Totò e i re di Roma - Film (1952)

Totò e i re di Roma
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dei racconti di Čechov da cui il film prende (“Morte di un impiegato” ed “Esami di promozione”) resta ben poco nella sceneggiatura di Steno e Monicelli. La fusione dei due spunti in un film a sfondo impiegatizio (non ancora fantozzianamente inteso, pur se già si intravedono alcuni motivi inevitabilmente sfruttati poi da Villaggio) dà luogo a un patetismo, questo sì cechoviano, toccante ma prevedibile. Filo conduttore è l'idea dello starnuto presente in “Morte di un impiegato”: Totò, pur di scusarsi per aver annaffiato il direttore con uno starnuto dal loggione, continua a tormentarlo senza immaginare che a questi nulla importi della cosa. Arriverà a organizzare una mini-festa...Leggi tutto in casa propria solo per scusarsi definitivamente. Nella parte del tirapiedi del direttore troviamo un giovanissimo Alberto Sordi, all'epoca ancora prigioniero di un macchiettismo che già aveva trovato la sua dimensione completa in MAMMA MIA, CHE IMPRESSIONE! Se all’insistente “Signora Margheritaaa” di quel film sostituiamo il “Signor capo archivistaaa” di questo TOTO’ E I RE DI ROMA si capirà facilmente che tipo di personaggio interpreti Sordi: un maestro elementare destinato a esaminare l'indifeso Totò in una scena che segue quella, esilarante, del primo esame coi professori comprensivi. Il livello di comicità nel complesso non è tuttavia molto alto, benché la versatilità di Totò gli permetta in ogni caso di esprimersi facendo ridere senza difficoltà anche in un contesto a lui forse non troppo congeniale. I duetti con Sordi sono pochi e l'elemento più sguaiatamente comico tra loro pare proprio il futuro asso della commedia all'italiana, odiato da Totò per la sua insopportabile petulanza. Un film ben diretto, che vola basso rispetto alle proprie ambizioni ma che non annoia. il finale surreale sull'Olimpo è simpatico.

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B. Legnani 16/06/07 13:48 - 5537 commenti

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Pellicola che presenta vari accenti: il comico, il tragicomico, il surreale. Film di Totò, capace di espressioni di grande artista a tutto tondo (si pensi ai minuti successivi al disastroso esame scolastico), con cospicua e ottima presenza di Sordi, in uno dei suoi ruoli da cattivo, con vocetta isterichina e fare supponente. Due grandi, che riescono a compensare, qua e là, qualche caduta di tono della vicenda, comunque godibile.
MEMORABILE: L'impiegato olimpico dice a Totò di sbrigarsi perché c'è la coda e l'altro gli risponde: "La coda ce l'avrà sua sorella!".

Smoker85 15/07/10 16:13 - 487 commenti

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Uno dei migliori film di Totò, dove l'intento di critica contro burocrazia e caporali non soffoca la verve del protagonista, che duetta (ahinoi, per l'unica volta) con un altro mostro sacro del nostro cinema, Alberto Sordi, irresistibile e cattivissimo antagonista. Il film anticipa molti aspetti del "primo" e miglior Fantozzi, tra ironia, surrealismo e anche tragicità. Per ridere e riflettere, giacchè dal 1951 ad oggi non sembra aver perso attualità.
MEMORABILE: L'esame del protagonista da parte del severissimo Alberto Sordi.

Galbo 1/08/10 08:47 - 12399 commenti

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Strano film codiretto da Steno e Monicelli, rappresenta l'unico episodio cinematografico che vede insieme sul set Totò e Alberto Sordi. L'ispirazione viene da due racconti dello scrittore russo Cechov, opportunamente rielaborati. Nel film vengono mescolati insieme (e non sempre con grande equilibrio), il comico, la farsa e la commedia nera, insieme a qualche spunto drammatico e lacrimevole. Il tutto è abbastanza godibile anche se non memorabile.

Enzus79 1/08/11 16:01 - 2902 commenti

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Monicelli e Steno prendono spunto da racconti di Cecov e ci mettono dentro il grande principe De Curtis. Non si ride come in altri suoi film, ma ci si limita al sorriso. Film che sfocia in alcuni momenti nel grottesco. Simpatico il perfido Sordi.

Deepred89 12/10/11 10:41 - 3709 commenti

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Una commedia curiosa, parecchio sconnessa e composta più che altro da una serie di episodi, che stupisce per l'anarchia degli ultimi snodi narrativi, piuttosto estranei al genere e caratterizzati da un piacevole surrealismo. Ciò che viene prima non è il massimo, a partire da un primo tempo decisamente blando e poco interessante, ma l'espressività di Totò riesce a sostenere anche i momenti meno brillanti. Un po' macchiettistico il personaggio di Sordi. Discreto film.

