Incredibile (e unica) sortita dell'ex Gatto di Vicolo Miracoli Umberto Smaila in campo registico. Il futuro intrattenitore di tanti varietà pruriginosi (“Colpo grosso” il più celebre) mette in scena tutta la sua incontenibile simpatia creandosi una storia su misura: Trip radio è una radio milanese in cui i quattro dee-jay (Mauro Micheloni, Max Venegoni, Rosa Fumetto e - udite udite! - Andrea Mingardi) aspirano a conquistare la leadership cittadina. A contrastare lo strapotere di Radio Metropolis, la stazione dei fighetti comandata dal deejay cocainomane Abele (un Franco Oppini letteralmente fuori di testa!), il boss di Trip radio (caricatura - ma nemmeno troppo -...Leggi tutto del classico imprenditore milanese, alquanto spassoso) chiama la new sensation Umberto (Smaila), che subito al timone impazza col suo tormentone “Liberate La scimmia!”. Il successo è immediato e il rivale Abele (sempre vestito di bianco) lancia la sfida: nella megadiscoteca Kiwi Cathedral (in realtà nei pressi di Modena) divisa in due per la bisogna, vincerà chi farà entrare più adepti dalla propria parte a colpi di musica e intrattenimento giovane. Giudice d'eccezione Ivan Graziati (uno spiritatissimo Ivan Graziani, che accenna al suo hit “Il chitarrista” e si lancia in frasi sconclusionate da manicomio immediato). Una storia semplice ma raccontata in modo assolutamente inusuale, con lo spirito e la comicità ingenua e a tratti imbarazzante dei Gatti di Vicolo Miracoli. E’ duro da sopportare (e in molti lo giudicheranno non a torto un film sciocco e squallido), ma a volte ITALIAN BOYS sa risultare a suo modo divertente e, immancabilmente, trash. Oppini in questo senso è divino, Smaila un fiume in piena. Gli “italian boys” non sono come qui descritti, la regia è scadente, eppure c'è qualcosa che...
Opera curiosa sia per l'argomento, la radio (tema poco sfruttato nel cinema italiano) sia per il tono a tratti quasi surreale. L'inizio è la parte migliore: comicità demenziale, ritmo sostenuto, dialoghi se non brillanti perlomeno poco convenzionali, invenzioni a raffica. Dall'arrivo di Umberto alla radio la pellicola cala nel ritmo e la storia comincia a non offrire più grossi spunti di interesse, fino ad un finale in discoteca mediocre e tirato eccessivamente per le lunghe. Oppini poco convincente, discreto il resto del cast.
MEMORABILE: Il risveglio di Umberto; il blues delle balene di Mingardi.
Di originalità in questa sua prima e unica regia Smaila ne ha messa molta, scrivendo una storia curiosa e inserendo alcuni stralunati personaggi, sicuramente più simpatici dei deejay protagonisti, ad eccezione dello stesso Smaila (gustosa la presentazione del personaggio). A una prima parte simpatica e briosa (tenuto però anche conto di alcune freddure agghiaccianti) fa seguito una seconda, occupata quasi per intero dalla sfida in discoteca, troppo tirata per le lunghe e monotona. Divertente il cammeo di Mingardi.
Per l'esordio da regista Umberto Smaila sceglie un tema evidentemente a lui caro ma inchiodato, così com'è posto, alla fine degli anni Settanta: quello delle radio libere, delle gare tra disc-jockey nei templi della disco-music (si prende a esempio l'allora discotecona "Kiwi", oggi defunta) e si mischia tutto - soprattutto nella felice prima parte - con surreale umorismo che strappa più di una risata. Peccato per una seconda parte (la gara in discoteca) che abbassa di molto il tono e il ritmo della pellicola. Bella la colonna sonora.
