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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Affrontare un film di Jodorowsky significa rinunciare aprioristicamente a ogni logica, lasciarsi avvolgere dal fascino di una messa in scena scarna ma evocativa come poche altre volte capita di vedere al cinema. Tutta la prima parte, ambientata nell'assolato deserto di una terra di nessuno, conserva una forza visiva sorprendente. El Topo (che poi in italiano significa la talpa) è un cowboy nerovestito che attraversa a cavallo le dune assieme a un bambino nudo incontrando sulla sua strada gli sgherri di un fantomatico “colonnello”, che naturalmente ucciderà senza problemi. Lasciato da un gruppo di francescani il bambino, El Topo si unirà a una donna che gli suggerirà...Leggi tutto di uccidere i quattro “Maestri” che vivono nel deserto. Lui li troverà e lì affronterà, sempre in duelli piuttosto insoliti nei quali il montaggio non necessariamente segue le regole del senso comune. Ma sarebbe inutile citare le mille stranezze che compongono il mosaico jodorowskiano: lo stile di un regista così fuori dagli schemi sono dettate da una visione assolutamente personale del cinema, che prevede innanzitutto la predominanza dell'immagine su ogni cosa. Tanto è vero che la seconda parte, ancor più criptica, perde nettamente il confronto con la prima: scomparso il deserto viene a mancare uno scenario naturale altrettanto fascinoso, e le peregrinazioni del Maestro alla ricerca di un paese ove far sbucare un tunnel che riporterebbe alla luce un popolo sotterraneo si esauriscono in scene (spesso di massa) prive della necessaria visionarietà, mettendo in vista con evidenza i difetti di una sceneggiatura povera. Il film per gran parte è muto.

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Matalo! 15/07/08 11:09 - 1378 commenti

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Jodorowski viene scambiato per genio invece è un illusionista; i suoi film saltano all'occhio ma non sono capolavori e i simbolismi di "El topo" ad un certo punto non vale nemmeno la pena di seguirli. Meglio accettare la confusione di questo film bizzarro, debitore di tanti western all'italiana forse anche più bizzarri di questo. Una stravaganza da fumetto anni 70 che oggi sarebbe inconcepibile realizzare ma che una visione attenta la merita.
MEMORABILE: L'abito nero del protagonista in puro spaghetti western.

G.Godardi 7/08/08 19:06 - 950 commenti

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Eccentrico cult movie molto apprezzato in America. È stato spesso definito un western surreale e simbolista e tale è. Parecchie suggestioni e commistioni di generi (western, commedia, horror) con evidenti debiti felliniani. Sul versante prettamente western sembra più contaminato da epigoni corbucciani che leoniani. Curiose affinità con Se sei vivo spara. Interessante, girato bene, ma parecchio prolisso. Una visione la merita.

Ercardo85 15/12/08 12:37 - 81 commenti

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Interessante fanta-western debitore di almeno un centinaio di western all'italiana (ma forse i riferimenti sono anche più alti, vedi i film di Glauber Rocha), molto violento, perverso ed allucinato. Molto datato il suo simbolismo underground post-sessantottino, va preso e guardato per quello che è: un divertente e surreale film con meno dietrologie di quelle che vorrebbe far credere di avere. Jodorowsky insomma dice poco o niente, ma quel poco lo dice bene.
MEMORABILE: "Il deserto è rotondo; per incontrare i quattro maestri dobbiamo muoverci a spirale"

Pinhead80 9/09/09 01:14 - 4805 commenti

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Sicuramente uno dei film più particolari che mi sia capitato di vedere. Già i primi dieci minuti rendono bene l'idea di ciò che attende lo spettatore. Visionario ed a tratti allucinato; ricco di simboli (soprattutto nella prima parte del film) tratti da un melting pot di religioni che si sfiorano, incrociano senza mai trovare pace. Il film forse alla fine pare non completamente riuscito, ma è di quelli che si scordano difficilmente.

Undying 19/02/10 20:45 - 3807 commenti

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Grottesco western dai toni surreali, al punto che - all'epoca dell'uscita - il cineasta (qui alla seconda prova di regia) venne additato quale ideale discepolo di Luis Buñuel. Questa "talpa", invece, deve molto di più a Sergio Leone e talaltri film di genere italiani, come ben dimostra il duello scandito al ritmo di palloncino (Per qualche dollaro in più) e la presenza di banditi gay, che sembrano arrivare dritti dritti dal film di Questi (Oro Hondo). Il destino del film è però magico, infatti (forse inappropriatamente) arriva a suggerire parecchi lavori successivi e diventa titolo di culto.

