Misterioso assassino neroguantato uccide una modella, poi riceve delle foto da un apparente testimone... Iper-manieristico esercizio di filologia argentiana, realizzato in gloriosa autarchia dal tuttofare argentino Onetti (ma gli sporadici dialoghi del film sono in italiano). C'è tutto, soggettive, ppp, J&B, bambole, lame, traumi infantili, effetti vintage... manca "solo" uno sviluppo narrativo coerente. Per amatori, interessante ma un po' freddo nel suo calcolato sperimentalismo.
Dopo aver ucciso una modella, un uomo in guanti neri riceve fotografie che lo ritraggono mentre sta commettendo il delitto... Il plot sembra intrigante, ma il film non intriga per nulla, piuttosto annoia. Onetti deve essere stato traumatizzato da piccolo da visioni argentiniane plurime e prova di replicare il suo mito con risultati confusi nella trama, privi di tensione, sciatti nella messa in scena. Colpa tutta sua, avendo fatto tutto lui, probabilmente fra una pausa e l'altra della lavorazione spazzava pure il set e cucinava per la troupe. Tanto strampalato che potrebbe trovare estimatori.
Girato tutto a mano e quasi esclusivamente in soggettiva (dell'assassino dalle mani guantate) con obiettivi macro strettissimi sui dettagli, per giunta quasi completamente privo di dialoghi e tutto scandito dalla musica (anch'essa opera dell'autarchico regista). Livello tecnico sbalorditivo per un'opera prima, peccato che a tanta cura formale non corrispondano idee di sceneggiatura all'altezza: dell'italian giallo Onetti ha assimilato tutto tranne, dettaglio non da poco, la capacità di spaventare (ma già Francesca compirà un balzo in avanti).
Un evidente omaggio "sperimentalissimo" al Maestro che non può non essere premiato. Onetti (argentino e argentiano) se la suona, se la recita, se la dirige e chi più ne ha più ne metta, tra musiche in stile Goblin, pellicola vintage e sgranata a esaltare i colori più vividi. Purtroppo le riprese in soggettiva e la colonna sonora, di cui si abusa, finiscono per logorare, data anche la pressoché totale assenza di dialoghi. Ma la durata limitata limita anche i danni. Un film personale, in cui Asi carpisce del talento. Ma apprezzabile dai soli "argentofili"...
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CuriositàDaniela • 21/02/18 01:09 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Il film è di produzione argentina ma parlato in lingua italiana come il successivo Francesca, sempre diretto da Luciano Onetti.
Per Sonno profondo Onetti, oltre a dirigere il film ed interpretare il ruolo principale, ha scritto soggetto e sceneggiatura, diretto la fotografia, curato il montaggio e composto la colonna sonora.