Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dopo l'incredibile esordio in simil Abrahms-Zucker style di CHICKEN PARK (irripetibile chicca trash) Jerry Calà ritorna al suo habitat naturale e conduce, dopo averlo ideato e sceneggiato, questo RAGAZZI DELLA NOTTE dedicato (oltre che al misterioso “Guidino” citato prima dei titoli di testa) ai giovani che amano finire le notti in discoteca. Nascosto sotto le spoglie di film-inchiesta (Samantha De Grenet intervista, seguita dal cameraman, i protagonisti delle varie vicende all'uscita dalle discoteche), in realtà RAGAZZI DELLA NOTTE è il tipico prodotto giovanilistico in cui le storie di una decina di personaggi...Leggi tutto finiscono per intrecciarsi e convergere al "Sesto senso", disco del bresciano. Come sempre accade in questi frangenti la recitazione è inevitabilmente modesta, con le vecchie volpi (qui lo stesso Jerry Calà, Fabio Testi, Sergio Vastano, Enzo Braschi) che, pur in ruoli di secondo piano, rispetto agli altri brillano di grande luce. Calà raduna, come farà anche nel successivo, e migliore, GLI INAFFIDABILI, decine di facce note della tv: dall'ex mister italia Walter Nudo (con un inedito capello lungo nella parte, insolita e azzeccata, dello spacciatore) al prezzemolo Alessia Merz, da Francesca Rettondini (fa la ragazza di un eroinomane) al tapiratore di "Striscia la Notizia" Valerio Staffelli, da Alessandro Di Sanzio (la Mery di MERY PER SEMPRE) alla seduttrice/accusatrice di Gigi Sabani Raffaella Zardo. Gli altri, salvo un paio di casi (l'eroinomane, che deve esserlo veramente, e la coppia di fratelli emigrati) suscitano spesso una certa ilarità per i loro impacci, incapaci di apparire spontanei tra scontati inni al preservativo e "tacchinaggi” di serie B. Comunque il film scorre, la musica dance è ben inserita e, pur artificioso, si rivela passabile e per molti versi persino godibile.

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Undying 13/05/08 20:17 - 3807 commenti

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Tentativo non del tutto disprezzabile, pur se non riuscito, per Jerry Calà: avvalendosi di VIP (tali per la costante, all'epoca, presenza sugli schermi televisivi) si tenta di far passare un messaggio buonista, indirizzato ai giovani "tiratardi" habitué delle notti da (s)ballo. Qualche buona trovata, dovuta principalmente a veri attori di contorno (Testi e Braschi) e la presenza della fascinosa (ma non attrice) De Grenet non sono però sufficienti a garantire la riuscita d'un film che s'innalza rispetto al (ridicolo) precedente, ma viaggia basso.

B. Legnani 27/05/08 23:27 - 5550 commenti

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Della serie “se non lo vedi non ci credi”, perché il livello recitativo è agghiacciante, come fa capire il primissimo scambio di battute. I primi 45 secondi, poi, ci dicono che nessuna penserà di assumere un’espressione se la battuta non è sua. La condivisa cagneria è acuita dal fatto che la maggior parte interpreta ruoli “eccessivi”, per cui i difetti si ingigantiscono e rendono antipatici anche interpreti che di solito non lo sono. Se, per mera ipotesi, dovessi rivederlo, conterò le persone che guardano in macchina, usando il pallottoliere.
MEMORABILE: Le scene migliori son quelle di massa in disco, perché testimoniano una realtà sociologica e perché durante le stesse nessuno prova a recitare.

Markus 8/07/08 22:42 - 3695 commenti

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Ci sono quei film che sono capiti vent'anni dopo; quando, con un pizzico di pentimento, sono riabilitati dalla mediocrità e dal massimo disprezzo subito all'uscita. Gli esempi non mancano e, per quanto mi riguarda, c’è da inserire nella lista questa sorta di omaggio/inchiesta sul fenomeno delle discoteche sul Garda sotto l’ottica involontariamente comica di Calà (per farlo mette in scene tutta una serie di volti e di starlette della tv trash dell’epoca). Troppe serate “salvate” da questa pellicola per essere criticata.

