Le location esatte di "Guardie e ladri"

24 Maggio 2011

La situazione al via delle ricerche:
Nonostante il film sia importante e molto amato, online la ricerca delle location si è finora limitata alla casa di Totò (che tempo fa aveva scoperto sul nostro forum tale Giovy) e a un vago “fosso di Sant’Agnese” per l’inseguimento. Tutto quello che troverete di seguito (soprattutto la ricostruzione minuziosa dell’inseguimento) compare qui per la prima volta (Wiki e imdb non dicono una sola parola in tema location del film, al momento)

Parlare di Guardie e ladri significa parlare di una delle più importanti commedie italiane degli Anni Cinquanta, in cui Totò venne finalmente apprezzato per le sue qualità non solo da comico puro ma da attore a tutto tondo (non a caso vinse il Nastro d’argento, per la sua interpretazione). Guardie e ladri si portò a casa anche il premio come miglior sceneggiatura a Cannes 1952, a conferma del suo straordinario spessore. Dal punto di vista delle location, non sono poi molte quelle che si vedono nell’arco del film, molto spesso rinchiuso in interni, ma quelle poche sono una importantissima testimonianza della Roma che fu, con Via Gregorio VII ridotta al tempo a una stradella sterrata e infangata, ad esempio. Quello che abbiamo fatto è stato, come sempre, cercare di individuare tutto ciò che viene mostrato nel film scoprendo cose anche molto interessanti. Cominciamo quindi dalle prime scene, quelle al foro, con la famosa truffa della patacca...

01. AL FORO
(Ellerre, Zender)
Il film si apre sulla celebre truffa del sesterzo romano (in realtà una patacca). Fedinando Esposito (Totò) e il suo socio (Aldo Giuffrè) fanno prima una prova tra loro per vedere se la truffa è organizzata al meglio e attendono poi l’arrivo di un turista (pollo) da raggirare.
Questi si materializza quasi subito e comincia la truffa, ma la moneta sistemata sotto le rovine per essere scoperta viene a sorpresa trovata da un tizio che passa di lì e il socio è costretto a sistemarne un’altra sotto una seconda colonna. La truffa (corretta in corsa) funziona alla grande, ma qualcosa, alla fine, andrà storto… Le scene sono state chiaramente girate al foro romano, ma come sempre quello che interessava noi era trovare il punto esatto in cui vennero nascosti i finti sesterzi, e infine l’obiettivo è stato raggiunto e i luoghi fotografati (da Andygx).

02. AL TEATRO PER LA DISTRIBUZIONE DEI PACCHI
(Ellerre)
La seconda truffa organizzata dai due prevede che si assoldi un gruppo di bambini che dovranno fingersi loro figli per ritirare i pacchi dono promessi ai “bambini europei” durante una cerimonia organizzata al teatro Qvirino. Ferdinando (Totò) e il socio trovano i bambini in un vicolo lì vicino e con loro entrano a teatro, dove partirà la truffa. Stavolta però è alla cerimonia anche il brigadiere Bottoni (Aldo Fabrizi), il quale si accorgerà della truffa dando il via a uno storico, interminabile inseguimento. Il teatro Qvirino che si vede chiaramente inquadrato dall’esterno nel film è oggi chiuso e si trova all’incrocio tra Via delle Vergini e Via dell’Umiltà a Roma. Ed è proprio lungo questa via che vedremo Ferdinando correre e prendere un taxi (guidato da Mario Castellani). Bottoni sale sull’auto dell’americano truffato al foro (che non vede l'ora di mettere le mani su Ferdinando) e l’inseguimento in auto ha inizio...

03. L’INSEGUIMENTO: IN AUTO, CON SOSTA AL SEMAFORO
(Ellerre, Travis)
Ferdinando e il brigadiere Bottoni cominciano a sfrecciare per le strade di Roma, finchè sono costretti a fermarsi davanti a un semaforo diventato improvvisamente rosso. Bottoni, inferocito, salta fuori dall’auto alla ricerca di Ferdinando tra le auto in coda, ma questi furbescamente si accovaccia sul sedile sfuggendo ai controlli di Bottoni. L’incrocio col semaforo è quello tra Via del Tritone, Via dei Due Macelli, via del Traforo e via Crispi, a Roma. Quando torna il verde Bottoni capisce bene qual è l’auto in cui sta Ferdinando e l’inseguimento a quattro ruote continua. “Per due Macelli”, ordina Fabrizi al conducente dell’auto inseguitrice. E difatti è in quella direzione che l’auto parte, imboccando per l’appunto Via dei Due Macelli. La scena successiva vediamo le due auto passare per una piazza, che Ellerre ha identificato correttamente con Piazzale Manila, sempre a Roma naturalmente. E’ curioso però notare in questo caso che la statua equestre che vediamo al centro della piazza nel film oggi non c’è più. L’abbiamo ritrovata nel non così vicino Piazzale Simon Bolivar, dove fa bella mostra di sè.

