragicomiche avventure di un uomo che fa di tutto per farsi accettare/ignorare dalla società prendono vita in questo geniale film di Woody Allen. Geniale soprattutto per come è pensato e realizzato, un falso documentario che tra realtà e finzione ci racconta con la consueta ironia amori, debolezze e desiderio di appartenere a qualcosa, pulsioni tanto umane quanto speciali.

Daniela 23/07/16 19:43 - 12672 commenti

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Fra filmati di repertorio, spezzoni fiction perfettamente mimetizzati ed interviste a testimoni (finti) ed intellettuali (veri), mockumentary su un personaggio famoso fra le due guerre per le sua camaleontica capacità di modificare le proprie caratteristiche e il proprio fisico per diventare nero fra i neri, grasso fra i grassi, rabbino fra i rabbini. Una delle vette del genio comico di Allen, talmente ricca e stratificata da richiedere più di una visione per essere apprezzata pienamente, parabola grottesca dell'uomo comune che si annulla nel conformismo: se uno è centomila, uno è nessuno.
MEMORABILE: "Ho lavorato con Freud a Vienna. Ci dividemmo sull'invidia del pene: Freud pensava di doverla limitare alle donne.”

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Pinhead80 7/01/17 14:10 - 4767 commenti

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Attraverso un finto documentario si ricostruisce la vita di un singolare personaggio capace di assumere le somiglianze di chi lo circonda. E' un film geniale perché critica in maniera acuta il conformismo e allo stesso tempo la società pronta a considerarti fenomeno da baraccone prima, eroe dopo, delinquente e infine ancora eroe con una velocità tipica dell'era post-moderna, pronta a fabbricare e distruggere idoli con la stessa velocità con cui ci si sbarazza di un fazzoletto di carta. Una delle opere più profonde e riuscite di Woody Allen.

Paulaster 27/01/17 10:08 - 4427 commenti

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Geniale l'idea di inventarsi un finto documentario su un personaggio immaginario dalle plurime personalità. Ricostruzioni minuziose degli anni 20 e seguenti in cui il realismo è stupefacente. Anche i commenti degli ospiti danno il giusto valore aggiunto. Il messaggio di fondo potrebbe essere il bisogno d'amore che ci porta a modificare il comportamento (senza entrare nel campo psicologico). Piccola pecca che stona sono gli ultimi momenti col nazismo e la Farrow che ha solo un bel sorriso.
MEMORABILE: La trasformazione nel greco e nel mariachi.

Minitina80 24/02/17 05:30 - 2986 commenti

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Una bizzarra e originale metafora sul conformismo, sulla necessità di adattarsi alla massa per essere parte integrante della società. Leonard Zelig è l’essenza della rinuncia a essere se stessi per non intralciare o gettare ombra sul prossimo. L’atteggiamento di esaltazione e distruzione di falsi idoli da parte della società viene criticato con altrettanta acredine mascherata dal linguaggio apparentemente disimpegnato di Allen. Grandioso il lavoro di cesellatura degli spezzoni dei documentari in cui si inserisce senza che si noti la differenza.
MEMORABILE: Ho in analisi due coppie di gemelli siamesi che soffrono di sdoppiamento della personalità. Vengo pagato da otto persone!

Redeyes 31/03/17 08:14 - 2449 commenti

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Allen con questo mockumentary conquista i palati fini. Una vis comica completamente soffocata da un acume fuori dal comune ma anche da tempi dilatati. La sporcatura delle immagini e il bianco e nero danno spessore alla pellicola ma gravano sul racconto. La domanda che sorge è se si abbia o meno voglia di interrogarci sul conformismo moderno letto attraverso una pungente satira a totale discapito della scorrevolezza della storia o meno. Geniale, ma non è il mio Allen preferito.

Il ferrini 3/06/17 00:46 - 2360 commenti

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Zelig sta al mockumentary come Io & Annie alla commedia. Stilisticamente ispirato e tecnicamente impressionante, questo lavoro di Allen non perde freschezza neanche dopo trent'anni suonati. La scelta del bianco e nero per raccontare il passato alternato alle interviste a colori per il presente gli conferisce un grottesco realismo (l'attrice che interpreta la Farrow "vecchia" è profeticamente somigliante). Le battute sono, al solito, micidiali e i fotomontaggi esilaranti. Perfetta anche la durata (breve) che non consente di annoiarsi.
MEMORABILE: Le sedute nella stanza bianca.