Renato 19/12/08 19:26 - 1648 commenti

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Ovviamente da Jerry Calà non ci si può aspettare un ritratto fedele della gioventù discotecara degli anni novanta (che peraltro fortunatamente disconosco), ma solo un film corale coi soliti personaggi televisivi e se possibile quattro risate. Ma anche in quest'ottica il film funziona solo fino a un certo punto, anche se non mi sento di bocciarlo in toto... qualche momento è divertente (quasi sempre grazie a Calà) e non è mai offensivo. Comunque il regista farà di meglio in futuro, fortunatamente.

Straffuori 2/05/09 17:35 - 338 commenti

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Carrellata thrash tutto sommato divertente sul mondo dei giovani e delle discoteche, ambientata sul lago di Garda. Ci sono praticamente tutti i personaggi "televisivi" inizio Anni Novanta, da Vastano a Staffelli, da Walter Nudo a Enzo Braschi e poi Maria Monsè, Alessia Merz, Samantha de Grenet, Alessandro di Sanzo, Fabio Testi (pure lui) e Puccio Gallo, grande amico di Calà, titolare del Sesto Senso per davvero. Calà appare stanco e fuori forma, non particolarmente ispirato. Belle le musiche disco Anni Novanta dell'epoca.

Tomastich 3/07/09 17:39 - 1255 commenti

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The Decline of Western Civilization: così recitava un titolo di un documentario Heavy Metal. Divoratori di trash-movies unitevi direbbe un Carl Marx strafatto. Jerry Calà mette in piedi la rappresentazione più orrida degli Anni Novanta, dove vengono accennati con il gusto di un macellaio temi anche come la droga, l'omosessualità, le veline. Una cosa indecente (se non fosse che è diretto dal mio "amico" Jerry). Comunque se gli alieni non si sono fatti ancora sentire, forse un motivo lo si può ricercare nelle scene di ballo di queste discoteche.

Herrkinski 25/02/10 22:51 - 8148 commenti

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Dopo il già temibile Chicken Park (che se non altro provocava ilarità per la componente trash), Calà si rimette dietro la mdp per girare questa specie di film-verità sulle discoteche e sui loro giovani frequentatori. A parte i neologismi messi in bocca agli interpreti (mai sentito parlar così nessuno all'epoca, francamente) e alla recitazione penosa della quasi totalità del cast, il film è poco più di una celebrazione dei discotecari e della vita vacua dei giovani. Clima televisivo, sceneggiatura ai minimi storici, regia finto-modernista.
MEMORABILE: Walter Nudo spacciatore; la ricomparsa dell'ex "paninaro" Enzo Braschi.

Trivex 28/01/11 15:59 - 1747 commenti

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Purtroppo il film è proprio bruttarello. Non capisco perché si è stati così indecisi e pasticcioni, su un tema comunque potenzialmente interessante. Ci sono parti pseudodrammatiche (lo spacciatore ed il tossico), alternate ad altre pseudocomiche (il tizio che crede di cuccare pagando), ma rimangono tutte malfatte ed irrisolte. C'è anche la trasgressione (i tatuaggi, la fuga), la morale (quelli che hanno ragione e quelli che vivono di notte) e per finire la sperequazione sociale (di notte siamo tutti uguali). Tecnica modestissima e recitazione insufficiente.

Cotola 10/04/11 23:48 - 9082 commenti

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Sconcertante film di Calà (d’altronde quando lui è il regista, cosa ci si può aspettare?) che fallisce sotto ogni punto di vista. La pellicola è, infatti, patetica sia sotto il profilo dell’intrattenimento, sia come “analisi di costume e sociologica” (e c’era da dubitarne?) sul mondo giovanilistico e sulle sue avventure notturne. Circa il cast basta leggere i nomi per capire l’andazzo. Al di sotto del trash.

