Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Più che un film una rimpatriata, su soggetto di Jannacci, sceneggiatura di Cochi & Renato con lo stesso Jannacci e Beppe Viola, regia di Pozzetto e un cast che riunisce praticamente tutti i cabarettisti dell'allora storico “Derby Club” di Milano. Un cult, insomma, che segna l'esordio di Diego Abatantuono (con due “B” nei titoli di testa!) dopo il “passaggio” serioso di LIBERI ARMATI PERICOLOSI e offre qualche chicca non da poco: Guido Nicheli (doppiato!) che interviene tre o quattro volte, Giorgio Porcaro (doppiato pure lui, forse per lasciare ad Abatantuono l’esclusiva della...Leggi tutto parlata da terrunciello) addirittura in due ruoli differenti (un prete in bianco, muto e insanguinato e lo sfidante di Boldi in un ridicolo incontro pugilistico), Teocoli bello e laccato nel ruolo del marito “snob” della Melato, Cochi Ponzoni che ridà vita, nel ruolo di un prete, agli antichi duetti nonsense dei tempi d'oro della coppia. Al di là delle tante curiosità, in ogni caso, SAXOFONE è purtroppo penalizzato dall’imperizia registica di Pozzetto, che non detta i tempi comici giusti preferendo puntare tutto sull’umorismo surreale che l’aveva reso celebre. Così il ritmo zoppica, le trovate azzeccate (e ce ne sono alcune di davvero originali e spassose) si allungano spesso perdendo l'impatto e nel complesso il film resta simpatico, a tratti geniale e folle, ma non così godibile come avrebbe potuto essere se Pozzetto avesse delegato ad altri il compito di dirigere. Dei tanti (ci sono anche Ernst Thole, vestito da donna naturalmente, l'inseparabile Felice Andreasi nei panni del dentista fuori di testa, qualche parente di Pozzetto), Abatantuono che in tre minuti, al bar, fa capire agli altri la vita dallo studio dei quotidiani resta impresso. La Melato, malinconica, è necessaria ma nel contesto stona.

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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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Renato 1/11/08 12:23 - 1648 commenti

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Pozzetto si dirige qui per la prima volta, firmando un'opera surreale, con alcuni momenti riusciti ed altri meno. La struttura è evidentemente episodica, e c'è un utilizzo degli spazi intelligente ed originale; il cast poi è davvero grandioso, e rende in film milanese al 100%. Anche il finale a sorpresa è ben inserito in film che comunque, va detto, rimane più interessante che divertente.
MEMORABILE: Rodolfo Magnaghi in trattoria che canta una delle sue vecchie canzoni alla Melato.

B. Legnani 22/01/09 00:37 - 5537 commenti

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Talmente brutto da non crederci. La chiave del surreale, essendo l’unica chiave, non funziona. La storiuccia non sta in piedi e non prende, i tempi morti sono interminabili, alla terza volta che Pozzetto attacca col sax la mano scatta sull’avanti veloce. Attori amati, ma recitazioni mediocri (la Melato, per colpa anche del ruolo, più che recitare fa pubblicità al tabacco: è la migliore, in ogni caso). Riso neppure una volta. Sorriso una: Pozzetto davanti al negozio dei televisori. Fu un fiasco: e te credo...

Ronax 1/03/09 20:44 - 1255 commenti

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Prova d'autore di Pozzetto che coinvolge la vecchia spalla Cochi e gli amici del cabaret milanese non ancora baciati dalla fortuna televisiva. Tenuto costantemente su un filo di surreale ironia, ma con molti tempi morti e qualche ambizioso simbolismo di troppo, non fa quasi mai ridere, ma sembra anzi pervaso da una vena malinconica che la visione, a trent'anni di distanza, tende ad accentuare. Mariangela Melato ripropone la sua ormai classica figura di ricca e tormentata signora borghese.
MEMORABILE: L'ormai lontanissima Milano Anni Settanta, che fa da sfondo costante a tutto il film.

Galbo 10/05/10 14:37 - 12402 commenti

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L'esordio, con questa pellicola, di Renato Pozzetto alla regia è solamente una scalcinata commedia. la quale riunisce, si direbbe a mo' di rimpatriata, molti dei comici del celebre Derby di Milano. La chiave narrativa è chiaramente surreale, però il film non decolla mai, perché la sceneggiatura è inconcludente e gli attori (compresi i più bravi) francamente paiono fuori registro.

Herrkinski 7/09/10 01:49 - 8127 commenti

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Vale la pena vederlo anche solo per ammirare l'affascinante Milano anni '70. Saxofone è un film milanese in tutto e per tutto, dalla location agli interpreti; persino tutte le comparse; Pozzetto, in veste anche di regista, chiama all'appello tutti gli amici del Derby e addirittura qualche familiare, per creare un film dai risultati alterni, fatto di gag riuscite ed altre meno. Il tutto è pervaso da un'aura talvolta malinconica e talvolta sognante, surreale; oltre allo stralunato Pozzetto si segnalano una brava Melato e un ottimo Abatantuono.

