Spiritoso, surreale e originale. Sono questi gli ingredienti che permettono a tale cartone di funzionare. Azzeccato il personaggio della spugna (un sempliciotto, che non fa del cervello il suo punto di forza), che lavora in un fast-food gestito da un granchio super taccagno e con alla cassa un polipo che non sopporta la spugna. Il miglior amico di SpongeBob è una stella marina ancora più tarda di lui e quando sono assieme le divertenti scemenze abbondano. Consigliabile a chi ha voglia di ridacchiare, senza avere eccessive pretese.
MEMORABILE: I non ragionamenti della stella marina. Gli attacchi del cattivo Plancton (forma planctonica monoculare). Gary, la lumaca domestica.
Un cartone animato completamente psicopatico! Purtroppo la scelta italiana di inserirlo in una fascia oraria ma soprattutto in un programma per bambini, ha in un certo senso boicottato la considerazione generale del cartone; molti danno per scontato che sia infantile, non è assolutamente vero; certo non ha niente a che fare con i cartoni che fanno satira sociale, ma ha un umorismo caratterizzato da una fortissima demenzialità e assurdità (vivono in fondo al mare ma in cielo ci sono i fiori, lo scoiattolo ha una tuta da astronauta....)
MEMORABILE: L'episodio in cui Spongebob incontra lo strangolatore folle.
Il cartoon più delirante che abbia attraversato la fascia protetta. Uno humour quasi dadaista che può appassionare bambini piccolissimi e adulti poco cresciuti; i personaggi sono divertentissimi, il disegno si deforma, la fantasia e il ritmo sorpassano a destra gli stantii cartoni d'oggi (e molti di ieri, nostalgia a parte) ricordando tanto Tex avery e i migliori Looney tunes... I livelli di lettura sono molteplici e offrono più di una chicca che capiranno solo gli spettatori più grandi... Imperdibile l'episodio musicato dai pantera.
MEMORABILE: Che stupidi! Mandano una lettera scritta con l'inchiostro anche se sanno che sott'acqua l'inchiostro si scioglie... Buttala nel fuoco...
Insufficiente. Serie che non mi ha mai catturato. Animazione più che discreta, ma (almeno a me) il protagonista non risulta simpatico, anzi... Questo probabilmente influisce sul mio giudizio, ma anche le storie alla fin fine non sono nulla di che, a mio avviso.
Il cartoon preferito da Obama è un inaspettato viaggio fatto di sfondi lisergici (disegnati a mano!) modello carta da parati anni 70. Satira e nonsense dialettici mascherati da svago innocente. La cosa che mi ha colpito di più sta tutta in questa discrasia: le battute infatti sembrano celare sempre quella punta ambigua che non t'aspetti. Come se fosse studiato per intrattenere due fasce d'età apparentemente molto distanti: la ripetitività delle gag slapstick che diverta i più piccoli e gli scarti demenziali che piacciano ai grandi. Vero, Mr. President?
MEMORABILE: L'episodio in cui Sponge Bob attende l'autobus all'infinito. L'episodio in cui s'innamora di un panino ammuffito.
Pur trovando quasi tutti i personaggi antipatici, l'irritante Spongebob in testa (davvero oltre i limiti della tollerabilità umana), devo dire che il prodotto è abbastanza divertente, grazie alle massicce dosi di folle ironia e demenzialità. Indovinate anche le musiche (con slide-guitar in stile Hawaiiano) e i fondali marini. I momenti migliori sono quelli in cui compare il tonto Patrick (Spongebob invece viene spesso alla noia). Insomma, nulla di eccezionale ma qualche momento divertente lo regala...
Veramente bizzarro questo cartoon, di sicuro innovativo in una panorama sterile e prevedibile come quello odierno. Interessante la scelta dei disegni e le animazioni, tra un'atmosfera quasi psichedelica e sprazzi psicopatici veramente assurdi (certe espressioni facciali e modifiche corporee dei protagonisti sono impressionanti!). Molto strane le storie raccontate, non per forza fruibili esclusivamente da un pubblico di bambini, anzi. Belle anche le musiche hawaiiane. Sicuramente da rivalutare, per chi finora l'ha sottovalutato.