Galbo 14/04/11 07:15 - 12413 commenti

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Non pago di "ammorbarci" con le sue trascurabilissime prove come attore, Jerry Calà ha l'ardire di cimentarsi addiritura come regista e di propinarci una commedia con pretese sociologiche. Il risultato è manco a dirlo disastroso: banalissima e scontata, l'opera (?) presenta personaggi impresentabili (ed interpretati malamente da un gruppo di pseudo-attori) e una morale d'accatto.

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Disorder 5/05/11 15:22 - 1416 commenti

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Completamente insalvabile, è il film che segna la caduta di un piccolo mito del decennio precedente, che qui stecca su tutti i fronti in un tema in teoria a lui congeniale (il divertimento, le discoteche, la notte). Jerry appare veramente stanco, imbolsito e fuori posto; velo pietoso sul resto del cast, in cui troviamo la solita prezzemolina Alessia Merz, un giovane Walter Nudo versione metallaro e un improponibile Valerio Staffelli (e non sono nemmeno i peggiori!). Trama inesistente e dialoghi sempre tra il banale e il ridicolo. Da dimenticare.

Pol 28/11/11 09:57 - 589 commenti

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Perla di ridicolo involontario come poche altre: Calà vuole dire la sua sul "popolo della notte" e lo fa in una maniera talmente artificiosa da risultare esilarante. Tutto è costantemente sopra le righe grazie ad un cast "all stars" che ridefinisce il concetto di recitazione, a cui vengono affidati dialoghi che vorrebbero essere a loro modo "neorealisti" ma suonano finti, stereotipati e ovviamente ridicoli (tutte le "interviste" sono francamente imbarazzanti). Per tacere delle moralette finali da saldi di fine stagione... Capolavoro.

Deepred89 29/11/13 00:50 - 3718 commenti

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L'inizio, col mockumentary velocizzato e "All By Myself" in salsa dance, mi ha fatto sperare per 2 minuti in un cult incompreso e invece no: Ragazzi della notte è veramente robaccia. Tecnica neppure malvagia (si vede che un budget c'è ancora) ma mai funzionale al narrato: la patina annienta il ricercato senso di disagio così come la credibilità. Poi la mancanza di una vera trama porta ben presto a uno stato di noia assoluta contro la quale la pretestuosa presenza di Calà attore e qualche dialogo o attore trasheggiante possono fare ben poco.

Blutarsky 29/12/13 19:19 - 360 commenti

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Calà scrive, dirige e interpreta questo film, sorta di istantanea del popolo delle discoteche di metà anni novanta. Jerry punta in alto ma si spara a un piede... Infatti la pellicola affonda per evidenti limiti di scrittura, di regia e recitativi e finisce per sembrare uno spot per i locali del bresciano. Film narrativamente sgangherato: dialoghi improbabili alla “Calà”, personaggi e vicende stereotipate, recitazioni insufficenti, scelte registiche bizzarre... Divertente per tutti gli amanti del brutto, per i quali si può parlare di capolavoro!
MEMORABILE: Le interviste nelle discoteche; I dialoghi improbabili dei ragazzi!

Daidae 31/12/13 02:09 - 3194 commenti

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Lo preferisco al piu` blasonato e per me decisamente peggiore Sabato ialiano. Ovviamente il cast composto da attori pessimi e inesperti pregiudica un'opera già debole di suo. Tremende poi alcune scene che vorrebbero apparire impegnate. Ha però qualche momento gradevole. In definitiva mediocre
MEMORABILE: che senso hanno le interviste della De Grenet?

