Multiple maniacs - Film (1970)

Multiple maniacs
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Multiple maniacs
Anno: 1970
Genere: commedia (bianco e nero)

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Fa parte del periodo “forte” di John Waters, quello mai arrivato in Italia e che si concluderà con il supercult PINK FLAMINGOS. Come sempre la mattatrice assoluta è il travestito Divine, che nei panni della grassissima e truccatissima Lady Divine domina gran parte delle scene. È lei che in pratica gestisce una specie di mini-tendone nel bosco dove si esibiscono personaggi di tutto rispetto: la donna che lecca i sellini delle biciclette, il feticista, quello che mangia il vomito e altri. Gli spettatori sono allibiti e, con loro sorpresa, vengono pure aggrediti e rapinati a fine spettacolo. Noi poi seguiamo l'allegra troupe (capitanata...Leggi tutto da David Lochary, che interpreta il partner di Lady Divine) nelle sue avventure in città, concentrandoci presto su Divine. È lei che va in chiesa, conosce una bionda (Mink Stole) e, mentre è preda di visioni più o meno mistiche, si concede un amplesso lesbico tra le panche della chiesa finendo penetrata dalla croce del rosario posseduto dalla bionda. Quindi, venuta a sapere che il suo uomo la tradisce con la bella Mary Vivian Pearce, accoltella a morte entrambi cibandosi delle interiora di lui (una scena degna dei futuri cannibal-movies), ma prima di uscire di casa viene violentata sul divano da un’aragosta gigante (!). Finale tutt'altro che felice, poco dopo, per un film girato molto artigianalmente (16mm, in bianco e nero) ma con una certa classe (vedi la bella fotografia). Waters distrugge i benpensanti americani con una critica sociale piccante senza mezze misure, farcendo il film di fittissimi dialoghi spesso inutili ma complementari al delirio del progetto. Tuttavia MULTIPLE MANIACS è ancora troppo improvvisato, slegato, privo di un soggetto decente e alla fine di tutto inevitabilmente verboso e pesante. È ancora un Waters sperimentale.

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Giùan 14/03/12 12:18 - 4567 commenti

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Uggie affabulatorie a parte (ma John era elettrizzato dal poter finalmente far recitar in sincro i suoi dialoghi deliranti agli attori) è il prodotto più cinematograficamente penetrante del primo Waters. Diverse scene di pura antologia, con annesso cortocircuito di richiami filmici (la sci-fi anni '50 e Romero, Browning e Pasolini) e anticipazioni impensabili (Divine violentata dall'aragosta gigante è oltre Cronenberg). Formidabile esempio di quanto fosse "meditato" il presunto cinema "gratuito" del Re degli zozzi, vero compendio d'estetica post-moderna.
MEMORABILE: L'incredibile salto ellittico dall'incontro col bambino di Praga al "lavoretto" in chiesa col rosario; L'aragosta di cui sopra; Il finale zombesco.

Matalo! 1/12/14 21:52 - 1378 commenti

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Zagarrio paragona questo film a Pugni in tasca per la valenza nei confronti del regista stesso. Divine, regina erotica di un circo criminale, finirà i suoi giorni d'assassina dopo uno stupro a opera di "Lobstora", un'aragosta di cartapesta. In mezzo interminabili chiacchere di stampo wahroliano, rapporti anal-religiosi, una passione di Cristo alternata a rapporti lesbo. Campionario da buon futuro conformista, insomma. Come camp è troppo consapevole, come cinema non vale nulla. Gli svolgimenti futuri sgonfieranno il valore del Waters autore.

Schramm 8/01/17 17:37 - 3495 commenti

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Seppur sbilanciato verso l’impalcatura narrativa (ma come possono esserlo, poniamo, Morrissey o Meyers), per Waters il cinema continua a essere una bomboletta di Mace da vuotarci in faccia, una polpetta al cianuro, un imbuto per travasare nella platea-damigiana il massimo del malgarbo e della burbanza, ghiotta chance di jacquerie. Scecco e dissociato per (pro)vocazione, leucopenico per premeditazione, molesto per divertimento prima ancora che per cattiveria, con Manson nel cuore e un subconscio impegnativo (il bambino, l’aragosta), a tutto discomfort ci ingozza con un'insalatissima di raudi.
MEMORABILE: Il Bambino di Praga; "Lobstora!"

Anthonyvm 27/04/22 16:07 - 5708 commenti

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Fra i primi esperimenti filmici della Dreamland; opera ancora poco rifinita non tanto dal punto di vista tecnico (in tal senso la sporcizia e la rozzezza delle immagini sono funzionali all'effetto trashoide), quanto per la cattiva gestione dei tempi. A parte poche sequenze cult sparpagliate nel corso di novanta minuti (il freak-show all'inizio, il surreale intermezzo con la passione di Cristo, l'indimenticato finale), gran parte del girato consiste in lunghi dialoghi deliranti solo in parte: meglio forse la spontaneità di Mondo trasho. Comunque la strada per Pink flamingos è aperta.
MEMORABILE: La galleria di "freak" mostrata ai disgustati benpensanti curiosi; Giochi erotici con rosario in chiesa; Omicidio con cannibalismo; La mega-aragosta.

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