Violent virgin - Film (1969)

Violent virgin
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Titolo originale: Gewalt! Gewalt: shojo geba-geba
Anno: 1969
Genere: drammatico (bianco e nero)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/03/09 DAL BENEMERITO UNDYING
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Undying 10/03/09 01:40 - 3807 commenti

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Un componente della Yakuza ha la cattiva idea d'innamorarsi della donna del Boss: motivo per cui la coppia viene pedinata da otto balordi (4 uomini e 4 donne) sino all'inevitabile sequestro. Nudi e bendati i due amanti vengono prima derisi, poi pestati. L'uomo, costretto a giacere con una delle ragazze, riesce a sfuggire ma non trova via di fuga, costretto in un ambiente isolato e desolante. Anzi: incontra il Boss stesso. Curioso esempio di cinema estremo orientale (siamo nel 1969!) che avvicenda ironia a violenza (più che altro psicologica). L'alternanza di B/N e colore ha un suo effetto.

Rebis 27/03/09 18:12 - 2344 commenti

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Per vendicare il Boss oltraggiato, lei viene crocefissa nella campagna desolata mentre lui fugge dai suoi aguzzini con indosso la sottoveste della prostituta che ha ucciso. Non si salverà nessuno... o quasi. Inutile soffermarsi sui limiti – più che valicati - dell’assurdo: il cinema di Wakamatsu è concettuale e criptico, rimanda l’immagine di un’umanità martire del disorientamento morale, capace di redimersi solo attraverso l’involuzione nella bestialità. La mole di violenza rappresentata è stemperata da pudore e astrattismo, segni di notevole rigore formale e assoluta mancanza di gratuità.
MEMORABILE: Gli scatti fotografici in successione con "lui" che insorge alle spalle degli ignari...

Il Gobbo 28/06/11 08:22 - 3015 commenti

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Follia di Wakamatsu, sviluppata a partire da un elemento a dir poco pretestuoso (il ruolo di "boss per un giorno" offerto come ultimo sollazzo del condannato anzichè provvedere direttamente all'esecuzione e finirla lì dopo due minuti e mezzo) con il consueto furore e estro visivo (e il gioco bianco e nero/colore). Scombinato, a tratti pasoliniano, disturbante.

Lattepiù 21/08/11 11:05 - 208 commenti

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Un gangster di poco conto si mette con la donna del boss. Per punizione vengono prelevati e portati in un luogo desertico e desolato. Lei è legata ad una croce, lui riesce a scappare. All’insegna di un oltraggioso simbolismo religioso, uno yakuza movie surrealista ed allucinato, carico di immagini destabilizzanti. Spiazzante, a tratti eccessivamente criptico, ma certo potente e affascinante. Bellissimo e apocalittico il finale.

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