Pigro 24/02/10 10:08 - 9706 commenti

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La Talpa (è il significato del titolo) è un pistolero che sconfigge 4 Maestri e poi, tradito e salvato, vuol far uscire dalle caverne un popolo di storpi. Western surreale e simbolico, esoterico e allegorico, strettamente intrecciato alla Bibbia così come, sul fronte cinematografico, alla mitologia degli spaghetti western. Complesso e intrigante per i suoi significati, il film è però contorto e stancante alla visione, nonostante l'incredibile visionarietà e inventiva. Scheggia di un cinema anni 70 che osava tanto, ma che oggi suona datato.

Ford 2/01/12 01:00 - 582 commenti

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Non è un caso che Jodorowski abbia trovato la sua espressione artistica più completa nel fumetto, questo film non è un western grottesco ma un fumetto che per qualche strano motivo è stato girato su pellicola e non disegnato su carta. Tutto è così assurdamente grafico e forzatamente reso vero che la visione lascia un senso d'inquietudine al solo pensiero che degli attori siano potuti arrivare a fare certe azioni anche se solo per finta. Fotografia cruda e sceneggiatura ballerina per un film imperfetto quanto seminale.

Enzus79 29/10/12 15:34 - 2922 commenti

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Film surreale. Qui la logica va a farsi benedire, dato le mille interpretazioni che si possono dare alla storia. La prima parte è meglio della seconda, che risulta un po' troppo ripetitiva, seppur ci sia un colpo di scena. La regia di Jodorowsky è ottima.

Bardbanksy 28/10/12 16:51 - 7 commenti

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El Topo è uno di quei film che non si possono fare a meno di vedere. Perché caratterizzato da strani personaggi e da strane vicende, perché particolareggiato dall'uso quasi improprio di simbolismi religiosi e cristiani. Abbiamo di fronte qualcosa di straordinario. La visione di Jodorowsky è agghiacciante: un uomo deve fronteggiare il deserto, dominato dal profano e dalla magia, per trovare il senso della propria vita. Fantastico, grottesco, insensibile.
MEMORABILE: I quattro maestri.

Giùan 8/01/13 22:27 - 4588 commenti

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Sarà che il genere western è tra i più tenacemente refrattari a “re-interpretazioni”, sarà che la tendenze estremistiche del geniale Alejandro talora risultan nauseanti a furia di sostrati ed eccessi, sarà che quando l’ho rivisto non ero dell’umore adatto, certo è che El topo mi è sempre parsa la quintessenza dello Jodo più ombelicale, meno cinematografico. La stessa caleidoscopia degli influssi e dei riferimenti (da Bunuel al buddismo, per marcar il territorio), come la loro rimasticazione paiono meno necessari alla storia, di sterile provocatorietà.
MEMORABILE: L’incipit con la lezione di El topo al figlio.

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Cotola 10/08/13 15:48 - 9082 commenti

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Visivamente parlando un'esperienza di grande impatto come accade quasi sempre per i film di questo regista. Dal punto di vista narrativo le cose sono più complesse, non prive di qualche problema ma comunque interessanti. Ci sono tanti simbolismi, evidenti echi biblici, una violenza da fumetto che raggiunge echi parossistici ed anche un po' di confusione e qualche ripetitività. Alla fine c'è tanta carne al fuoco,troppa, e la miriade di elementi di cui è composto, non è certo facilmente comprensibile, di sicuro non alla prima visione. Il risultato finale è però buono. Vale la pena vederlo.

Caesars 28/04/14 08:39 - 3805 commenti

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Già la prima visione (avvenuta parecchi lustri fa) non mi aveva convinto; rivisto adesso confesso di averlo (ri)trovato molto noioso, incomprensibile e neanche granché affascinante dal punto di vista visivo. Jodorowski realizza un'opera ambiziosa, piena di simbolismi e di metafore (perlopiù oscure allo scrivente) che "rilegge" il genere western secondo la sua particolare poetica; operazione curiosa sì, ma che rimane ben distante dal raggiungimento della sufficienza (parere personalissimo, ovviamente).

