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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Mr. Saturday night
Anno: 1992
Genere: commedia (colore)
Regia: Billy Crystal
Note: Aka "Mister Sabato Sera", "Mister Saturday Night", "Mr. Sabato Sera".
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Per il suo esordio da regista Billy Crystal sceglie di interpretare una commedia amara che racconti la vita di Buddy Young junior, ovvero il mister Saturday Night del titolo. Niente di originale, ovviamente, né nella costruzione né tantomeno nella regia (con la quale Crystal dimostra ancora di avere poca dimestichezza), ma la forza di alcuni dialoghi, la capacità di delineare abilmente il carattere del protagonista (Crystal stesso) sono qualità da non sottovalutare. La figura di Buddy Young emerge in tutta la sua spocchiosa inadattabilità, nella sua presunzione di potersi meritare anche a sessant’anni anni suonati platee diverse da quelle offerte da ospizi o ristoranti. Altrettanto bene è descritto...Leggi tutto il rapporto col fratello manager (David Paymer), che gli fa da agente sottomesso durante tutta la carriera, schiavo delle bizze e delle odiose lamentele di un comico vanitoso e logorroico. Sono apprezzabili le sfumature che danno ai caratteri una complessità inusuale, una credibilità fondamentale nella resa di un film che copre quasi l'intera vita dei suoi personaggi principali. I tempi si confondono in tanti flashback, brevi e lunghi, durante i quali assistiamo spesso alle performance sul palcoscenico del Buddy Young dei tempi d'oro. Non sempre le battute sono di qualità e la lunga sequenza sui titoli di testa di Saul Bass con voce fuori campo ne è subito un esempio, però dovendo sempre trovare la risposta spiazzante, la gag ad ogni costo, capita inevitabilmente di incappare in battute modeste. E in fondo, a ben vedere, non è su quelle che si basa il film, più ambizioso e che punta sulla costruzione dei rapporti umani. Troppo lungo e lento, ma curato.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Non male, dopotutto:
Marcel MJ Davinotti jr., Tarabas, Hackett - Mediocre, ma con un suo perché:
Galbo, Cotola
Crystal si dirige nella ricostruzione della vita del noto stand up comedian Buddy Young Jr., approfittandone per fare una summa del campionario di bizze e fisime del tipico attore primadonna e, insieme, costruirsi una prova d'attore superiore a quelle offertegli dal cinema commerciale. Non si discute la sua bravura, così come quella dei comprimari (in primis Paymer), nonchè una cura affettuosa della rievocazione dei tempi d'oro di quel tipo di comicità. Ma il film alla lunga stufa e il personaggio non è abbastanza noto fuori dagli USA per interessare.
Rievocazione nostalgica della carriera di un comico americano che, invecchiato, racconta la sua vita personale e lavorativa. Il debutto alla regia di Billy Crystal avviene con una storia ispirata ad un personaggio reale. Il regista fa un buon lavoro nella caratterizzazione ambientale che risulta molto efficace. La sceneggiatura del film però indugia troppo sull'aspetto patetico e strappalacrime della storia che alla lunga risulta troppo stucchevole. Buona la prova del cast.
Se il film avesse puntato maggiormente sul suo lato brillante, se ne sarebbe giovato. E invece ci sono troppi momenti malinconici (e ci può stare, trattandosi del bilancio di una vita e di una carriera) ma anche troppe concessioni all'emozione facile per tirare la lacrimuccia. Ed è un peccato perché quando il film si affida al talento di Cristal ed al fuoco di fila di battute del suo personaggio, funziona bene. Invece così il ritmo è troppo discontinuo ed il risultato finale inficiato un po' troppo da una pecca non certo veniale.
Divertente e malinconico, questo ritratto agrodolce ispirato alla vita di un celebre comico americano vive di momenti alterni, tra sorrisi e tristezze, sorretto dalla bravura scenica di un Billy Crystal nel suo periodo d'oro a cavallo tra gli '80 e i '90. Ci sono dei buoni momenti, altri di stasi e un finale che forse si poteva anticipare un po'. Ma il film sa toccare lo spettatore, soprattutto quando si parla di sentimenti, tra nostalgia e rimpianti.
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