L'unica prova di Smaila in regia è un film costruito su misura per se stesso e la sua cricca, dalla storia a sfondo radiofonico fino alla comicità surreale e a tratti demenziale. Abbastanza spassoso in questo senso l'inizio, con gag rapide e spensierate, l'introduzione dei vari personaggi e molte riprese della Milano d'epoca; da metà in poi il film però cala, schiacciato da una certa mancanza d'idee e da un finale in discoteca che pare interminabile. Si distingue Oppini e anche Mingardi è su di giri; gustose altre apparizioni di giovani talenti.
MEMORABILE: Il risveglio di Smaila; "Questi fascisti sono proprio sinistri"; Il blues sulle balene di Mingardi.
La bizzarra guerra fra radio italiane indipendenti fra il buon Umberto Smaila e il "cattivo" Franco Oppini, che sfocia in una sfida finale "all'ultima nota" con un arbitro d'eccezione: Ivan Graziani. Simpatico Umberto Smaila che beve bottiglie di lambrusco come Braccio di Ferro ingurgita scatole di spinaci. Stupendo il barista che urla "liberate la scimmia" e che parla con la voce di Marcello Prando. Rosa Fumetto ha il suo perché, ma il film è un spot dell'allora nata Canale 5.
MEMORABILE: L'omaggio di Smaila e amici al cinema di Umberto Fellini; Franco Oppini che fa un proprietario di radio drogato e schizzato.
Scialbissima commedia discotecara i cui tentativi di non-sense (si rimpiange Arrivano i Gatti) si infrangono contro la catatonia del ritmo e l'assoluta assenza di gag di livello accettabile. Si respira però un'aria piacevolmente ingenua, quasi da Mediaset vintage (e infatti si cita Canale 5 un paio di volte) e quando all'esibizione finale Smaila conquista giovani d'oggi (o meglio, dell'altro ieri) con una canzonetta (seppur orecchiabilissima) che sarebbe sembrata innocente pure negli Anni Quaranta, diventa impossibile non simpatizzare.
Un film-manifesto dell'epoca: spensieratezza, ottimismo a tutti i costi, gli States come terra promessa... benvenuti negli anni 80! Il pregio maggiore della pellicola è quello di mantenersi sempre sopra le righe a cominciare proprio dal personaggio di Smaila, dj esagitato e dall'eloquio torrenziale. Purtroppo, nonostante l'energia che il Nostro ci mette nell'operazione, i limiti cinematografici sono evidenti: soprattutto il montaggio non stacca mai quando dovrebbe, lasciando piccoli e grandi tempi morti in ogni scena. E alla lunga...
Pazzerello, spesso sconclusionato e non troppo divertente. Il tema è brillante e Smaila si impegna a fondo, sia come attore che come regista, ma il risultato complessivo non entusiasma. La messa in scena, in un clima piuttosto grottesco, risente della mancanza di “pezzi grossi” tra gli attori e quelli che ci sono, pur mettendocela tutta non appaiono sempre all’altezza del proprio compito. La seconda parte in discoteca porta altresì molta noia e peggiora irrimediabilmente le cose. Probabilmente per apprezzarlo occorre essere estimatori di un tipo di cinema forse gradito a pochi.
NELLO STESSO GENERE PUOI TROVARE ANCHE...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Joe Dolce, You Toucha My Car I Breaka You Face ...
Ringraziando Panza per l'ottimo lavoro di ricerca, segnalo però che il titolo corretto della canzone di Joe Dolce che appare sui titoli di testa, e che potete anche ascoltare su YT, è in realtà "Shaddap You Face"
DiscussioneZender • 20/04/19 17:53 Capo scrivano - 47891 interventi
Prima di cambiar tutte le date chiedo a Legnani se riesce a sapere se il film è del 1982 com'era scritto prima o del 1983 come scrive Imdb
Zender ebbe a dire: Prima di cambiar tutte le date chiedo a Legnani se riesce a sapere se il film è del 1982 com'era scritto prima o del 1983 come scrive Imdb
Visto di censura a fine ottobre 1982, per cui ritengo verosimile la correttezza di IMDb che dà come ppp 20 Gennaio 1983.
Per certezza assoluta occorre attendere, per cui attenderei a fare i vari cambi.