Mark70 7/09/10 07:38 - 118 commenti

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Una trama esile esile che serve solo come pretesto per collegare diversi episodi di comicità surreale (alcuni godibili, altri francamente inutili se non addirittura imbarazzanti) e un finale per certi versi incomprensibile. Troppo frammentario, troppi tempi morti, poco divertente, una grossa occasione fallita. E dire che il cast era di buon livello, con tutti i comici del Derby riuniti e una Melato brava ma forse estranea al contesto.

Franz 7/09/10 11:06 - 110 commenti

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Pura poesia metropolitana, in questo film delizioso che finisce inevitabilmente per trasportare lo spettatore in un universo di piccole e paradossali situazioni (salumerie improbabili, juke-box umani, baby-titolari di autofficine...), nelle quali imprevedibilmente sono più convincenti i personaggi di contorno che non Pozzetto. Notevole, comunque, il protagonista nella scena della confessione in chiesa, appoggiato da un grandioso Cochi. Peccato che il film freni dalla scena della clinica in poi e che il finale, deludendo, ci faccia la "morale".
MEMORABILE: "Il tram suda!"; il salto in alto tra i muratori in pausa-pranzo; non avere visitato la Biennale è un peccato da confessare al prete!

Giùan 16/10/11 14:07 - 4571 commenti

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È un film che mi sta malinconicamente simpatico, Saxofone. Altrimenti non saprei giustificare perché lo conservi nella memoria pur sapendolo esile nella trama, vago nelle gag, dinoccolato nell'andamento, debole nella struttura e nebuloso perfino nel cast. Sarà lo script di quei maghi crepuscolari di Jannacci e Beppe Viola, quell'aria da "vecia Mìlan" che non c'è più e che mi fa chieder se mai ci sia stata, sarà Pozzetto che esclama nel suo stile incazzoso dimesso "...e non lo vogliono capire". Quando son salito a Milano Saxofone non c'era già più.

Daidae 5/12/11 22:12 - 3186 commenti

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Divertente a tratti e a tratti noioso questo tutto sommato riuscito film di Renato Pozzetto. Cast ottimo, sul quale spicca lo stesso Pozzetto, anche se le note suonate col sax sono sempre le stesse. Surreale, alcune trovate geniali, ma in alcuni punti è pesante. Siamo sulla sufficienza.

Modo 20/12/12 16:25 - 949 commenti

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Un film stravagante come lo era il primo Pozzetto. Un discreto film metropolitano. La Milano che si vede è vera, viva e magnetica. Circondato da ottimi attori che in quegli anni lavoravano tutti nella città meneghina. Surreale come la canzone della gallina ma sicuramente a suo modo simpatico. Era già melanconico allora, figuriamoci trent'anni dopo!

Renato Pozzetto HA DIRETTO ANCHE...

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Markus 6/08/14 14:39 - 3690 commenti

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La Milano dell'estate 1978 fa - senza prendersi troppo la scena - da afosa cornice al primo lungometraggio di Pozzetto (qui in un doppio impegno di regista e attore) che, su una sceneggiatura assai astratta, sciorina allo spettatore (allora tarato sul comico meneghino “da cassetta”) una favola surrealista dal sapore un po’ pretenzioso. Il risultato precipita spesso nella noia e nei tempi morti, pur dando atto della volontà di sperimentare qualcosa di nuovo nel cinema (forse l'unico merito di un film altrimenti poco riuscito). Flop al cinema.

Saintgifts 17/02/15 09:55 - 4098 commenti

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Nel film forse viene rivelata la vera anima "proletaria" di un gruppo di artisti sensibili ai cambiamenti della società in cui vivono. In questo caso è una fotografia salvata di una Milano quasi da amare, una Milano dove sta crescendo una strana borghesia, cuscinetto tra la cosiddetta gente comune (la vera Milano) e la vera borghesia (che si rivelerà solo alla fine), due strati sociali che assieme hanno fatto la città del boom economico tentando nello stesso tempo, ma riuscendovi solo per poco, di salvarne l'anima. Poteva essere notevole.

Paulaster 17/07/15 17:54 - 4431 commenti

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Pozzetto riunisce gli amici del Derby (anche in sceneggiatura) e gli ingredienti di comicità surreale si notano in ogni siparietto (la boxe, il canotto in piscina, il juke-box, il bambino meccanico, Teocoli nel fiume). Manca un amalgama anche perché non esiste una vera storia, solo un pretesto intervallato dal ritornello suonato (alienante da subito). Attori che girano per conto proprio con la Melato sacrificata nel ruolo di unica donna, spaesata anche se se ne riconosce il talento. Chiusura che conferma la voglia di far riflettere lo spettatore.