Lythops 1/10/14 10:44 - 1019 commenti

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Molto meditato, El Topo è un viaggio metafisico coraggioso ma al tempo stesso datato e segue l'onda surrealista che, negli anni '70, avevano cavalcato in molti regalandoci emozioni comunque non da poco. Un cinema sperimentale e bizzarro con personaggi, i quattro maestri, di lettura piuttosto facile che si complica nella seconda parte, più stancante e forse altrettanto povera. Resta un'opera di valore e soprattutto testimone di un tempo in cui anche i produttori sapevano osare e al cinema si andava anche per pensare. O anche solo provarci.

Fabbiu 15/09/15 17:35 - 2151 commenti

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Esperimento autentico di cinema sacro nelle vesti di film western, cosparso di simbolismi di tante religioni da parte del visionario mistico Jodorowsky, narra il percorso fisico e interiore di un pistolero (dallo stesso regista interpretato) che tra violenze, sacrifici e insegnamenti, interrogandosi sulla propria integrità morale, viaggia alla ricerca del senso della vita. Fortissimo l'impatto sullo spettatore fin dalla prima visione: una critica spirituale con sprazzi fortissimi di surrealismo; da vedere assolutamente la versione restaurata.
MEMORABILE: Le tombe dei quattro maestri.

Minitina80 21/12/15 15:57 - 2990 commenti

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È talmente complesso e irrazionale da lasciare qualcosa di diverso ogni volta che lo si rivede. È riconoscibile, specie nella seconda parte, un estro felliniano, anche se Jodorowski ha una eccentricità tutto sua per valicare continuamente il confine tra reale e surreale. Largo spazio è lasciato alle immagini capaci da sole di sostituirsi efficacemente al verbo. È tutto e niente allo stesso tempo, ma nel bene e nel male è un grande esempio di cinema non alla portata di tutti.

Drmabuse 15/08/19 11:47 - 1 commenti

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Esercizio di vanità da parte di Jodorowsky, che, dimentico dell'aspetto narrativo, si perde, è proprio il caso di dirlo, in un deserto di metafore cripto-esoteriche difficilmente raccoglibili dallo spettatore qualunque. Film difficilissimo da seguire, poco dialogato, inconsistente, davvero molto lontano dalle vette del successivo La montagna sacra.

Bubobubo 15/10/20 13:02 - 1847 commenti

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Allegoria alchemico-cristologica in salsa post-western. L'epica di un pistolero senza nome, errante nel deserto, che ambisce a sconfiggere in duello quattro asceti e maestri dell'arma, si trasforma nella dolorosa redenzione di un monaco che, conquistato il predominio con l'inganno, si pone platonicamente a capo di una torma di storpi seppelliti sotto terra. Eccettuata la profusione di simbolismo per cui non sempre è opportuno scorgervi un significato nascosto dietro, si tratta di uno dei lavori più colorati e divertenti del Jodo settantiano, mistico e politico assieme (il finale).
MEMORABILE: I quattro duelli.

Thedude94 5/12/21 20:16 - 1103 commenti

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Opera western originale e surreale diretta e interpretata dal regista Jodorowsky, il quale mette in scena in maniera eccezionale una storia ricca di situazioni assurde ed emozionanti, caratterizzate dalla presenza di personaggi ambigui, carnefici e salvatori, che riassumono la poetica dell'artista alla perfezione. I dialoghi sono pochi e scarni, l'attenzione viene mantenuta grazie alle magniloquenti scenografie e alle eccezionali ambientazioni desertiche, che trasmettono al meglio ciò che stanno vivendo i protagonisti. Da vedere assolutamente

Daniela 20/02/23 15:00 - 12699 commenti

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Dopo aver sgominato una banda di predoni, un laconico cavaliere nerovestito affronta in duello i quattro pistoleri più abili del paese... Non ha retto bene la prova del tempo questo Topo del deserto che pure all'epoca affascinò per la vena surrealista della sua parabola cristologica fitta di riferimenti esotetici spesso tanto criptici da sfidare ogni interpretazione. Svanito l'effetto della novità, quel che resta è soprattutto la bizzarria autoreferenziale dell'opera, peraltro non sorretta da quella magnificenza visiva di cui il regista darà prova nel successivo La montagna sacra.

Magerehein 31/01/24 09:14 - 1008 commenti

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Stranissimo western che mescola Sergio Leone con tutta una serie di visionarietà, stranezze e riferimenti biblici (il simil-Eastwood di inizio film evolverà strada facendo in una sorta di Mosé). Nella prima parte il meccanismo regge abbastanza bene e la storia si fa seguire, ma dalla "metamorfosi" del protagonista in poi (mutamento che non pareva necessario, ma il filone narrativo precedente si era esaurito) la pesantezza subentra decisamente con conseguente trionfo della noia. Un peccato, perché lo stile di Jodorowsky è piacevole e molto originale; si rifarà ampiamente nel '73.
MEMORABILE: Il duello leoniano con palloncino a fare da carillon; I servi del primo maestro (un uomo senza gambe in groppa a un uomo senza braccia).

