Anche la gloriosa Hammer si dà al preistorico e produce questo avventuroso con dinosauri partendo da uno scritto del celebre J.G. Ballard (quello di CRASH e L'IMPERO DEL SOLE), il quale ricordò come il suo nome per la prima volta comparisse al cinema ma in quello che era forse il film più brutto della storia. Certo, si tratta di un'esagerazione (in fondo l'opera venne pure candidata all'Oscar 1972 per i migliori effetti speciali, perdendo solo da POMI D'OTTONE E MANICI DI SCOPA), ma riesce comunque difficile annoverare...Leggi tutto questo WHEN DINOSAURS RULES THE EARTH tra i migliori del genere. Non è forse un caso che la distribuzione italiana, accortasi della non esagerata appetibilità del prodotto, l'abbia buttata sul ridere fin dal titolo, affidando l'invadente commento fuori campo (i dialoghi sono tutti in cavernicolese, mai tradotti) a un Giuseppe Rinaldi costretto a leggere battute oggi datate e scadenti, dal valore gustosamente trash: si arriva a citare indirettamente il colonnello Bernacca per il meteo e a definire il lucertolone che sbaraglia il campo nel finale un “saurodino” a causa delle buffe movenze da “dinosauro invertito” (!); a cercare insomma doppi sensi e paragoni con l'attualità decisamente di dubbio gusto. Ad ogni modo i vari sauri (tra cui un triceratopo che a detta del commento ama molto la “marmellata di trogloditi”) non sono affatto male: animati in passo uno come si usava al tempo, si presentano in buon numero ruggendo (o meglio stridendo) ridicolmente. A lasciare semmai molti dubbi sono le fasi - preponderanti - tra umani. La protagonista è Sanna (Victoria Vetri), che scappata ad un sacrificio umano finisce tra i trogloditi facendo innamorare di sé Tara (Robin Hawdon), il bellimbusto locale. La donna di Tara è gelosa e riesce a far incolpare Sanna di vari disastri metereologici, costringendola a scappare nuovamente e precipitandola tra i dinosauri: la sua fortuna sarà riuscire a fare amicizia con un cucciolo di questi (il commento lo definisce “dinosauretto”) e con un altro di stazza ben superiore, che la aiuterà nel momento del bisogno, quando lei e il sopraggiunto Tara (banditi baci e abbracci, non ancora scoperti, ci si affida alle carezze sfumando la scena quando è il caso) verranno scoperti dai trogloditi partiti alla loro caccia. Finale cataclismatico tirato un po' per le lunghe... La regia di Val Guest garantisce una discreta professionalità, che copre le magagne di una sceneggiatura carente e di ambientazioni palesemente artificiali. Bella trafila di primitive in costumino (tra queste anche la splendida Magda Konopka), ma le lunghe fughe di Sanna, le ripetute danze aborigene, la caccia tra i percorsi rocciosi, i tediosi “effetti meteo” e la parlata cavernicola (fatta di "Akita... Udea... Bakan" eccetera) non aiutano certo a rendere piacevole il tutto.
Trionfo della cartapesta e dello stop motion in questo delirio cinematografico patrocinato nientepopodimeno che dalla benemerita Hammer. Se già le avventure dei cavernicoli hanno poco interesse, peggio va con il commento fuori campo (i personaggi parlano solo con monosillabi) che continua a fare battute del livello di quelle terribili presenti sui gelati Cucciolone, sempre fuori luogo. Operazione imbarazzante, di una noia mortale, con un finale "mistico" che ha avuto solo l'effetto di farmi cascare la mascella a terra.
Gli splendidi sfondi naturali delle Canarie, dove fu girato, sono l'unica cosa sopportabile di questa innocua sciocchezza fanta-preistorica partorita da una Hammer in declino e riesumata dalla distribuzione italiana sull'onda del successo del film cavernicolo di Festa Campanile. Gli effetti speciali penosi, con i dinosauri più goffi e ridicoli mai visti sullo schermo, la voce fuori campo che sfoggia un becero umorismo in stile mondo movie e la melensa storiella sentimentale possono divertire per una decina di minuti, poi la noia domina sovrana.
MEMORABILE: La bella Victoria Vetri che si improvvisa baby-sitter per il pargolo del dinosauro.
Prodotto dalla Hammer, un fantasy di ambientazione tribale di livello sorprendentemente basso, dotato però di un'ingenuità che lo rende se non altro curioso, a partire da degli animali preistorici in stop motion che suscitano autentica tenerezza. A ciò si aggiunge una voce fuori campo - almeno per l'edizione italiana - che accumula castronerie senza sosta, accostando il film ai ridoppiaggi parodistici alla Che fai, rubi? e suscitando se non altro una cerca curiosità trashistica. Nonostante le possibilità offerte dal copione, solo un fugace topless all'appello.
Risibile pellicola pseudo-preistorica in cui la voce fuoricampo tenta di completare la pagliacciata con battute già piuttosto pietose quando uscì il film. L'unico, minimo motivo di interesse può essere dato dai "dinosauri" in stop motion, che almeno ravvivano un po', pur risultando piuttosto assurdi, come una sorta di plesiosauro con zampe palmate. Naturalmente, visto il livello generale, ci sarà persino un dinosauro versione Fido. La parlata cavernicola tende poi a dare il colpo di grazia. Perderlo non è certo un dramma.
MEMORABILE: Cotto e mangiato; Il triceratopo in caverna (chissà cosa ci faceva); Il granchione (perchè evidentemente nella preistoria tutto deve essere enorme).
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