04. L’INSEGUIMENTO: A PIEDI PER LE CAMPAGNE
(Ellerre, Zender)
Dopo il passaggio per Piazzale Manila le due auto continuano la loro corsa fino a raggiungere una via dove vi sono dei lavori in corso che sbarrano la strada. L’inseguimento in auto non può che terminare qui. Ferdinando scende dal taxi e si avvia verso le colline, seguito a questo punto non solo da Bottoni e dall’americano ma pure dal tassista, cui ovviamente il nostro non ha pagato la corsa. Si tratta della più celebre sequenza del film, quella in cui la guardia insegue il ladro a piedi. I due cominciano a correre percorrendo sterrati che mostrano sullo sfondo alti palazzoni non facilmente identificabili, passano vicino a un ponte, a un campo da calcio, infine si fermano in un’osteria dove Ferdinando chiede di andare al bagno e, chiusosi dentro, fuggirà dalla finestra.
Tutto ha inizio come detto dalla via coi lavori in corso, che si è riusciti a identificare con Via dei Campi Sportivi a Roma. Lo sbarramento è stato posto davanti al piazzale della stazione dell’Acqua Acetosa. E’ qui che Ferdinando scende dall’auto e si dirige verso la collinetta dietro la quale oggi sta il circolo sportivo dove si allenava a tennis Gassman in Il tigre. La scena immediatamente successiva è tuttavia già da tutt’altra parte, ovvero lungo quella che oggi è la Circonvallazione Salaria e dove è girato gran parte dell’inseguimento. Non è stato facile capirlo, ma sullo sfondo si è riconosciuto lo stesso palazzo che si vede in un altro momento dell’inseguimento e che fa parte dei palazzi di Via del Casale Giuliani. Al tempo lì era più o meno l’unico, grosso e diviso in due ampie ali riconoscibili sulla facciata sud (quella visibile nel film), oggi è quasi seppellito da un intero isolato.
Siamo a due passi dalla casupola in cui Ferdinando andrà alla toilette a fine inseguimento. Successivamente il gruppo passerà tra baracche presidiate da un cane, oggi con tutta probabilità abbattute. La scena dopo siamo ancora sulla Salaria, riconoscibile perché sullo sfondo compare un palazzo che abbiamo ritrovato (dopo affannosissime ricerche) in Viale Arrigo Boito. Poi ecco Ferdinando scendere su un declivio che si è capito essere Via di Ponte Salario (ed è probabile che pure sul cartello illeggibile del film sia scritto proprio così).
Nuova tappa in un casolare con pozzo non identificabile quindi ancora lungo la Circonvallazione Salaria. Un attimo dopo ecco lì Ferdinando che si ferma giusto il tempo di mostrare alle sue spalle Ponte Salario, il Ponte sull’Aniene che oggi da lì non si potrebbe vedere mai e poi mai (la fila di alberi ne occlude la vista) e scendere verso un campetto da calcio lì dove oggi c’è un circolo di tennis, lungo via del Foro Italico, lo stesso in cui giocava Sordi in Il boom. Quindi ancora un casale semiabbandonato irrintracciabile dove Ferdinando si fa strada tra le galline e si ferma a bere a un fontanile (imitato dagli inseguitori). La scena successiva siamo di nuovo sulla Circonvallazione Salaria.
Il punto è lo stesso visto poco prima, in cui sullo sfondo si staglia la fila di palazzi di Viale Arrigo Boito (che oggi sarebbero da lì invisibili, coperti come sono da altre file di palazzi sorti in un imprecisato secondo tempo): un gioco di continui campi e controcampi “truccati” non fa spostare di un metro i protagonisti, che se ne corrono avanti e indietro nelle due direzioni. “Ma la vuoi finì de core?” grida il brigadiere al ladro. Questi, che effettivamente è al limite della resistenza, fa ancora pochi passi lungo la Circonvallazione e infine si ferma su un masso a pochi metri dal casolare dal quale sfuggirà dalla finestra. Un breve botta e risposta passato alla storia (“Te sparo sa”. “Non puoi”. “Perchè?”. “Puoi sparare solo per legittima difesa; io non offendo...”. “Vabbè, allora sparo in aria a scopo intimidatorio”. “E vabbè, io no mi intimido, e sto qua”) e la strada assieme fino al bar della toilette, che rappresenta uno dei pochi edifici ancora in piedi da allora. E’ un casolare che oggi sta sotto alla Circonvallazione e che è ancora riconoscibile perché praticamente identico. Giusto qualche ristrutturazione...