Il ferrini 31/07/17 00:14 - 2361 commenti

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Poetico, spesso (se non sempre) surreale, insomma habitat perfetto per Pozzetto, meno per Boldi e Andreasi. Abatantuono anticipa in qualche modo Eccezzziunale, Cochi prete è in parte, il Teocoli tennista snob altrettanto credibile. La Melato qui è bellissima, anche se talvolta appare un po' spaesata, ma c'è da dire che lo script non aiuta molto, essendo poco più che un pretesto per inanellare sketch. Regia compilativa senza particolari guizzi, ma ne esce fuori una Milano insolitamente affascinante. Meritevole.

Puppigallo 11/05/20 20:16 - 5282 commenti

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Pozzetto è l’anima di questa pellicola, che propone una serie di situazioni surreali, attraversate con disinvoltura dal protagonista. Purtroppo però è proprio il contorno, l’intelaiatura a non essere alla sua altezza; e lo spettatore deve quindi attendere soprattutto le sue sparate. Oltre a Pozzetto anche Boldi, pugile con l’elastico al naso, fa la sua figura; e Abatantuono che spiega qualunque cosa a persone che non conosce è sicuramente degno di nota, anche se non sufficiente a decretare la riuscita dell’operazione. Nel complesso, comunque, non è male.
MEMORABILE: Eh non ho la patente... ho fatto la scarlattina”; Nella Metro; Uno spettatore all’incontro di pugilato con Boldi: “Spaccatevi la faccia, barboni!”.

Deepred89 8/03/23 22:53 - 3709 commenti

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Una commedia interessante, in cui Pozzetto eleva all'ennesima potenza il lato surreale e non-sense delle sue prime due pellicole ed esclude quasi del tutto quella comicità più diretta che già allora cominciava ad intravedersi. Soggetto ridotto al minimo (ma con finale che, in un certo senso, rimetterà tutto in gioco), ma il susseguirsi di quadretti bizzarri, pur suscitando talvolta perplessità, riesce a tratteggiare una Milano settantiana sincera, tangibile, che resta impressa, col suo viavai di personaggi bizzarri ma paradossalmente verosimili, ben resi da vari volti noti del Derby.
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  • Curiosità Markus • 30/04/08 13:44
    Scrivano - 4775 interventi
    Le regie di Pozzetto sono sempre state fallimentari a partire dalla sua prima con SAXOFONE, in cui incassò solamente 402.000.000 di lire.
  • Curiosità Pstarvaggi • 25/08/09 10:30
    Galoppino - 30 interventi
    Francesca e Giacomo Pozzetto (regolarmente accreditati nei titoli), oltre che comparire sul balcone del palazzo nella scena finale, sono presenti in altre due scene del film.
    Francesca è la bimba che difende Sax in metrò, Giacomo è il proprietario dell'autofficina "Bimbo".
  • Discussione Franz • 7/09/10 12:55
    Galoppino - 222 interventi
    Prendo spunto da questo film per porre una domanda di carattere generale (e chiedo scusa se magari la risposta è già reperibile ma mi è sfuggita): alla sezione 'Il film ricorda' ho inserito due titoli. Ora, il mio dubbio è questo (dal momento che, a mia memoria, non ho mai compilato questa sezione per nessun altro film): i film 'ricordati' devono essere necessariamente antecedenti, dal punto di vista cronologico, o possono anche essere film successivi (come sono quelli da me indicati, appunto, 'Ad ovest di Paperino' e 'Così parlò Bellavista')? In altre parole, un film può ricordarne altri anche per una sorta di libera associazione di idee a-temporale da parte dello spettatore (nel qual caso, è evidente, la citazione di un elemento di un film in uno precedente sarebbe materialmente impossibile)?
    Ultima modifica: 7/09/10 12:55 da Franz
  • Homevideo Geppo • 10/05/11 23:25
    Call center Davinotti - 4285 interventi
    Dall'8 giugno in DVD per la 01 Distribution.

    Questa la cover della vecchia vhs:

    Ultima modifica: 13/03/15 11:06 da Zender
  • Homevideo Zender • 11/05/11 17:34
    Capo scrivano - 47812 interventi
    OOOOOh, ci voleva tanto maledizione??? Ce l'han fatto veramente sudare questo!
    Ultima modifica: 11/05/11 17:34 da Zender
  • Homevideo Xtron • 4/07/12 15:56
    Servizio caffè - 2151 interventi
    Il dvd uscito in edicola (Fabbri Editori) è letterbox
    Durata 1h33m23s

    Ultima modifica: 4/07/12 19:18 da Zender
  • Curiosità Zender • 6/01/17 13:55
    Capo scrivano - 47812 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: