Tigers are not afraid - Film (2017)

Tigers are not afraid
Lo trovi su

Location LE LOCATIONLE LOCATION

TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/11/20 DAL BENEMERITO KINODROP
Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
ORDINA COMMENTI PER: BENIAMINI GERARCHIA DATA

Kinodrop 20/11/20 19:32 - 2979 commenti

I gusti di Kinodrop

Estrella, una bambina rimasta sola in una periferia messicana dilaniata dalle lotte tra narcotrafficanti, per sopravvivere si unisce a un gruppetto di suoi simili che si arrangiano nel vuoto della città, sempre con lo spettro di una persecuzione armi in pugno. La regista avrebbe voluto conciliare la terribile realtà dei bambini desaparecidos con ingredienti ormai abusati della favolistica e della magia (anche orrifica) che sarebbero di aiuto nella cosiddetta "crescita" e nella conquista del coraggio. Storiellina mielosa che si avvale di tutti gli stilemi cari al pubblico teen.

Hackett 20/01/21 10:40 - 1868 commenti

I gusti di Hackett

La brutalità e l'orrore delle favelas messicane vissute e raccontate con occhi di bambino. Un racconto efferato filtrato da una vena di fantasia infantile, che ci parla di persecuzioni e omicidi, di infanzia rubata e corruzione mantenendo uno stampo thriller con venature a tratti fantastiche che rendono ancora più interessante e originale il tutto. Ottime regia, fotografia e interpretazioni del giovanissimo cast.
MEMORABILE: L'insegnante lascia alla protagonista tre pezzi di gesso, tre desideri da esprimere: quando l'educazione può essere l'unica possibilità di speranza.

Pumpkh75 28/01/21 15:03 - 1757 commenti

I gusti di Pumpkh75

Occhi umidi e spaventi, ma anziché un’onda in tempesta pare una quieta marea del mattino: se una certa emotività in verità non manca, la forma della narrazione sembra però talvolta pregna della cronachista asetticità di chi, forse, vede ormai il tremendo dramma di una certa realtà messicana come rassegnata e ineluttabile quotidianità. L’approccio favolistico e fantastico ha comunque i suoi meriti e sorregge da solo la progressione della storia, approdando sano e salvo al (prevedibile) finale. Ha un cuore, il problema è che non si sente il battito.

Buiomega71 3/07/21 01:52 - 2925 commenti

I gusti di Buiomega71

La Lopez  si barcamena tra realismo e favoletta (la brutalità delle gang, il racconto fiabesco alla Guillermo Del Toro con riverberi orrorifici) ma, alla fine, ne esce un filmetto anemico, convenzionale, a volte patetico, che abusa dei soliti stilemi da j-horror (i fantasmi disarticolati, le apparizioni spettrali) in una sottospecie di Goonies con qualche efferatezza (il video/snuff sullo smartphone, le teste sparate nei bagni). Di suggestivo gusto necroforo lo scantinato con i cadaveri accatastati e simpatico il tigrotto di peluche animato, il resto lascia annoiati e indifferenti.
MEMORABILE: I terribili animaletti in CG che manco Il bambino d'oro; Il pianoforte dato alle fiamme; I bambini chiusi nelle gabbie; La tigre disegnata sul muro.

Schramm 2/07/22 16:16 - 3495 commenti

I gusti di Schramm

È il bimbo tigre che lotta contro il male / combatte solo per la libertà. Fuori di metafisica, It non è più l'inconscio fattosi realtà bensì la realtà divenuta inconscio. Da celato nelle fogne, It è nelle strade ormai fogne/oltretomba a cielo aperto, narcotrafficato, cartellizzato. Nel compenetrare l'orrore della realtà con l'orrore che la trascende (l'aldilà immaginario dell'infante) Lòpez resta in panne aporetico: per la necrosi urbana meglio tornare a Babenco, Meirelles o Tsurisaki e per l'hybris tra vivi e morti a Ramalho. Quanto a coming of (r)age, è più sensato rileggersi King.

Jaspers 29/07/22 01:19 - 150 commenti

I gusti di Jaspers

Dopo due non memorabili incursioni nella commedia, la López cambia totalmente genere, citando King e del Toro come suoi principali ispiratori; il risultato è sorprendente. Il narcotraffico in Messico visto da alcuni orfani, che forse solo nella fantasia possono trovare rifugio; ma è davvero fantasia? Tanto è enigmatico questo aspetto quanto chiara la rappresentazione di un paese allo sbando. Adrenalinico, brutale, affascinante; come un incubo senza fine, ma dal quale non ci si vuole svegliare, per (nostra) curiosità o per (loro) paura della realtà. Bravissimi i ragazzini.
MEMORABILE: In fuga sui tetti; Il contenuto del video; L'aiuto di Morro; Il peluche.

POTRESTI TROVARE INTERESSANTI ANCHE...

Spazio vuotoLocandina Secondary effectsSpazio vuotoLocandina Casi divasSpazio vuotoLocandina True detective: Night countrySpazio vuotoLocandina La bella e la bestia
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.

