Noccioline a colazione - Film (1978)

Un disoccupato trova lavoro come rieducatore di un orango in depressione; ci saranno conseguenze sulla sua vita familiare. Bizzarro esordio di Orfini con questo lavoro estremamente anni '70, ben fotografato (da Tovoli) e interpretato da esordienti; convincente la bella Mancinelli (figlia di Elsa Martinelli), che regala anche numerosi nudi. L'orango è però un attore in costume e spesso risulta posticcio; su script e messaggio di fondo permangono dubbi, oltre a un finale ambiguo, ma gli scorci di vita di coppia sono efficaci. Curioso esperimento.

Il nipote di King Kong, qui mina inesplosa in attesa di exploit rivoltosi anti-ideologici, s'incontra con L'ultima donna di Ferreri a livello superficialmente formale nella rappresentazione della "sacra famiglia" proletaria nell'intimità domestica e con La donna scimmia nella maschera del fenomeno da baraccone, qui alienazione psichiatrizzata del potere tirannico del lavoro. Manca la causticità dei due film sopracitati e i simboli sono ovvi e prevedibili, ma il tono da commedia venata di blues metropolitano sottintende un amaro e attuale messaggio.

Un film realizzato davvero bene. La critica politica è sottile, non viene sbattuta in faccia come in certe mediocrità post Anni 90. La recitazione è buona e la maschera dell'orango (un evidente attore mascherato) non è poi così male, contando che il film ha quarant'anni alle spalle. Gli attori se la cavano al meglio mentre la colonna sonora è l'unica parte debole del film: praticamente non esiste. Una piacevole sorpresa.

Non sarebbe male questo curioso film anni '70 del buon Mario Orfini, che ha ottime idee cinematografiche e dirige bene, cogliendo l'attenzione dello spettatore con ottime trovate. Il problema è più che altro la storia di fondo, che ha pochissimo da dire. Ci si poteva fare un cortometraggio, ma scegliere un lungometraggio porta a dilatare una storia che spara presto le sue cartucce e finisce per diventare noioso. La recitazione va così così, mediocri anche i dialoghi, con un uso puerile del turpiloquio. Belli invece i quadretti familiari. Particolare, ma non del tutto riuscito.