Altro giro, altra sòl(ett)a: il demone che spinge Allen a fare un film dopo l'altro è un cattivo consigliere, l'ispirazione è discontinua, i risultati professionalmente ineccepibili ma a conti fatti modesti. Ancora una volta l'asso nella manica è la sapiente direzione di attori che tira fuori da una Mira Sorvino (che fine ha fatto?) una prova maiuscola. Ma il film lascia il tempo che trova - come gran parte della produzione alleniana post '94.
Con questo film Allen realizza una commedia pura. La storia della pornodiva che un giornalista sportivo scopre essere la madre naturale del proprio figlio adottivo, è molto divertente (anche se la sceneggiatura presenta alcuni momenti di "stanca" e alla lunga è un po' fine a se stessa) con alcune belle invenzioni di regia: ottima la trovata del coro greco che commenta la vicenda che via via assume toni farseschi. Ottima l'interpretazione della Sorvino.
Woody e la Sorvino sono l’arma vincente di questa pellicola un po' esile nella sceneggiatura (Allen ha fatto decisamente di meglio da quel punto di vista). Ma grazie alle battute di lui (domanda: “Fai ginnastica?”, risposta: “Non in maniera ortodossa”. Strapazzato dal pappa, commenta: “Di solito tengo la trachea dritta”) e all’interpretazione di lei (in arte, Judy Orgasm), il divertimento è assicurato, almeno per tre quarti di pellicola, perchè, dopo l’entrata in scena del giovane pugile, il meccanismo inizia un po’ a cigolare, perdendo colpi. Superflui, ma simpatici i personaggi mitologici.
MEMORABILE: La scelta del nome per il figlio (Groucho, Django, Thelonius). Il figlio: “Chi comanda tra te e mamma?”. E lui: “Io. Mamma prende solo le decisioni".
Una commedia deliziosa, con dozzine di battute grandiose in pure stile Allen sullo sfondo di una storia semplice ma arricchita dalla presenza del coro greco, che fa da contrappunto comico alle vicissitudini del protagonista. Anche la Sorvino risulta davvero perfetta per la parte, al di là dell'aspetto anatomico... Tra le scene da ricordare, l'incontro tra Allen ed il pappone Ricky.
Commedia fra il romantico e lo sporcaccione, non ha la genialità delle opere migliori, ma risulta più gradevole di altre divertenti ma troppo stiracchiate (Hollywood Ending) o eccessivamente logorroiche (Anything Else). Anzi, un tocco di genialità c'è: quella di far accompagnare le vicende del protagonista da un coro greco, in funzione di ironico contrappunto. Per il resto, questa storia di paternità e maternità incrociate si svolge come da copione, con qualche lungaggine ma anche molte buone battute sparse quà e là. Mira Sorvino è adorabile e strabordante
MEMORABILE: "Chi comanda fra me e mamma? Che domanda! Io comando, la mamma prende solo le decisioni..."
Discreta commedia alleniana che, pur non raggiungendo i vertici dell'arte del regista, si mantiene sempre gradevole e divertente e può contare oltre che sull'ottima prova della Sorvino (premiata giustamente con l'oscar) su una trovata davvero divertente: quella del coro greco che ogni tanto interviene con "salaci e simpatici" versi a spiegare la vicenda.
Una commedia non particolarmente originale ma intelligente e divertente, che parte in maniera piuttosto convenzionale migliorando di minuto in minuto. Molte battute riuscite, qualche sviluppo non banale e una confezione non disprezzabile (nonostante una fotografia non proprio all'altezza). Curiosa la cornice con la recita dell'Edipo Re, con il coro che interagisce con la vicenda del film. Buon cast. Godibile.
Il film è connotato da un linguaggio molto libero sull'argomento sesso, almeno nella versione italiana, da contrappunti di coro greco classico, dal teatro di Taormina, abbastanza simpatici e dal solito personaggio interpretato da Allen stesso. Il soggetto è quello classico del regista, coppia medio borghese, medio intellettuale, ecc., con la variante della improvvisa volontà, da parte della moglie di adottare un bambino. Dialoghi con diverse battute divertenti e buona interpretazione della Sorvino nei panni della madre naturale e pornodiva.
Commedia che non ha peli sulla lingua: il sesso e affini sono trattati molto liberamente. Si sorride e si apprezza moltissimo Mira Sorvino, ma poi si cade nel già visto, specialmente nel finale, che ho trovato abbastanza mieloso. Allen ha fatto di meglio.
