Note: E non "Rasty il selvaggio" o "Rasti il selvaggio". Il soggetto di questo film è tratto da un romanzo della scrittrice statunitense Susan Eloise Hinton pubblicato nel 1975.
Dalla stessa autrice da cui Coppola aveva tratto I RAGAZZI DELLA 56^ STRADA, un nuovo film sulla gioventù perduta, più ambizioso (a cominciare dallo strepitoso bianco e nero di Stephen H. Burum) ma anche molto meno avvincente del precedente. I tempi delle bande sono finiti e Rusty James (Matt Dillon) prova a ereditare il carisma del fratello da tempo assente (Mickey Rourke) per guidare quattro ragazzotti semplici come lui (vi riconosciamo i giovanissimi Nicolas Cage e Chris Penn). Al ritorno del fratello e della sua moto (Rourke era celebre come “Motorcycle Boy”) Rusty avrà la conferma che i tempi delle bande sono definitivamente...Leggi tutto tramontati a partire dall'atteggiamento disilluso e stanco del fratello, che pare interessato solo ad osservare i pesci lottatori di un negozio di animali (il titolo originale è RUMBLE FISH), unici elementi colorati del film. Coppola pare molto più impegnato a stupire con la messa in scena e le inquadrature virtuosistiche che a dare spessore ai suoi personaggi o a trovare un senso in una sceneggiatura piuttosto latitante. Si compiace di uno stile visivamente straordinario (quale grazia, in talune immagini) dimenticando che a rendere interessante un film dev'essere anche la storia, supportata da qualcosa in più di un semplice disegno di una realtà in parte già analizzata nei RAGAZZI DELLA 56^ STRADA. Rourke si perde nelle sue sterili elucubrazioni para-filosofiche, il padre alcolizzato (un sempre perfetto Dennis Hopper) pontifica sulla vita e l'emarginazione senza cavare un ragno dal buco, la bella fidanzata (Diane Lane) di Rusty si comporta come esattamente ci aspetteremmo. Manca la spina dorsale, a Rusty e al film. Musiche di Stewart Copeland (all’epoca ancora batterista dei Police).
E' la versione autorale e il "negativo" del precedente The Outsiders. Quindi via il colore in favore del bianco e nero, via lo schermo panoramico per un formato più intimista. Struttura simil nouvelle vague con incursioni surrealiste e simboliste. Punteggiato dalle percussioni dell'ex Police Stewart Copeland. La forma ha preso il sopravvento sulla storia e Coppola può sentirsi nuovamente un Autore. Anche qui il cast è molto interessante in quanto vi recitano un giovane Cage e soprattutto il motorcycle-boy Rourke. Da vedere.
Grigio e visionario, rigorosamente in bianco e nero. Conflitto tra la ricerca dell’eroismo e l’accettazione dell’amara realtà quale emerge nel tragico epilogo. Grande Dennis Hopper nei dimessi panni del padre alcolizzato dei bulli Matt Dillon e Mickey Rourke. Belle le musiche.
Quasi un film gemello e quasi contemporaneo del più commerciale I ragazzi della 56° strada, Rusty il selvaggio è una sorta di Gioventù bruciata degli anni '80.Rispetto al precedente film dello stesso regista, è portatore di una visione più cupa e pessimista della realtà anche dovuta alla fotografia in bianco e nero e al carattere maggiormente drammatico e più adulto della storia. Notevole la colonna sonora e molto adeguato il cast.
Snodo fondamentale nella produzione del regista, Rumble Fish misura le distanze generazionali e la consistenza del tempo secondo uno sguardo che decompone lo spazio in un’assidua sperimentazione stilistica: non ci sono pleonasmi nella visione telescopica di Coppola, egli invade, soffoca lo schermo di forme abnormi per negare ai suoi personaggi la possibilità di sopravvivere. Il colore, investito di una sorprendente cifra simbolica, rinvia ad una percezione più sottile e meravigliosa delle cose, innesca una contesa tra l’oggetto percepito e l’oggetto sognato, tra accettazione e idealismo.
MEMORABILE: La rissa nella metro; l'emersione dal corpo; la corsa delle nuvole riflessa sull'acquario.
Uno dei migliori film del grande regista americano, è un capolavoro di grande fascino visionario, fotografato con uno splendido BN espressionista che esalta le scenografie lugubre e barocche, tutto poggiato sull'interpretazione di Mickey Rourke, mai così in parte ed affascinante. Il film poggia tutto sul suo personaggio (la fotografia è in BN perché anche Rusty, dopo un brutto colpo in testa, non è più in grado di vedere i colori) e sul suo rapporto con il fratello minore, interpretato dal bravo Dillon, che lo ammira. Grandissimo cinema.
Era lecito aspettarsi di più. No che il disagio di una generazione un po' alla deriva e con le idee piuttosto confuse non sia stato descritto bene , ma il problema è un altro: una pesantezza di fondo, un arrancare che il bianco e nero (con un perchè) sembra quasi accentuare, mettendo alla prova lo spettatore, che se non resta legato, secondo dopo secondo, agli eventi, rischia di essere quasi narcotizzato da certi dialoghi e da una sceneggiatura debole, valorizzata però dall'interpretazione di Rourke (il vero ribelle) e Dillon, il fratello (galletto pompato e poco sveglio).