Maxx g 15/01/14 21:24 - 636 commenti

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Jerry Calà cerca di inquadrare il cosiddetto "popolo della notte" e cade nella trita trappola dei luoghi comuni. Non solo: ci sono anche pessimi attori e modi di dire (e di fare) che fanno cascare le braccia; e purtroppo il mondo della discoteca è veramente così, per certi aspetti. Insopportabile (e inutile) la De Grenet che fa le interviste come anche alcuni personaggi. È tutto da buttare? No: la scena dell'ospedale tenta di dare spessore, come qualche cosa nel finale, ma è tutto buttato là. Poteva essere una buona occasione...
MEMORABILE: La scena dell'ospedale, con il ragazzo che parla all'amica caduta in coma.

Dengus 30/03/14 15:24 - 361 commenti

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Jerry confeziona un vero e proprio documentario su ciò che sono (o erano, dato che siamo nel 1995) le discoteche, chiamando a sé le starlette televisive di quel periodo (non per nulla la recitazione è alquanto dozzinale). L'idea è buona, qui siamo ancora nell'epoca delle maxi disco e in quei locali viveva (o vive) una sorta di minimondo asettico. Visto al cinema con l'occhio pruriginoso del quattordicenne alimentò la mia curiosità e voglia di crescere per vivere il mondo della disco e delle sue frequentatrici, ma Calà forse esagerò un po'.

Il Dandi 9/03/20 02:26 - 1917 commenti

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Istantanea degli anni d'oro delle maxi disco e dell'eurodance a opera di un Calà che (come il sé stesso dell'ospitata nel film) si muove in quell'ambiente senza davvero appartenervi, né avere le capacità narrative per raccontarlo credibilmente. Cast televisivo (da Walter Nudo spacciatore a un Valerio Staffelli ancor più viscido) e camei di vecchi amici (Vastano, Braschi). A dispetto della cornice mockumentary il film riesce (grazie alle scene di massa) ad acquistare un suo valore documentario proprio nei momenti in cui non cerca di farlo.
MEMORABILE: La foto con gli sposi.
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  • Discussione TomasMilia • 14/08/13 02:25
    Galoppino - 126 interventi
    Nei titoli di coda, alla voce "aiuto regista" ho visto c'è il nome di Mariano Laurenti?
    E' possibile o è un caso di omonimia?

    O meglio, mi vien quasi da pensare che il film lo abbia girato Laurenti, ma che la produzione (che non rammento quale sia) abbia imposto il nome di Calà.

    Non mi sembra che nell'arco della discussione sia venuto fuori questo argomento.
  • Discussione Zender • 14/08/13 10:33
    Capo scrivano - 47879 interventi
    Non saprei, nel senso che non e' l'unico film di Cala' e non escluderei che lo possa aver diretto lui (non e' che poi sia diretto in modo favoloso intendo dire). Magari Laurenti gli avra' dato una mano...
  • Discussione TomasMilia • 18/08/13 12:03
    Galoppino - 126 interventi
    Be', mi pare che questo sia il secondo film di Calà e il primo (Chicken park) non è che fosse andato proprio bene.
    Forse, e ripeto forse, hanno voluto affiancargli qualcuno con più esperienza. Anche se, ripeto, mi pare alquanto strano.
    Per due motivi:
    1) un regista affermato come Laurenti non ce lo vedo ritornare a fare l'aiuto regista.
    2) solitamente, se il regista non è all'altezza, lo fanno affiancare da un direttore della fotografia che poi, di fatto, sarà lui a dirigere il film.
  • Discussione B. Legnani • 18/08/13 12:26
    Pianificazione e progetti - 14971 interventi
    TomasMilia ebbe a dire:
    1) un regista affermato come Laurenti non ce lo vedo ritornare a fare l'aiuto regista.


    Pecunia non olet.
  • Discussione Zender • 18/08/13 21:45
    Capo scrivano - 47879 interventi
    Non lo so, tutto può essere Tomas, non sapendo come stiano le cose ho ipotizzato. Propenderei sempre per qualche consiglio, da parte di Laurenti, ma ovviamente posso sbagliare.
  • Musiche Zender • 3/10/14 10:02
    Capo scrivano - 47879 interventi
    Non ricordavo esistesse la colonna sonora (pure doppia!)
  • Musiche Dusso • 4/10/14 10:23
    Archivista in seconda - 1840 interventi
    Grande chicca!
  • Discussione B. Legnani • 10/01/16 12:09
    Pianificazione e progetti - 14971 interventi
    Copio qui un articolo di BRESCIAOGGI del 31 maggio 2011. Ricordo ai frequentatori che in effetti la discoteca non era situata né a Desenzano (il casello a lei più vicino), né a Castiglione delle Stiviere (il centro a lei più vicino), bensì nel territorio comunale di LOnato.