In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.


DISCUSSIONE GENERALE:
Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.

HOMEVIDEO (CUT/UNCUT):
Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.

CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.

MUSICHE:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
  • Discussione Buiomega71 • 3/07/21 10:21
    Consigliere - 26074 interventi
    Favoletta sull'iniziazione di un gruppo di ragazzini alla sbando nel Messico infiammato e devastato dai cartelli della droga.

    Sulla carta prometteva bene, ma , a conti fatti, e sfrangiando alcuni momenti brutali (non tantissimi in realtà) , assume il poco entusiasmante look da filmetto per ragazzini, una sottospecie di Banda dei cinque mixato col crime movie, che usa e abusa dei soliti triti e ritriti stilemi da j-horror (le apparizioni spettrali femminili, i fantasmi disarticolati, i cadaveri che chiedono aiutano e si ritrovano tutti in massa come in una scena analoga di quella cafonata di The boogeyman o presa di peso dal secondo Insidious), che ammicca al cinema di Del Toro coniugando realismo e fantastico, ma non avendo ne il talento ne tantomeno la forza suggestiva dell'autore de La spina del diavolo

    Filmetto anemico, convenzionale, banale, a volte patetico, non poco noiosetto, che gira tutt'intorno a questa ragazzina che vede i morti dappertutto (la madre in una specie di sacco della morgue come Tina nel primo Nightmare), a stè gruppo di ragazzini che devono fuggire da un feroce cartello della droga candidato a sindaco della città, a terribili animaletti in CG che manco nel Bambino d'oro, al lacrimevole forzato che dà l'effetto contrario (la morte improvvisa di uno dei ragazzini lascia totalmente indifferenti), a scampoli fiabeschi vecchi come il cucco, ai soliti passaggi iniziatici da romanzetto di formazione.

    Se non fosse per alcuni attimi violenti (che poi non sono nulla di chè, tutta roba stravista, anche nel più misero crime-movie) , non sfigurerebbe come una specie di Piccoli brividi in salsa messicana

    Tutto già visto e stravisto e raccontato meglio altrove  (mi stupiscono le sperticate lodi, ma tant'è), dove l'empatia per questi ragazzini scappati da casa è prossima allo zero, e , ahimè, il film ruota praticamente tutto intorno a loro, con il capo banda che fa il duro ma in realtà si dimostra sensibile, il bambino che non parla più e dovrebbe suscitare tenerezza, la ragazzina che non ha paura di nulla e si rivela più tosta dei maschietti, insomma la quintessenza dei luoghi comuni, ormai venuti a nausea.

    Sprazzi fantasy mal gestiti (il murales della tigre che si anima, i gessetti con i tre desideri, serpentelli e pipistrelli in CG, il finale con la tigre vera-all'inizio credevo si andasse a parare in zona Mr.Tiger, primo, e bellissimo episodio del amicusiano Il baratro della follia, ma speranze disilluse-), amalgama tra le durezze della vita e l'atmosfera fiabesco/horror che lascia parecchio a desiderare.

    Se questo gruppo di ninos, che vive nelle bidonville di Città del Messico, non arriva ne a commuovere ne tantomeno a intenerire, quello che rimane sono alcuni scoppi di violenza (il video/snuff sullo smartphone, le teste sparate nei bagni pubblici), scorci di suggestiva necrofilia (lo scantinato con i cadaveri ammassati chiusi nei sacchi e in via di putrefazione) e il simpatico peluche di tigrotto animato che, però, sembra uscito da un film Disney.

    Tutto il resto si barcamena tra patetismi da lacrima movie, spizzichi e bocconi da horroretto da bancarella e situazioni adolescenziali vietate ai maggiori di 13 anni.

    La Lopez non gira nemmeno male (anche se senbra rimasta a The grudge nelle pacchiane manifestazioni fantasmatiche)  ha certa sensibilità femminile per quello che racconta, e proietta se stessa da ragazzina nella figura di Estrella, così come è pregevole la fotografia e il make up cadaverico di Adam Zoller, ma a mancare è tutto il resto, in primis le emozioni e il coinvolgimento, in quello che è un coacervo di stereotipi e banalità assortite.

    La prevedibilità e la scontatezza è talmente imbarazzante da suscitare quasi tenerezza.

    Si buttano secchiate di astio verso Annabelle o The nun e si glorifica a spron batutto stò filmetto quì che è appunto la sagra dei derivati di Wan e soci (almeno sul lato prettamente horror), ma solo perchè è Messicano? Perchè mostra gli orfanelli che combattono per una giusta causa?  Perchè quando ci sono i bambini di mezzo prepariamo i fazzoletti?  L'imperante e scellerato politicamente corretto? La domanda mi sorge spontanea a questo punto.

    Eccessivamente e incredibilmente soppravalutato oltre ogni misura, con sponsorizzazione furbissima di Stephen King al seguito.
    Ultima modifica: 4/07/21 11:08 da Buiomega71