La vedova nera - Film (1987)

Borgesiano e bergmaniano. Le due protagoniste quasi si siedono davanti ad una scacchiera e giocano la partita definitiva. Grande Theresa Russell la quale, almeno sul piano dell’interpretazione, vince la gara con Debra Winger, cui forse ha nuociuto il dover interpretare il “doppio” dell’altra, ma rivestendolo molto spesso, con cura attenta, di assidua trasandatezza. Quasi buono.

Thriller ben diretto dal veterano Rafelson e interpretato in maniera egregia da due splendide attrici. La Russell nel ruolo chiave della sua carriera (quello della Vedova Nera del titolo) ha almeno un paio di momenti da antologia. La Winger le tiene testa superbamente. Ottimo anche il resto del cast.

Il grande regista Bob Rafelson (autore di Cinque pezzi facili) dirige questo godibile thriller, in cui due donne (personaggi notevoli e complessi grazie alla bella sceneggiatura del film), ottimamente interpretate dalla Winger e dalla Russell, si confrontano secondo il tema del doppio. Il film è ben girato e tiene fino alla fine desta l'attenzione dello spettatore. Bella la fotografia.

Bella donna seduce uomini ricchi, li sposa, li accoppa per ereditarne le sostanze, poi cambia zona di caccia e ricomincia da capo, fino a quando si imbatte in una poliziotta decisa ad incastarla. Discreto thriller, soprattutto per l'atmosfera elettrica che si instaura fra le due donne - la seducente Russell e la volitiva Winger - impegnate in un gioco a rimpiattino dai risvolti lesbici neppure troppo velati. Fra gli uomini - che fanno tutti più o meno la figura di cretini - spicca Hopper, mentre Frey mette voglia di ammazzarlo a prima vista.

Li sposa, si accoppia e li uccide. Degli uomini lei vuole solo il potere e il denaro, sa bene come usare il proprio corpo per accalappiare i polli, ma qualcuna è sulle sue tracce, qualcuna che dimostra tenacia ed intelligenza ed ecco che lì scatta qualcosa che la protagonista pensa sia amore. Ottimo thriller nella migliore tradizione noir, con due donne che da sole fanno il film, una delle coppie diaboliche più conturbanti mai viste al cinema.

Una donna sposa gli uomini per avvelenarli ed ereditare i loro patrimoni. Una poliziotta se ne accorge e la seguirà fino alle Hawaii per incastrala. Discreto prodotto in cui si respirano le atmosfere americane degli anni '80. Questo thriller-noir deve la sua buona fattura ad una sceneggiatura semplice, intelligente e perfida allo stesso tempo. Fantastiche le intepretazioni di entrambe le attrici, sia Debra Winger che Theresa Russell. Se cercate un noir/thriller di fine anni '80, non perdetevelo.

Noir elegante, di buona fattura tecnica, con un intreccio classico e colpi di scena come da tradizione. A fare la differenza, per questo film di Rafelson, è l'interpretazione delle due protagoniste, che hanno la meglio su un Hopper al minimo sindacale e un Frey che nemmeno ci arriva: abbagliante e ammaliante la Russell (mai abbastanza sfruttata su schermo), molto brava la Winger nel comunicare la determinazione ossessiva del suo personaggio, notevole il loro gioco a due con venature saffiche assai discrete.

Bel noir a firma Rafelson che pur non dispensando colpi di scena a ripetizione, riesce a creare una discreta tensione, mantenendola fino ad un epilogo non così prevedibile. Merito anche di una bella atmosfera, corroborata dalla fotografia di classe di Conrad Hall senior. Ottima la coppia di belle protagoniste. Particina per Hopper e comparsata per Mamet. Quel che si dice un buon e gradevole film di genere.

È un film che si rivede volentieri perché è molto ben fatto: buona la costruzione dei personaggi e lo studio psicologico delle due protagoniste. Inquietante la possibilità che realmente esistano donne capaci di essere cosi calcolatrici e fredde, ma è proprio questo che rende emozionante la trama. Non c'è niente che avanzi nell'economia del racconto. Ottime attrici.

Uno dei noir più famosi degli anni '80, forse leggermente sopravvalutato perché, a ben vedere, si regge quasi interamente sul magnetismo delle due protagoniste: la Russell è una dark lady semplicemente perfetta, ma la Winger le tiene comunque testa con bravura. Per il resto abbiamo una sceneggiatura intrigante e una splendida fotografia, ma anche un cast maschile assolutamente anonimo (con l'aggravante di un Frey insopportabilmente odioso) e un finale che vorrebbe essere a sorpresa ma che invece risulta abbastanza telefonato.

È uno dei thriller più celebrati del decennio (gli anni Ottanta), ma col tempo ha perso fascino e smalto. La bellezza della fotografia e delle due protagoniste non basta a salvare il film da una complessiva mediocrità: i dialoghi raramente lasciano il segno, i personaggi maschili sono risibili, la Winger troppo corrucciata, Frey odioso. Tra le due dive vince il confronto la Russell: se non per bravura, almeno per il sex appeal. Il tutto è condito da quell'ironia che piace soprattutto agli americani. Sopravvalutato.

Buon sexy-thriller femmineo, più interessato a descrivere il rapporto ambiguo (evidenti i richiami saffici) fra le due protagoniste, con la Russell micidiale mangia-uomini seriale e la Winger risoluta ma fragile poliziotta alle sua calcagna, che al plot criminoso in sé (gli omicidi avvengono fuori campo). Lo script talvolta esagera con le ellissi e dispiace che mattatori del calibro di Terry O'Quinn e Dennis Hopper (che ruba subito la scena) appaiano solo per pochi minuti sullo schermo, ma nel complesso la confezione è più che discreta e il mix di suspense e sensualità ben riuscito.