Commedia d'alleggerimento che ha dalla sua la figura della ragazza stralunata che vuole sbarcare il lunario (riapparirà in altre pellicole di Allen) con annessa "idealizzazione" da parte del protagonista (lo stesso Woody). Il personaggio della Carter appare totalmente pretestuoso, chiaramente secondario rispetto al fulcro del film. Emergono (col senno di poi) particolari inquietanti riguardo le tematcihe dell'adozione e della sindrome possessiva. Il carattere più riuscito risulta senz'altro essere il coro che interagisce come in una tragedia greca.
Piacevole commedia "pura" di Allen, pensata senza tante concessioni psicologiche o sociologiche, ma con l'attenzione dello spettatore puntata sul personaggio della brava Sorvino. E proprio per questo Woody mostra un po' la corda, girando un film sicuramente divertente e piacevole, ma niente più di questo. Insomma, tolto lui e il suo personaggio, avrebbe potuto girarlo davvero chiunque; al di là della bella trovata del coro greco, che però ogni tanto spezza eccessivamente un ritmo già di per sè non elevatissimo. Simpatico e ben doppiato.
Ripetendo la solita antifona sul male di vivere metropolitano – in questo caso aggiornato dalla questione biologica e morale della paternità e dall’alienazione della donna che “commercializza” il proprio corpo – Allen se la cava ancora una volta grazie all’arma del suo umorismo irresistibile, così intelligente e vivace da rendere accettabili financo le sconcezze di alcuni dialoghi, e alla buffa novità del coro da tragedia greca che interagisce con i personaggi. Una rivelazione la Sorvino, squillo svampita e simpatica doppiata con voce stridula da Ilaria Stagni.
MEMORABILE: I pornogadgets nell’appartamento della Sorvino; la segreteria telefonica di Zeus.
Adotta un figlio e poi cerca di redimere l’inconsapevole madre prostituta. È tutto da ridere questo divertissement che Allen inquadra ironicamente nella cornice di una tragedia greca, con tanto di improbabile coro sulle vestigia di un teatro antico. Il gioco, in effetti, è proprio quello di sovrapporre, con levità e sfizio, le derive famigliari dell’età contemporanea (tra sessuomania e complessi intrecci genitori-figli) a quelle dei miti dell’età classica. Un film spiritoso e divertente, perfino nei kitschissimi e cabarettistici cori tragici.
Una delle commedie più allegre e spensierate di Allen, piena di dialoghi e battute brillanti e sorretta da un cast in stato di grazia. La Sorvino, in particolare, riesce a tenere testa al grande Woody con un personaggio spassoso e adorabile. Geniale l'idea del coro greco che interviene nella vicenda, così come il finale cantato a cappella, che trasmette una contagiosa leggerezza. Manca sicuramente l'impegno dell'Allen più intellettuale, ma ad avercene...
Uno dei film più divertenti di Allen oltre che scanzonato, sboccato ma mai fastidioso. Qui l'attore e regista, affascinato dal figlio adottivo, cerca di scoprire chi sia la madre, una brava e fisicata Mira Sorvino prostituta e pornostar che cerca goffamente il riscatto sociale. Simpatici il doppiaggio della voce strozzata dell'attrice e l'idea del teatro greco che commenta gli eventi a intervalli regolari. Certo il livello può apparire inferiore a quello di altre monumentali pellicole, ma lo trovo un piccolo gioiellino.
Incorniciata e inframezzata da un coro greco che narra la vicenda (e giustamente il titolo originale "Mighty Aphrodite" è un rimando) ecco una delle pellicole alleniane più leggere e scanzonate, ma non per questo meno divertenti. E tra le pieghe di un linguaggio libero e sboccato e situazioni piccanti il giusto, Woody incastra come sempre temi su cui riflettere tra cui la paternità e la ricerca di un riscatto morale e sociale. Bravissima e sensuale Mira Sorvino, subdolo e arrogante Peter Weller. Da riscoprire.
MEMORABILE: "Come vuoi chiamare il bambino?" "Erik!"..."Erik? Non è mica un vichingo!"
Si ride tanto e, visto che era questo lo scopo del film, direi che siamo di fronte a un ottimo prodotto. Allen dirige in modo straordinario ed è particolarmente ispirato anche nella recitazione, la Sorvino è semplicemente grandiosa (e infatti si aggiudicò sia l'Oscar che il Golden Globe). La sceneggiatura è scritta in maniera davvero efficace, ricca di battute divertenti e dialoghi surreali, in ispecie quelli con Michael Rapaport, qui nei panni di un pugile suonato che sogna di coltivare cipolle. E ho detto tutto. Fantastico.
MEMORABILE: "Beh, non hai voluto un pompino, così ho pensato di prenderti una cravatta".
