Gondry rivitalizza una storia d’amore alla francese inserendo a tutto spiano giochetti visivi o animazioni. Una serie di idee che si dimostrano fine a se stesse e che man mano perdono di sensazionalità. Una bolla di sapone che lascia ben poco, in aggiunta alle interpretazioni: lui ha almeno presenza, lei è senza fascino e sembra un manico di scopa formato mignon. Seconda parte che arriva anche a essere quasi deprimente.
Gondry adatta il film da un romanzo di Vian e si adagia completamente sul suo genere: una storia d'amore tutta francese, con tocchi di umorismo e soprattutto un substrato di immaginario fantastico che è decisamente il motore e la bellezza di tutto il film. Appena si stringe col regista il tacito accordo di fidarsi di ciò che ci fa vedere - a livelli ancora più estremizzati de L'arte del sogno o Se mi lasci ti cancello - si è trasportati dentro un mondo di balletti molleggianti e piatti che si muovono. Bella la prima parte, la seconda più noiosa.
Irritante poiché cerca di stupire a tutti i costi con immagini e "giochi" visivi di ogni tipo, senza però riuscirsi. Anzi invece che originale, risulta in più tratti stucchevole e noioso proprio per tale insistenza. Inoltre è sbilanciato anche per ciò che riguarda la sceneggiatura tra una prima parte piena di melassa ed una seconda più jettatoria che "struggente". Confezione tirata a (super) lucido, ma non per questo degna di nota. La Tatou è ormai schiava di certi personaggi, mentre Omar Sy ha già stancato. Stavolta Gondry ha deluso su tutta la linea.
Se difficilmente con le "francesate" vado d'accordo un motivo c'è e questo film ne è una delle più tristi conferme. Benché in genere mi delizino le atmosfere surreali e naif, resto parecchio deluso da un prodotto invitante solo nella patinatissima confezione. Eccessivo e noioso, ai limiti del fastidio. Gradevoli alcuni effetti speciali e graziosi gli attori principali, ma non compensano affatto la ridondante inutilità d'una favoletta sublimata in virtuosismi chic malamente accatastati. Bocciato.
MEMORABILE: Il povero Topo sparabolle... l'unica simpatica figura per la quale provo tanta tenera compassione.
L'equilibrio narrativo, che con qualche artificio, era riuscito a realizzare in Se mi lasci ti cancello, non appartiene purtroppo a quest'altro film di Michel Grondy. Il verosimilmente struggente e affascinante romanzo di partenza (molto probabilmente assai arduo da tradurre in immagini), viene affrontato rivolgendosi sopratutto all'aspetto visivo ma l'esito, inizialmente appagante è alla lunga stucchevole e distrae dall'essenza di una storia che paradossalmente avrebbe giovato di una messa in scena più povera. Ben scelti gli attori.
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