La serie Spongebob è molto simpatica e soprattutto originale; infatti riesce a divertire anche chi l'età per i cartoon l'ha passata da parecchio! La piccola lumaca di Spongebob è molto graziosa e la musica è buona. Se ascoltata molte volte la nenia di Spongebob può spingere al suicidio, ma una puntata ogni tanto non fa mai male.
Una spugna con gli occhi azzurri può regalare risate anche a chi non è più bambino? Certo, se parliamo di questo cartone che non ha nulla a che vedere con quelli per l'infanzia odierni (che ormai hanno toccato punti bassissimi); l'autore ha voluto dar risalto alla vita sottomarina e ai suoi abitanti più bizzarri; scordatevi i cartoni della WB, Manga, Candy Candy e le famiglie americane politicamente scorrette... qui troverete ancora quella sana voglia di far sorridere con nonsense incredibili ma mai volgari, a portata di adulti (in primis) e bambini.
MEMORABILE: Il capo di Spongebob, un granchio avarissimo; Squiddi il polipo seccato da Spongebob; Spongebob assieme a Patrick: il massimo della demenzialità!
Prodotta nel '99 ma giunta da noi solo nel 2004, questa storica e divertentissima serie si presenta come una parodia dei cartoni animati "marini" (Sirenetta docet) regalandoci momenti di demenzialità che i cartoni di una volta erano mai riusciti anche solo ad immaginare. Impossibile non sorridere assistendo alle avventure di questa bizzarra combriccola di creature marine capitanate dalla strampalata e ormai iconica spugnetta gialla con tanto di occhioni azzurri e abbigliamento fantozziano. Tra i migliori cartoon del 2000.
MEMORABILE: L'episodio in cui Squiddi (il personaggio migliore, secondo me) sviluppa una insana passione per gli hamburger e fa di tutto per nasconderlo.
No, non ci siamo. Almeno per me, il personaggio animato più divertente delle nuove generazioni, Sponge Bob, non mi appassiona con le sue avventure. Sarà l'animazione, o l'assurdità delle storie, ma, davvero, questo cartone non mi piace. Anche il doppiaggio mi sembra poco adeguato, forse perché troppo pilotato dalle eminenze grigie di Mediaset (basta usare Pietro Ubaldi dappertutto). Mi stupisce poi che questo Sponge Bob abbia interessato anche Hollywood, visto che ne hanno fatto un film per il grande schermo. Per molti, ma non per tutti.
Una serie molto simpatica che ha il punto di forza in un'animazione gradevole che sfocia spesso nell'anarchia delle immagini e nei dialoghi. I momenti simpatici non mancano e anche fra le file secondarie ci sono personaggi entrati nel mito; come non ricordare l'essere sempre fra le nuvole di Patrick, le rapine fatte da Plankton o il carattere scorbutico di Squiddi... Tutto poi ruota attorno al protagonista, sempre ottimista e gioioso nei confronti della vita e nel mondo che lo circonda. Un cartone divertente anche per gli adulti.
Nel suo genere, ossia il cartone animato comico seriale, occidentale e moderno, ritengo sia il meglio (perlomeno secondo i miei gusti personali): è surreale, ironico, bambinesco... I personaggi ricorrenti sono molti vari e ben congegnati. SpongeBob è simpatico, di solito, positivo, generoso: segue quell'etica che un tempo avevano le produzioni americane, poi abbandonata a favore del cinismo, per riuscire più «graffianti», più «impegnate». Ci sono buoni concorrenti fra quelli che usano gli stessi ingredienti.
Cartone dai surreali livelli di pazzia (la città in cui è ambientato si chiama Bikini Bottom, un nome che promette già bene...). Si conosceranno la folle quotidianità di una spugna che lavora in un fast food e il microcosmo con cui la Nostra interagisce, spesso con esiti disastrosi. Impossibile da dimenticare per una lunga serie di motivi, dalla colonna sonora marinara/psichedelica all'animazione bizzarra ma piacevole, fino ai personaggi ben caratterizzati (c'è pure il diabolico "supercattivo" Plankton, ovviamente maldestro). Le situazioni demenziali abbondano, le risate anche.
MEMORABILE: Squiddi (forse l'unico personaggio con parvenze di normalità); I tentativi di Spongebob di ottenere la patente; La "guerra" fra Mr. Krab e Plankton.
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