Nancy 15/10/11 20:46 - 774 commenti

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I temi erano pretenziosi, raccontare la mediocrità e l'incapacità dell'essere all'altezza delle proprie ambizioni della piccola nuova borghesia creatasi nel secondo dopoguerra italiano. Ma purtroppo i ritmi non rendono sempre il miglior servizio al film, che sembra stare in piedi solo grazie all'interpretazione di Totò e di un iperespressivo Sordi nel ruolo del cattivo burocrate. Garantisce comunque una buona dose di amaro divertimento.
MEMORABILE: L'assurdo paradiso burocratico.

Saintgifts 25/04/12 21:08 - 4098 commenti

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Totò riesce ad esprimersi al suo massimo solo nella scena dell'esame di licenza elementare. Naturalmente regge anche il resto del film che come argomento principale ha il lavoro ai ministeri statali e la descrizione (come era e ancora è nell'immaginario collettivo) del lavoro degli impiegati. Basti dire che tutto l'impegno di un capo ufficio sta nel fare le parole crociate e manco ci riesce. Sordi, antipaticissimo, ripete la sua macchietta dalla voce stridula. Presenza femminile decorativa e una brava Anna Carena che interpreta la moglie di Totò.
MEMORABILE: Tutta la parte dell'anticamera al paradiso, organizzata burocraticamente come i ministeri statali.

Graf 3/05/12 04:46 - 708 commenti

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Un film piuttosto sgangherato, questo di Steno e Monicelli. Dove non recita il solito Totò scatenato, marionettistico o anarchico, ma un attore che interpreta un ruolo a tutto tondo di un impiegatuccio di un archivio pubblico, in perenne lotta con il mondo che l'opprime e che perderà il lavoro se non conseguirà il diploma elementare. Un Totò piuttosto dimesso e patetico che sfiora il sentimentalismo più vieto ma la cui recitazione si fa, altresì, più sfumata e modulare ben adattandosi ai timbri richiesti dalla varie situazioni drammatiche e narrative.
MEMORABILE: La "drammatica" scena dell'esame: l'unico incontro tra Totò e Sordi su un set.

Giùan 21/10/12 15:56 - 4565 commenti

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Comunque miliare, testimoniando l'unico incontro "pubblico" tra due generazioni di maschere italiane, quella aggressiva, cinica ed egocentrica di Albertone e quella più umanistica, antica e popolare di Totò. Al di là di questo affatto accessorio elemento storico, il film si incastona perfettamente nel processo di crescita del sodalizio Steno-Monicelli, arricchendo la galleria di travet del nostro cinema (Campanini, Rascel, Fabrizi) di una ironicamente amara dimensione cechoviana. Coerente e solo apparentemente conciliatorio il finale "fantastico".
MEMORABILE: I duetti Totò - Sordi; Il pappagallo che insulta il ministro; Il funerale "autotrasportato"; Totò col fazzoletto attorno alla testa.

Daniela 10/06/13 10:27 - 12672 commenti

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Modesto travet ministeriale si ritrova nei guai per un banale incidente checoviano che rischia di costargli non solo la nomina a cavaliere, ma pure il posto di lavoro... Come diceva Totò, la somma non (sempre) fa il totale, e qui infatti la collaborazione di Steno con Monicelli si rivela inferiore alle attese, anche se il film, assai discontinuo, si risolleva nettamente nel finale, prima grazie ad un pezzo di bravura del grande attore (il discorso davanti alla commissione d'esame), poi con l'epilogo surreale che vede il nostro alla prese con la burocrazia celeste.
MEMORABILE: Il funerale con il morto a piedi (per risparmiare sulla carrozza) - La borsa nera dei numeri al lotto e l'intervento dei celerini manganellatori

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Gabrius79 5/09/13 18:50 - 1427 commenti

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Un gradevole film diretto dal duo Steno-Monicelli che rimane memorabile in particolare per l'unico incontro fra Totò e Alberto Sordi. Qualche momento di noia serpeggia quà e là, ma Totò salva il tutto, mentre Sordi è un poc' acerbo ma pronto al grande salto. Si ride amaro. Bella la scena dell'esame di Totò con Sordi.

Rambo90 19/09/13 23:36 - 7702 commenti

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Non uno dei migliori film con Totò, ma rimane memorabile per essere l'unica occasione in cui si incrocia con un altro grande: Alberto Sordi. Le parti in ufficio sono le migliori e le più divertenti, insieme al surreale momento nell'adilà con la borsa nera per il lotto. Buoni i duetti con Albertone, ma anche migliori quelli con il buon Aroldo Tieri. Simpatico.