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  • Curiosità Cotola • 4/08/09 01:17
    Consigliere avanzato - 3848 interventi
    Il regista ha svelato in una recente intervista
    che sta pensando di dirigere il seguito di questo film. Per la verità ne ha in mente 4 tra cui "Psichomagia" il primo film terapeutico.
    Entro la fine dell'anno uno di questi film inizierà ad essere girato. Non si sa quale però, poiché questo, come ha detto Jodorowsky,
    solo Dio lo sa.

    Fonte: Stracult, puntata del 3 agosto 2009
  • Curiosità Cotola • 6/08/09 12:21
    Consigliere avanzato - 3848 interventi
    Il finale del film fu talmente grandguignolesco
    che le scorte di sangue finto finirono. Per risolvere il problema Jodorowsky usò dei poponi che dovevano sostituire l'effetto delle blood squibs che sono le piccole vesciche esplosive usate sui set dei film per simulare le ferite d'arma da fuoco.


    Fonte: Roberto Curti Tommaso La Selva
    Sex and violence. Percosi nel cinema estremo Lindau.
  • Discussione Undying • 1/08/10 21:58
    Risorse umane - 7574 interventi
    La presenza di banditi omosessuali è forse stata ispirata a Jodorowsky da Oro Hondo (Giulio Questi, 1967), mentre il duello scandito al suono del palloncino che si sgonfia deve qualcosa a Per qualche dollaro in più (Sergio Leone, 1967)...
  • Curiosità Ford • 2/01/12 00:53
    Custode notturno - 42 interventi
    "Abbiamo dimenticato di dire che il bambino dell'incipit è il primogenito di Jodo, Brontis. E non si tratta di un dettaglio trascurabile. Il gesto che il padre fa compiere al figlio è fortemente simbolico: Brontis, infatti aveva vissuto i primi anni di vita con la madre Bernadette, ricongiungendosi al padre poco prima delle riprese del film. Jodorowski decide dunque di mettere in scena il rituale del distacco materno, per sancire l'inizio di una nuova stagione nella vita del bambino. Un evento che è all'origine di un piccolo trauma, che avrà conseguenze sul rapporto tra Brontis e Alejandro. COsì vent'anni dopo, Jodorowski ripeterà nuovamente questo rituale ma stavolta rovesciandolo. Fa spogliare nudo Brontis, lo accompagna nel giardino di casa e gli fa disseppellire un orso di peluche e una foto di sua madre (nel frattempo morta in un incidente aereo). Rivivendo la stessa scena, Brontis ha come una regressione psicologica e scoppia a piangere sulla spalla paterna. Il conflitto è definitivamente sanato. Jodo attraverso quello che lui stesso definisce un atto psicomagico, ha saputo trovare la giusta terapia."

    da "Appunti di viaggio n.2: nel deserto dell'anima" di Bruno Di Martino
  • Discussione Caesars • 28/04/14 09:04
    Scrivano - 16818 interventi
    L'anno andrebbe corretto in 1970, essendo uscito negli USA il 18 Dicembre 1970 (fonte Imbd).
  • Homevideo Zender • 1/11/17 17:16
    Capo scrivano - 47888 interventi
    In uscita il 7 novembre in bluray per Cecchi Gori/Rarovideo il film, in accoppiata con La montagna sacra:

    https://www.dvd-store.it/DVD/Blu-Ray/ID-62080/Collezione-Alejandro-Jodorowsky.aspx
    Ultima modifica: 1/11/17 17:17 da Zender
  • Curiosità Zender • 2/02/18 14:48
    Capo scrivano - 47888 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:

  • Discussione Raremirko • 29/02/20 21:39
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Il miglior film del regista (che vi recita pure, sia barbuto e capellone che sbarbato) assieme a Santa Sangre; a tratti un western nel vero senso della parola, a tratti uno Jodorowsky a tutto tondo, il film dura 2 ore ma non risulta annoiare mai.

    Pieno di simbolismi, ed interpretabile anche in senso religioso, l'opera mostra cose discutibili (il bambino nudo) ed altre spiazzanti (la roulette russa in chiesa mi mancava).

    Un western weird, ambizioso e non esattamente mainstream.