Post mortem - Film (2020)

1918: sopravvissuto alla guerra ed alla morte, un soldato diventa fotografo di ritratti post mortem. Giunto in un villaggio, si imbatterà in minacciose presenze. Ghost-story ungherese che si differenzia non poco dagli stilemi tipici del genere, per un uso smodato ed eccessivo, a tratti ridicolo, degli effetti speciali e del sonoro. Così, pur ben fatto, si rivela troppo fracassone e con poca atmosfera. Peccato esiziale per una pellicola di questo genere. Anche la storia, non aiuta: non riesce a coinvolgere come dovrebbe. Ed i brividi mancano del tutto. Ha comunque un suo perché. 

Inizio del '900: fotografo che di mestiere "immortala" morti assieme ai cari (vivi) va in un paesotto ungherese per fotografare i vari deceduti di Spagnola, ma si trova di fronte a strani fenomeni. Veramente buona la confezione, con una fotografia elegante e desaturata e un'ambientazione nel pieno folclore del villaggio; la grossa pecca sta nell'uso davvero ingenuo e pacchiano del soprannaturale, con fantasmi che continuamente fanno volare in aria i mortali e li uccidono; un soggetto e una rappresentazione così interessanti rovinati quindi da una sceneggiatura basata su questo.

Un giovane militare, sopravvissuto alla sepoltura, svolge l'attività di fotografo dei deceduti in guerra o a causa della Spagnola su richiesta dei familiari e, in un paesino ungherese, si troverà in situzioni tra il macabro e il soprannaturale. La prima parte è molto affascinante per la fotografia, l'ambientazione e il mix di tecnologico d'antan e misterico e tutto sembra abbastanza verosimile anche se raccapricciante, ma nel prosieguo prende una strada troppo metafisica, cui non corrisponde un'adeguata cura per gli effetti speciali e in certi punti si finisce col sorridere. Peccato.

Alla fine della Prima guerra mondiale ex soldato asburgico trova lavoro come fotografo dei morti in uno sperduti villaggio ungherese. Horror calligrafico che ricerca nella lenta atmosfera più che negli avvenimenti la chiave della suspense, salvo poi a tratti far esplodere la tensione. Nel complesso operazione poco riuscita che cerca di innovare la solita minestra di zombi, ma al di là delle trovate scenografiche e registiche si auto-annacqua in una ridda di situazioni cervellotiche su cui alla fine incombe la peggior sciagura per un film horror: la noia.

Nel primo dopoguerra, un reduce diventato fotografo dei morti si reca in un villaggio falcidiato dalla spagnola su richiesta dei familiari che vorrebbero una immagine-ricordo dei loro cari defunti, provvisoriamente congelati in attesa del seppellimento... Horror ungherese tutt'altro che minimalista, anzi con un accumulo di effetti e spaventi che, unito ai comportamenti incongruenti dei personaggi e alcuni svarioni tipo istantanee scattate con pochissima luce, finisce per sfociare nel ridicolo involontario. Peccato perché lo spunto era promettente e l'ambientazione suggestiva.