Liv 26/08/15 13:20 - 237 commenti

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Firmato da Mario Monicelli e, soprattutto, Stefano Vanzina, con una regia tirata via, secondo la migliore tradizione romana, con attori ottimi e un copione a metà strada e una sceneggiatura relativamente interessante. Nel complesso è un po' "televisivo", frammentario, tuttavia si può rivedere durante queste giornate estive sonnolente con la stessa indulgenza che il regista riservò a se stesso.
MEMORABILE: Le evoluzioni "politiche" strumentali di Totò, che cerca di accaparrarsi il favore dei potenti buttandosi ora a sinistra, ora a destra.

Il Gobbo 25/02/16 11:55 - 3015 commenti

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Malgrado la gran parata di talenti (non solo i registi ma anche Risi in sceneggiatura e Fulci aiuto) un Totò non riuscitissimo e non troppo equilibrato nei registri, di una gran tristezza di fondo appena riscattata dallo sbrigativo finale. Ruba la scena un Sordi a fuoco con personaggio caricato e odiosissimo. Il celebre "Poi dice che uno si butta a sinistra" diventa qui tormentone
MEMORABILE: "Addavenì" "E noi qui lo aspettiamo" "Ma qui lui non viene!"

Pessoa 6/06/17 12:12 - 2476 commenti

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Poco riuscito tentativo di adeguare l'impeto farsesco di Totò alla sommessa comicità di Cechov. Il comico napoletano si attiene più del solito al testo e sfoggia grandi doti di attore a tutto tondo, imponendo la sua classe ai pur bravi ma troppo macchiettistici Sordi e Tieri. Interessanti anche i momenti in cui l'ironia si fa amara, ma nel complesso la storia resta poco coinvolgente e alcuni momenti paiono piuttosto forzati. Restano comunque alcuni episodi che strappano risate convinte, soprattutto quando il Principe va a ruota libera.
MEMORABILE: Il pappagallo; La banda sgangherata a casa di Totò; Gli esami.

Puppigallo 12/08/19 12:51 - 5281 commenti

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Totò (archivista capo senza neanche la licenza elementare) è l'anima di questa pellicola, che non può certo contare su una sceneggiatura di livello, ma che con un genio della comicità come lui riesce comunque a farsi apprezzare. Gestualità, battute, espressioni del volto, che spesso sono più eloquenti delle parole fanno sì, che questa sorta di primo Fantozzi (sul lavoro non glie ne va bene una, spesso autodanneggiandosi) mostri al pubblico cosa significhi un lavoro sicuro per chi "tiene famiglia", spingendo ovviamente tutto all'estremo. L'ultima parte è poca cosa, ma nel complesso non è male.
MEMORABILE: In finta vacanza; Totò scopre che il pappagallo dello Zoo cantava Giovinezza e i partigiani l'hanno fucilato; Totò vs Sordi "Significato di paliatone"

Paulaster 19/11/19 10:15 - 4427 commenti

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Archivista capo dovrà conseguire il diploma elementare. Clima ministeriale tratteggiato bene in una presentazione scarna nella quale si inserisce il classico equivoco col capo. Sceneggiatura un po’ a segmenti in cui il famigerato esame sembra esagerato ma porta a una conclusione surrealista (si vedano i fondali) e velatamente drammatica per la situazione di povertà casalinga. Sordi fa il caratterista di lusso, nota per il pappagallo (un Portobello ante litteram).
MEMORABILE: “E poi dicono che uno si butta a sinistra”; Totò che canta la lirica; II funerale a piedi.

Zoltan 7/09/20 09:15 - 201 commenti

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Film che si lascia guardare senza problemi ma che in definitiva non raggiunge la sufficienza: manca qualcosa al risultato finale. La trama alla lunga perde un po' di attrito dopo una buona partenza, ma Totò risulta ottimo in un ruolo più serioso del solito. Probabilmente avrebbe beneficiato di una presenza più costante e forte di Alberto Sordi, mentre spicca Aroldo Tieri nel solito ruolo di spalla di Totò.

Pigro 31/01/21 10:16 - 9673 commenti

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La storia del travet negletto che aspira alla promozione e infila una gaffe dopo l’altra col superiore, combina bene lo spunto dei racconti cechoviani con la tradizione italica e la maschera (qui multiforme) dell’efficace Totò. Commedia amara, che ondeggia dal tragico al comico (diversi momenti in cui si ride), dal simbolico (notevole il finale in paradiso, martoriato dalla censura per ironia antireligiosa) alla commedia di costume che ha il picco nell’arguta descrizione della comunità pre-fantozziana degli impiegati. Da riscoprire.