MEMORABILE: Il rapporto figli-padre ubriacone; Rusty al preside: "Non è lei che mi sospende; Sono io che vi mando a cagare". The motorcycle boy reigns.
Ragazzo affascinato dal fratello maggiore vuol seguirne le orme di teppista. Chiave di volta del film è, come in Outsiders, la prospettiva mitica che si sovrappone su una realtà inestistente: il mito delle bande che non ci sono più; di un altrove; di un fratello che non è quel che sembra; di amicizia e amore... E proprio con il linguaggio del mito Coppola compone la sua opera: un limpido b/n, riprese calligrafiche, sceneggiatura e dialoghi simbolici, look evocativo del protagonista. Ma tutto è troppo schematico e alla fine pure noioso nella staticità della storia.
Ci sono un sacco di cose che non quadrano nella storia e un sacco di stereotipi e si capisce che così è solo per dare il senso che il regista vuol dare alla storia stessa. Bisogna accontentarsi di ammirare il lavoro nel suo aspetto estetico fotografico e nella buona interpretazione da parte dei giovani attori, specie in quella di Rourke, mai più visto con quelle espressioni e con quegli sguardi. Se il film fosse diviso in una quindicina di spezzoni fini a se stessi sarebbero quindici piccoli capolavori. Peccato, ma doveva essere così, unico.
MEMORABILE: The Motorcycle Boy al fratello Rusty: "Se vuoi guidare la gente, devi avere dove andare".
Il mio film preferito in assoluto, uno tra i tanti capolavori di Coppola, tratto da un romanzo della Hinton, presente nel film in un cameo. Gemello di The outsider (più o meno stesso cast, sempre la Hinton a fare da base di sceneggiatura, sempre Coppola in regia), vanta una splendida fotografia, una cura tecnica incredibile, sequenze da antologia ed interpretazioni indimenticabili, da ogni singolo membro dello splendido megacast qui proposto. Capolavoro come pure capolavoro è la musica di Copeland, sullo scorrere del tempo. Indimenticabile.
MEMORABILE: Il discorso di Hopper riguardo Rourke: "Tuo fratello è nato nell'epoca sbagliata, sullo sponda sbagliata del fiume, ha sbagliato parte e commedia".
Questa è la storia di un ragazzo che come tutti i giovani dipende troppo dai suoi idoli. In questo caso l'idolo è il fratello: un duro, capace di ammaliare un intero quartiere. Il fattore primario in quest'opera è il tempo, che cammina e non si ferma, lasciando la gioventù bruciata al suo destino. I colori nel film mutano a seconda delle situazioni. Dillon, Rourke e Hopper sono magnifici.
Se "Rusty il selvaggio" rimane uno dei migliori film di Francis Ford Coppola, per Mattin Dillon questa è sicuramente la migliore perfomance. Con un cast d'eccezione, da un malinconico Mikey Rourke al giovane Nicolas Cage, si punta su una storia drammatica, sull'ansia e ingrenuità giovanile. Bellissima fotografia e il bianco e nero è davvero efficace.
Decadente, avvolto in un fumoso bianco e nero, questo film di Coppola ci riporta in una città infernale dove non ci sono eroi, ma solo due fratelli: Rusty James (Matt Dillon) e il ragazzo con la moto (Mickey Rourke), destinati alla sconfitta senza nessuna possibiltà di redimersi. Perseguitato, alienato senza più il sostegno della banda, Rusty James cerca il suo riscatto ma rimane nell'ombra di un fratello, eroe esemplare suo malgrado, che si rivelerà solamente uno che ha una diversa più acuta percezione delle cose che può portare alla follia.
Coppola (come in altre numerose occasioni) ci regala un film di bellezza straordinaria. Impossibile non apprezzare sia la maestosa fotografia sia la regia che a tratti è pura poesia. Ottima la prova di tutto il cast: Matt Dillon è davvero incredibile per bravura (vi prego ascoltatelo in originale!). Film che segna, gioiello dal valore inestimabile. Rasenta la perfezione. Vivamente consigliato!
Molto simile al precedente The outsiders con il quale forma un dittico ideale. I due film sono, infatti, accomunati da tanti fattori: in primo luogo l'attenzione del regista per degli adolescenti difficili, le cui storie sono trattate con pudore e delicatezza e cui ancora una volta è riservato un destino amaro e avverso. Lo stile è "barocco", interessante ma discontinuo: a soluzioni visive che piacciono, se ne alternano altre che possono risultare gratuite e stucchevoli (come accade a volte al regista). Cast ricco di belle speranze e non solo. Risultato finale
più che buono.
Girato contestualmente a I ragazzi della 56a strada, Rumble fish ne appare invero l'ideale controtipo. Dove quello si limitava a recuperar i topoi di certo cinema "generazionale", questo li rimodula in qualcosa di originale, esasperandone la forma (il b/n di Burum, le ricercatezze wellesiane degli angoli di ripresa, l'elegante montaggio) come i contenuti (i rapporti carichi di vibrato tra i personaggi, la loro stilizzazione si innerva di sfumature). Coppola ci dona un film la cui visione assorbe, come quella del tramonto di tutto ciò che abbiamo mitizzato.