    ---

    Demolita la discoteca
    più grande del mondo


    Lonato. Ha segnato la storia del basso Garda e ha riempito le notti di milioni di persone tra musica dance, sigle di cartoni animati e concerti: il Genux (Dehor per i più giovani) adesso appartiene solamente all'album dei ricordi degli Under 50 di mezza Italia che arrivavano a frotte per conoscere quel mondo che rappresentava l'eldorato della notte italiana. Quella che nel 1989 era, come recitava la pubblicità, «la discoteca più grande mondo», ora è un cumulo di macerie.
    «Onestamente il Genux non poteva più rinascere - sottolinea Claudio Tozzo, direttore di RadioStudioPiù, per anni anima della discoteca gardesana - ci sono stati dei tentativi, ma ogni storia ha un inizio e una fine. Locali di quel tipo durano 4 anni, forse 5, il nostro Genux riuscì a fare grandi numeri per 8 anni. Ricordo che raggiungevamo il milione di presenze, una cifra che oggi non riesce a fare più nessuno anche perchè è cambiato il mercato. Ammetto che, ad inizio anni '90, noi eravamo avanti rispetto a tutto il mondo con impianti luci e suoni di altissimo livello». E dire che il Genux nacque quasi per caso: per la voglia di investire di un imprenditore genovese con interessi a Voghera, per la collocazione strategica di un'area incastrata tra Brescia, Verona e Mantova a poche centinaia di metri dall'autostrada. «Il nome Genux fu voluto da quell'imprenditore, cercava un nome originale che ricordasse la sua città natale - ricorda Tozzo, in viaggio di lavoro a Ibiza - : la prima stagione estiva, era il 1989, andò abbastanza bene. Io iniziai nell'inverno di quell'anno e ci rimasi per parecchi anni inventando di sana pianta la serata del martedì che restò il nostro fiore all'occhiello. La nostra gestione, mi pare di ricordare, finì nel 1997. Poi per qualche anno passò di mano in mano, ma ormai il declino sembrava abbastanza inevitabile, la musica che un tempo facevamo solo noi ormai era ordinaria amministrazione ovunque, il locale aveva perso la sua unicità».
    DA GENUX A DEHOR fu un passaggio doloroso che però non riuscì ad evitare la fine già segnata dell'ormai ex discoteca «più grande del mondo». Un paio di canti del cigno, poi la chiusura e, la scorsa settimana, la demolizione che si è portata via, dopo Sesto Senso e Biblò, un altro pezzo di storia del basso Garda.
    «Il Genux ha fatto epoca - insiste Tozzo - : la radio tambureggiava, avevamo cartelloni in ogni città, facevamo pubblicità ad ogni livello e in ogni modo. In quel periodo i giovani volevano ballare e noi avevamo la pista più grande. Adesso, nelle discoteche la pista ha lasciato posto ai tavoli e in queste condizioni un'area come quella del Genux non è gestibile». Con le macerie a suggellare la fine del Genux, il «funerale» sta andando in onda su Facebook. Lì, i giovani degli anni '90 che prendevano il pullman dalla stazione di Desenzano al Genux avrebbero voluto una serata d'addio così come quelle ragazze che «volavano» sulle mani di centinaia di persone alla musica di Goldrake.

    Daniele Bonetti
    Ultima modifica: 10/01/16 12:10 da B. Legnani
  • Curiosità Zender • 14/05/21 14:34
    Capo scrivano - 47879 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:

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