Thedude94 6/08/17 19:03 - 1097 commenti

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Il camaleontico Zelig, buffamente interpretato da Allen, è alle prese con una malattia insolita, che solo la bella dottoressa, un'ottima Mia Farrow, tiene a cuore. Finto documentario comico in bianco e nero con una magistrale fotografia, presenta una riflessione critica nei confronti del conformismo americano e dell'obbligo in cui si sentono i cittadini di dover somigliare agli altri per poter essere accettati. Il messaggio è calzante e la comicità di Allen sempre fuori dagli schemi.

Rocchiola 22/10/18 14:33 - 968 commenti

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Finto documentario che mescola spezzoni di repertorio e nuove sequenze girate con lo stile dell’epoca in un bianco-nero deteriorato, a cui si aggiungono le interviste a colori ai protagonisti invecchiati. Dentro c’è tutto Allen, con le sue battute sulla psicanalisi, sul sesso e sulla cultura ebraica. L’idea dell’uomo camaleonte che si trasforma per essere accettato dal prossimo è originale e si presta a notevoli riflessioni sull’individuo umano, ma lo stile documentaristico, non per tutti i gusti, limita l'importanza dell'opera.
MEMORABILE: Le numerose trasformazioni di Zelig e la sua presenza accanto a personaggi celebri come un antico precursore di Forrest Gump.

Alexcinema 14/08/21 23:43 - 116 commenti

I gusti di Alexcinema

Sotto la rigida e fredda forma di documentario-inchiesta, Woody Allen concepisce la perfetta metafora dell'uomo comune rovinato dal conformismo, i cui desideri e aspirazioni non trovano autenticità nella propria persona ma sono disperatamente e inevitabilmente condizionati da fattori esterni. Nel documentario si percepisce, ovviamente per esigenze di spettacolo, una sottotrama di commedia con la love story tra il paziente Zelig (Allen) e la dottoressa Fletcher (Farrow). Prodotto satiricamente sbalorditivo, considerando anche la breve durata che concentra efficamente il messaggio.
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  • Discussione Pigro • 8/12/09 14:55
    Consigliere - 1661 interventi
    .....io questo non lo classificherei proprio come "documentario". Semmai è una commedia. Ho dato un'occhiata in giro in vari siti di cinema ma nessuno lo classifica come "documentario".
  • Discussione Cotola • 8/12/09 15:31
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Ci sarà stata una svista. E' ovvio che trattasi
    di una commedia (peraltro molto bella).
  • Discussione Zender • 8/12/09 19:08
    Capo scrivano - 47804 interventi
    La classificazione documentario seguiva l'umorismo alleniano. E' infatti un falso documentario: un mockumentary, come si dice oggi. Se però preferite la catalogazione classica non c'è problema, lo cambio subito, visto che siete già in due a chiederlo.
  • Discussione Pigro • 9/12/09 09:38
    Consigliere - 1661 interventi
    Mah, direi di sì. Era molto chiaro il senso dell'averlo messo fra i documentari, ma io sarei più per una classificazione "oggettiva", basata cioè sull'oggetto-film piuttosto che sulle intenzioni o addirittura (come in questo caso) sul gioco concettuale che ne sta alla base. Da questo punto di vista, secondo me c'è un altro film che andrebbe cambiato di categoria, e cioè "Roma" di Fellini, che ha un po' lo stesso senso e secondo me dovrebbe avere lo stesso trattamento: il finto documentario è in realtà una commedia o addirittura - a modo suo - un fantasy.......
  • Discussione Zender • 9/12/09 12:45
    Capo scrivano - 47804 interventi
    Sì, sono punti di vista (un po' soggettivi nel mio caso, lo ammetto, e infatti come vedi l'avevo già cambiato). Roma però lo direi un po' diverso, nel senso che vuole proprio essere una sorta di documentario, pure se sui generis...
  • Homevideo Rocchiola • 22/10/18 14:39
    Call center Davinotti - 1255 interventi
    Solito DVD MGM di buona fattura forse un po' datato ma più che accettabile sotto il profilo audiovisivo. Inoltre in questo caso è praticamente impossibile trovare imperfezioni e difetti, visto lo stile di ripresa che richiama i vecchi filmati degli anni 20-30 volutamente invecchiati e pieni di macchie e graffiature. L'audio italiano mono fa il suo dovere potente e pulito. Uscito in bluray nel 2016 in Usa marchiato Twilight Time ed in Uk a cura della Arrow, ma in entrambi i casi senza audio italiano.
    Ultima modifica: 22/10/18 18:04 da Zender