Gottardi 18/03/22 10:32 - 396 commenti

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Povero travet archivista capo si inimica per sbaglio un politico e il suo protetto, i quali per vendicarsi scoprono che è privo della licenza elementare e quindi lo obbligano a sostenere l’esame di licenza pena la perdita del posto e la rovina della famiglia. Indovinato film con un Totò magistrale nel calibrare comicità, ironia e sentimentalismo, rinunciando a ogni velleità di macchiettismo qui riservato a Sordi, strepitoso nella sua odiosità. Ben diretto, il film è permeato da una vena di malinconia sull’impotenza contro il potere costituito e di surrealtà che esplode nel finale.
MEMORABILE: L’esame di licenza elementare tra Totò e Sordi.

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  • Homevideo Smoker85 • 15/07/10 16:16
    Custode notturno - 82 interventi
    Film edito in DVD dalla Cecchi Gori Home Video, non dovrebbe presentare problemi di reperibilità
  • Curiosità Smoker85 • 15/07/10 16:20
    Custode notturno - 82 interventi
    Il film, con chiari intenti di satira politica, fu pesantemente censurato: traccia delle restrizioni subìte, una battuta di Totò durante l'esame di licenza con Alberto Sordi, il quale gli chiese 'il nome di un qualunque pachiderma' e il protagonista sembra rispondere 'Bartali!', mandando inspiegabilmente su tutte le furie l'esaminatore, che lo accusa di 'insultare i suoi superiori'. La battuta è in realtà ridoppiata, per altro goffamente, e in origine Totò rispondeva 'De Gasperi', cosa che spiega sia la reazione di Alberto Sordi che ovviamente il motivo della censura.
  • Homevideo Noir • 15/07/10 23:04
    Galoppino - 573 interventi
    Il film è solo distribuito da Cecchi Gori in realtà è un prodotto RHV.
    Purtroppo la qualità audio video non è il massimo, il quadro è afflitto da alcuni graffi e spuntinature e l'audio risulta poco pulito.
    Riporto direttamente le note del libretto allegato al dvd:
    Il master digitale è stato ottenuto a partire da un controtipo e da una copia positiva in nitrato, essendo il negativo originale andato perduto. La colonna sonora è stata rimasterizzata a partire da un positivo nitrato.
    Come contenuti extra ci sono un commento audio di Tatti Sanguineti e Mario Monicelli e un'intervista a quest'ultimo più le solite biofilmografie.
  • Curiosità Neapolis • 26/07/11 18:46
    Call center Davinotti - 3088 interventi
    Il titolo originale sarebbe dovuto essere E poi dice che uno..., con riferimento a una frase pronunciata spesso da Totò durante il film: "E poi dice che uno si butta a sinistra...!".

    Fonte Wikipedia
  • Curiosità Neapolis • 26/07/11 19:08
    Call center Davinotti - 3088 interventi
    Il titolo del film prende spunto dalla domanda "Quanti furono i re di Roma?" che viene fatta a Totò all'esame di licenza elementare che è anche l'unica a cui Totò risponde esattamente.
  • Discussione Neapolis • 30/07/11 12:14
    Call center Davinotti - 3088 interventi
    Rivedendo per la ricerca delle location questo film, diretto da Steno e Monicelli ho riscoperto un film forse tra i più belli girati da Totò, di una attualità spaventosa e che, come rilevava giustamente Smoker85 nella sua recensione, anticipa di parecchi anni il Fantozzi di Villaggio, che qui ha pescato a piene mani.
  • Discussione Zender • 30/07/11 12:19
    Capo scrivano - 47804 interventi
    Credo perché come Fantozzi pesca dalla letteratura russa la figura dell'impiegato (il film è tratto da due racconti di Cecov, per quanto liberamene). In pratica l'influenza sta a monte, direi.
  • Discussione Raremirko • 4/03/18 22:51
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Molto veritiero per certi versi (l'impiegato dalal vita difficile), ma è anche vero che ora, a differenza di altre opere simili, il lungometraggio mostra tutto il peso del tempo.

    Qualche sequenza divertente c'è (l'interrogazione di Totò) ma dopo un pò il film da l'impressione di non sapere troppo bene come continuare (vedere il finale in paradiso).

    Vedibile ma nulla più.

    Importante per il duello attoriale di Totò con Sordi, questo si.
  • Curiosità Daniela • 24/12/19 08:51
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    I due racconti di Anton Cechov da cui il soggetto del film trae liberamente spunto sono "Esame per promozione di grado" (1884) e "La morte di un impiegato" (1883).

    Questo è l'unico film in cui recitano insieme Totò ed Alberto Sordi.