Commediola scialba e di una volgarità esplicita che poco si adatta allo stile di Allen, molto più sofisticato e arguto. Non c’è niente di meritevole da ricordare in una storia noiosa e fondamentalmente brutta. A riempire il vuoto del bicchiere ci sono i soliti rapporti di coppia questa volta descritti in maniera molto più spiccia e grossolana. L’idea del coro nel pur splendido teatro greco di Taormina non riesce a dare una svolta e il doppiaggio inspiegabile di Ilaria Stagni affossa definitivamente la pellicola. Difficile trovare un appiglio.
Non sono moltissimi i film di Allen che lo vedono nei panni del papà; qui addirittura è il genitore adottivo di un bambino la cui madre è un'attrice hard. Vista la presenza di questo elemento "estremo", Woody si permette una sceneggiatura con accenni più volgari del solito. Solita brillantezza nella sceneggiatura con dialoghi molto divertenti e l'intuizione del coro greco che è puro genio. Del cast va sottolineata la mirabolante prova della Sorvino (doppiata egregiamente da Ilaria Stagni) e la piccola particina di uno sconosciuto (allora) Giamatti.
MEMORABILE: Il nome d'arte Judy Orgasm; La Sorvino che vuole ringraziare Allen a tutti i costi; Il coro greco.
Simpatica commedia degli equivoci ravvivata dalla presenza di un coro greco che interagisce con i protagonisti direttamente dal teatro di Taormina. Ma il film è disseminato di figure tratte dalla mitologia greca come l’indovino Tiresia, Giocasta e Cassandra trasfigurati nel presente. Qualche accenno autobiografico sul problema morale della paternità adottiva. Giustamente premiata con l’Oscar Mira Sorvino nella parte di una prostituta e occasionale porno-attrice che offre un servizietto particolare a un intimidito Woody. Lieto fine per tutti.
MEMORABILE: "Hai la faccia di chi non si fa fare un pompino da molto"; Woody al figlio: "Io comando, la mamma prende solo le decisioni e c'è una differenza".
Commedia dal tema non originalissimo, potenzialmente scabroso e a rischio di zuccherosa banalità, cui Allen dà più di un tocco personale assumendo il ruolo del protagonista (con qualche lampo di genio, anche se non al livello dei capolavori degli anni ‘70), inserendo a commento della vicenda un coro greco dagli interventi via via più parodistici e affidando alla Sorvino il ruolo di protagonista femminile, sboccatissima e con una straniante voce stridula. Il resto è routine, comunque frizzante.
MEMORABILE: La scelta dei nomi; “Io comando. La mamma prende solo le decisioni”; Cassandra; L’appartamento della Sorvino.
Commedia e tragedia si mescolano nel tempo, in questa divertente opera di Allen, il quale mette in scena rapporti umani conflittuali e dolorosi in chiave moderna, impostando come cornice la tragedia greca, messa in mostra da una compagnia teatrale fantastica. La regia è come al solito geniale (ottime le conversazioni con gli attori itineranti), la sceneggiatura solida e le interpretazioni buone, in particolare quella della Sorvino, la quale svolge un ruolo non del tutto semplice come può apparire. Insomma, il solito notevole Allen.
Genitore adottivo vuole conoscere l’identità della madre biologica. Commedia brillante che non vive di equivoci ma punta sull'ironia della vita (sul legame tra i figli e chi sono i veri genitori). Sceneggiatura in cui Allen è talmente ispirato da inserire personaggi della tragedia greca per aggiungere un tocco di cultura e di farsa. Sorvino perfetta nel suo essere allo stesso tempo ingenua e sboccata; bene anche la Bonham Carter. Conclusione all'acqua di rose per chiudere col sorriso.
MEMORABILE: L’orologio a muro; "Cammina già!"; “Fa il burro in casa”; L’accordo per i biglietti dei Knicks; Zeus in segreteria telefonica.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
HomevideoZender • 30/01/18 15:06 Capo scrivano - 47813 interventi
Finalmente anche il bluray per la Lucky Red del film:
HomevideoRocchiola • 29/08/18 12:25 Call center Davinotti - 1255 interventi
Si tratta a quanto pare di un'edizione esclusiva italiana, in quanto questo titolo di Allen non è ancora uscito in BD negli USA.
A differenza dell'analogo e pessimo BD di Pallottole su Broadway, questo titolo presenta una buona immagine forse un po' leggera a livello di definizione, ma pulita e priva di difetti e dai colori ben equilibrati. L’audio italiano 2.0 è discreto.
MusicheAlex75 • 29/10/18 17:11 Call center Davinotti - 709 interventi
Accanto agli svariati classici jazz a commento di molte scene (un marchio di fabbrica del cinema alleniano), troviamo due brani del folklore greco:
"Horos tou sakena" (composta da S. Xarhakos ed eseguita da G. Zambetas):
https://www.youtube.com/watch?v=IeFltVJA_EI