Flash of genius - Film (2008)

La trama, quella del processo per la paternità del tergicristallo temporizzato, potrebbe trarre in inganno, inducendo a pensare che si tratti di una commedia nostalgica come I favolososi Baker. Siamo invece dalle parti di Autofocus, film nel quale l'evanescente padre di famiglia compie uno spietato processo di "astensione" dalle proprie funzioni, smarrendosi dietro ad un progetto che lo riscatti. In Zodiac era un serial killer, in Autofocus il porno amatoriale, in "Flash of genius" l'ossessione che salva (?) un'intera esistenza è un oggetto comune.

Una vicenda per molti versi analoga a quella di Tucker ma raccontata con stile molto più sobrio. Alterna scene riuscite ad altre dove ci si limita a svolgere il compitino, senza arrivare ad emozionare lo spettatore. E non è tanto un problema di attori perché il casting si rivela azzeccato e Kinnear è un buon attore.

Davide contro Golia, a metà strada fra Tucker (per lo scontro fra un piccolo e geniale inventore con un gigante automobilistico) e Erin Brockovich (digiuno di diritto, Kinnear sostiene da solo la propria causa in aula), ma con toni più dimessi e un epilogo problematico, dato che in fondo - allo spettatore e forse anche al protagonista - resta il dubbio se sia valsa davvero la pena di aver sacrificato per tanti anni la vita (famiglia, lavoro, amicizie) per affermare il diritto a veder riconosciuta la paternità dell'invenzione.

Un'idea semplice ma rivoluzionaria letteralmente rubata dalla grande industria automobilistica americana scatenando una battaglia di Davide contro Golia che l'inventore condurrà a prezzo di grandi sacrifici personali: film decisamente ben fatto, incentrato sul sogno di un personaggio ben caratterizzato ed interpretato con grande stile e senso della misuta da un bravo e sottovalutato attore, Greg Kinnear. Piccolo ma incisivo tuolo per Alan Alda. Film gradevole ed istruttivo.

Il film espone un episodio realmente accaduto, parafrasabile come la lotta tra Davide e Golia trasferita al mondo degli affari. Ad una prima parte espositiva e meglio riuscita, nella quale gli attori convincono, segue una seconda parte processuale che non riesce a trovare il piglio giusto per rendere il film incisivo e nella quale anche gli attori perdono brillantezza. A parte l'utilità del film nel far conoscere la vita di un uomo coraggioso, si poteva fare meglio. **!

Uomini che ricercano il riconoscimento del "giusto", al di là del riconoscimento economico; una famiglia messa in crisi dall'avversità del destino e dall'ostinazione a combatterla; il piccolo che riesce a sconfiggere il colosso. Tutto già visto, anche se raccontato bene e trascinato un po' troppo per le lunghe. Peccato che fin dall'inizio si conosca già il finale e che le due ore impiegate per svelarlo siano troppe. Fastidiosi i contrasti tra le immagini girate in digitale e quelle tradizionali: Dante Spinotti sprecato. Prolisso.