Copio qui un articolo di BRESCIAOGGI del 31 maggio 2011. Ricordo ai frequentatori che in effetti la discoteca non era situata né a Desenzano (il casello a lei più vicino), né a Castiglione delle Stiviere (il centro a lei più vicino), bensì nel territorio comunale di LOnato.
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Demolita la discoteca
più grande del mondo
Lonato. Ha segnato la storia del basso Garda e ha riempito le notti di milioni di persone tra musica dance, sigle di cartoni animati e concerti: il Genux (Dehor per i più giovani) adesso appartiene solamente all'album dei ricordi degli Under 50 di mezza Italia che arrivavano a frotte per conoscere quel mondo che rappresentava l'eldorato della notte italiana. Quella che nel 1989 era, come recitava la pubblicità, «la discoteca più grande mondo», ora è un cumulo di macerie.
«Onestamente il Genux non poteva più rinascere - sottolinea Claudio Tozzo, direttore di RadioStudioPiù, per anni anima della discoteca gardesana - ci sono stati dei tentativi, ma ogni storia ha un inizio e una fine. Locali di quel tipo durano 4 anni, forse 5, il nostro Genux riuscì a fare grandi numeri per 8 anni. Ricordo che raggiungevamo il milione di presenze, una cifra che oggi non riesce a fare più nessuno anche perchè è cambiato il mercato. Ammetto che, ad inizio anni '90, noi eravamo avanti rispetto a tutto il mondo con impianti luci e suoni di altissimo livello». E dire che il Genux nacque quasi per caso: per la voglia di investire di un imprenditore genovese con interessi a Voghera, per la collocazione strategica di un'area incastrata tra Brescia, Verona e Mantova a poche centinaia di metri dall'autostrada. «Il nome Genux fu voluto da quell'imprenditore, cercava un nome originale che ricordasse la sua città natale - ricorda Tozzo, in viaggio di lavoro a Ibiza - : la prima stagione estiva, era il 1989, andò abbastanza bene. Io iniziai nell'inverno di quell'anno e ci rimasi per parecchi anni inventando di sana pianta la serata del martedì che restò il nostro fiore all'occhiello. La nostra gestione, mi pare di ricordare, finì nel 1997. Poi per qualche anno passò di mano in mano, ma ormai il declino sembrava abbastanza inevitabile, la musica che un tempo facevamo solo noi ormai era ordinaria amministrazione ovunque, il locale aveva perso la sua unicità».
DA GENUX A DEHOR fu un passaggio doloroso che però non riuscì ad evitare la fine già segnata dell'ormai ex discoteca «più grande del mondo». Un paio di canti del cigno, poi la chiusura e, la scorsa settimana, la demolizione che si è portata via, dopo Sesto Senso e Biblò, un altro pezzo di storia del basso Garda.
«Il Genux ha fatto epoca - insiste Tozzo - : la radio tambureggiava, avevamo cartelloni in ogni città, facevamo pubblicità ad ogni livello e in ogni modo. In quel periodo i giovani volevano ballare e noi avevamo la pista più grande. Adesso, nelle discoteche la pista ha lasciato posto ai tavoli e in queste condizioni un'area come quella del Genux non è gestibile». Con le macerie a suggellare la fine del Genux, il «funerale» sta andando in onda su Facebook. Lì, i giovani degli anni '90 che prendevano il pullman dalla stazione di Desenzano al Genux avrebbero voluto una serata d'addio così come quelle ragazze che «volavano» sulle mani di centinaia di persone alla musica di Goldrake.
Daniele Bonetti