05. LA CASA DI FERDINANDO ESPOSITO
(Giovy, Ellerre)
Una delle location chiave del film è quella che ci mostra la casa in cui abita Ferdinando con la famiglia e dove più volte il brigadiere Bottoni andrà a trovarlo. A vederla sembra una casa posta in un terreno semiabbandonato, tra fango e terra. Ma poi sul fondo si vede il cupolone di San Pietro e capiamo che non dovremmo essere così distanti dal centro... Infatti non siamo in Via Roseto come si dice nel film ma in Via Gregorio VII all’angolo con Via dell’Argilla, luogo che oggi è clamorosamente cambiato rispetto a quella strada sterrata che si vedeva nel 1951. La prima cosa che colpisce è come la casa di Ferdinando sia l’ultimo palazzo di una fila che ai lati non ha nulla o quasi.
Oggi non è proprio così, visto che proprio al fianco della casa ne è stata attaccata un’altra, prima di arrivare alla svolta di San Silverio. E quella che era una stradaccia di terra e fango è proprio Via Gregorio VII, al centro della quale stava allora il barbiere. Il barbiere, come le catapecchie a sinistra dell’uscita, oggi non esistono proprio più, mentre ha resistito come detto la casa di Totò, anche se inglobata in un complesso ben maggiore di allora. E’ però da considerare un’altra cosa: quando vediamo Ferdinando intercettare Bottoni sulla porta d’ingresso scopriamo che i due non sono affatto nella casa di via Gregorio VII come dovrebbero ma da tutt’altra parte, e precisamente davanti alla Farnesina, di cui scorgiamo l’inconfondibile sagoma sullo sfondo! Un trucco bello e buono! Oggi la “seconda casa” di Totò, ovvero quella di cui si vede solo l'interno, è stata anch’essa abbattuta per lasciare spazio a un ampio parcheggio o (se era appena più indietro) a un moderno complesso architettonico.

06. BOTTONI PEDINA IL FIGLIO DI FERDINANDO
(Ellerre)
Uscendo da casa di Ferdinando, Bottoni decide di seguirne il figlio maggiore per vedere dove va. Lo vedremo percorrere dapprima Borgo Sant'Angelo (siamo sempre a Roma naturalmente) quindi Via del Portico d'Ottavia. L'appuntamento sarà invece in piazza delle Cinque Scole, dove si accorge che il ragazzo ha un appuntamento. E non sta aspettando una persona qualsiasi bensì proprio la figlia di Bottoni, la quale arriva all’appuntamento dopo qualche minuto. A Bottoni cadono le braccia... Si trata dell'ultima location visibile del film prima di tornare a rivedere quelle già studiate nella prima parte.

Testi: Zender - Tavole: Zender

APPROFONDIMENTO INSERIUTO DAI BENEMERITI ZENDER E ELLERRE

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commenti (11)

RISULTATI: DI 11
    Andygx

    25 Maggio 2011 11:17

    Mirabile lavoro di ricostruzione! Complimenti ad entrambi!
    Geppo

    25 Maggio 2011 15:14

    Grandissimo special... Applausi a Zender ed Ellerre.
    Pigro

    25 Maggio 2011 15:15

    Complimenti! Davvero bravi!
    E l'albero che dopo 50 anni sta ancora lì fa proprio tenerezza...
    Allan

    25 Maggio 2011 17:04

    Magnifico lavoro.
    Markus

    27 Maggio 2011 07:26

    La Roma che fu, ma è bello notare che ci sono elementi di continuità; in questo senso, sono d'accordo con Pigro nell'affermare che l'alberello (foto 4A) fa tenerezza. Sentiti rallegramenti.
    Powerglide

    27 Maggio 2011 14:11

    Incredibile e interessante ricostruzione.
    Zender

    27 Maggio 2011 15:15

    Grazie a tutti. Sì, effettivamente è simpatico fare il raffronto con l'albero e vedere come è cresciuto. Comunque ne valeva la pena. Non avete idea del tempo perso da me ed Ellerre per riuscire a ricostruire quel maledettissimo inseguimento :)
    Guru

    27 Maggio 2011 19:28

    Anche questa volta che dire...straordinari!
    Manfrin

    29 Maggio 2011 23:38

    Palma d'oro degli approfondimenti ,veramente speciale!
    Zender

    31 Maggio 2011 14:29

    Grazie a voi, anche da parte dell'ottimo Ellerre.