MEMORABILE: Le nuvole che si muovon veloci ritornando in alcuni momenti del film; Rusty che si specchia a "colori"; Rusty che levita sulla città.
Nonostante gli preferisca il precedente I ragazzi della 56esima strada, bisogna riconoscere le notevoli capacità registiche di Coppola, che realizza un dramma urbano dal fine taglio autoriale; a partire dalla bella fotografia in bianco e nero, che insieme alle atmosfere fumose ricorda certi film degli anni '30, per arrivare all'uso creativo e sinuoso della mdp. Non da meno le prove attoriali, con l'encomiabile trio Dillon-Rourke-Hopper. Purtroppo il ritmo latita spesso e la visione richiede molta attenzione, ma gli highlights sono svariati.
Esistenzialista e generazionale. Opera visionaria, virtuosa, multiforme; dolente e malinconica testimonianza di varie impossibilità, occhio spalancato e desaturato sull’irrequietezza e il disagio. Porte chiuse, vicoli decadenti, spazi stretti: vite ovattate, con poco ossigeno, mentre il tempo scorre veloce - troppo veloce – e la percezione delle cose sfuma, confonde, giungendo così all’amara consapevolezza di accettare una vita senza una vera ragione per viverla, il mito effimero come la realtà a cui non si vorrebbe prender parte. Fondamentale.
MEMORABILE: Le nuvole che scorrono velocissime proiettate su ogni specchio; Il discorso di Hopper al bar; L’orologio gigante alle spalle senza lancette.
Il "Rusty" di Coppola è tante cose: un omaggio anni '80 al Selvaggio di Brando, una variazione minimale della tragedia familiare del suo Padrino, una revisione daltonica e senza redenzione del James Dean orfano de La valle dell'Eden. Film essenziale e romantico, impreziosito dalla simbolica fotografia in B/N e da scelte di cast particolarmente azzeccate, anche nelle seconde e terze file (da papà Dennis Hopper, alternativa vivente del suo Easy rider, al cantautore dei derelitti Tom Waits messo dietro al bancone del bar).
Ritratto del delinquentello Rusty James (all’ombra del fratello maggiore) tra risse e bevute. Siamo negli anni ’80, ma Coppola descrive un ambiente senza tempo, nel bianco e nero cupo e sfruttandone le ombre. Imperniato sul declino giovanile, il film diventa una dimostrazione dell’ottimo stile registico e del pensiero pessimista del futuro. Dillon è nel ruolo ma si preferiscono il calmo carisma di Rourke e le poche scene di un Hopper alcolizzato.
MEMORABILE: La gente che balla nella sala da biliardo; Dillon che lievita.
Film gemello del precedente con cui condivide la tematica relativa al disagio giovanile, l'approccio molto stiloso ed il protagonista Dillon che qui impersona un ragazzo suggestionato dal fratello maggiore, ribelle ed insofferente alla legge. Questo personaggio, interpretato da Rourke al primo ruolo di rilievo, è daltonico e riesce a vedere solo alcuni colori. A questo si lega la scelta di un b/n ad alto contrasto appena screziato dal blu e rosso di alcuni pesci, che, unita a certe inquadrature dal gusto impressionista, caratterizza un film non del tutto riuscito ma affascinante, onirico.
Seguito ideale de I ragazzi della 56ª strada, la storia si incentra tutto sul rapporto dei due fratelli e a far da contrappunto il loro rapporto col padre. Bellissime atmosfere; un film girato in modo eccezionale da Coppola e con un bianco e nero di forte impatto visivo. Matt Dillon e Mickey Rourke sono da applausi. Discreta la colonna sonora di Stewart Copeland.
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A Tom Cruise fu offerto il ruolo di Rusty James che però rifiutò per fare Risky Business.
Fonte:Imdb
DiscussioneDidda23 • 9/04/11 21:44 Contatti col mondo - 5798 interventi
Trovo scandaloso il titolo italiano e la traduzione del personaggio di Rourke.Volete mettere il titolo "Rumble Fish" e l'epiteto "Motorcycle Boy"??
DiscussioneZender • 10/04/11 09:08 Capo scrivano - 47698 interventi
In effetti uno di quei titoli "leggermente" modificati rispetto all'originale... Però forse il titolo italiano si ricorda più facilmente, è più caratterizzante.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Gli anni della nuova Hollywood", mercoledì 23 aprile 1986) di Rusty il selvaggio:
CuriositàDaniela • 8/04/19 21:57 Gran Burattinaio - 5925 interventi
Come il precedente I ragazzi della 56a strada, anche il soggetto di questo film è tratto da un romanzo della scrittrice statunitense Susan Eloise Hinton pubblicato nel 1975.
Il titolo originale "Rumble Fish" si riferisce ai pesci combattenti che il personaggio interpretato da Rourke ruba da un negozio di animali.
Questi pesci costituiscono gli unici inserti colorati nel film, per il resto interamente in bianco e nero.