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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/06/08 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 11/06/08 08:24 - 5737 commenti

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Neorealismo rosa sotto forma di un garbato romanzetto poggiante sulle diverse tipologie dei personaggi: le tre corteggiatissime amiche sincere (Bosè, Greco, Bonfatti) il bullo maschilista e geloso (Salvatori), il moralista approfittatore (Guarnacci), i vedovi timidi (De Filippo e Gloria), l’innamorato respinto ma speranzoso (Milani), il ragazzo semplice e spontaneo (Mastroianni) e il timido professorino (Bassani), che commenta i fatti con la rassegnata mestizia del Leopardi mentre ricorda Silvia.
MEMORABILE: La Bonfatti che ogni sera torna a casa con una accompagnatore in più. Il lillipuziano Milani alle prese con l’attrezzo che dovrebbe farlo crescere.

Galbo 12/06/08 17:21 - 12414 commenti

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Uno dei primi esempi del neorealismo italiano è diretto dal regista milanese Luciano Emmer e possiede i toni del romanzo rosa. Pur nei suoi limiti, il film ha il pregio di una sceneggiatura che effettua una buona caratterizzazione dei personaggi, descrivendone piuttosto bene (ed in modo piuttosto verosimile) i rapporti e le inteazioni e di proporre la descrizione di un'umanità varia con qualche sforzo di analisi di tipo sociologico. Efficaci gli interpreti.

Daniela 4/10/09 14:33 - 12699 commenti

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Un professore (lo scrittore Giorgio Bassani, doppiato) descrive le vicende di tre giovani amiche che lavorano presso una grande sartoria, fra amori, delusioni e speranze. Neorealismo rosa, in cui gli aspetti drammatici e quelli comici sono bilanciati con una certa abilità, soprattutto grazie al bel cast (c'è anche Mastroianni in uno dei suoi classici ruoli degli esordi, da bravo ragazzo del popolo). Una certa malinconia di fondo attenua l'impressione di un ritratto troppo edulcorato e conformista, rendendo la visione tutto sommato gradevole.

Stefania 8/06/12 13:46 - 1599 commenti

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Un passo indietro rispetto a Domenica d'agosto, perché lo sfondo di Piazza di Spagna è puramente decorativo, oleografico, non respira, è immobile, non crea le situazioni, non accompagna i personaggi (contrariamente alla spiaggia di Ostia); in più la struttura "flash back", col professore che commenta didascalico dà alla storia un umore malinconico che, invece, poteva scaturire... dalla storia stessa, dalle immagini, dai caratteri. Una scorciatoia, una captatio benevolentiae per un film troppo compiacente e un po' condiscendente! Nell'atelier vedrei bene un serial killer baviano, per ravvivarlo!
MEMORABILE: Ave Ninchi, sempre mamma di polso e di cuore! Gli altissimi corteggiatori della "peperina" Bonfatti; Mastroianni tassinaro.

Markus 3/08/14 10:45 - 3695 commenti

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La pellicola di Emmer va annoverata come degna sostenitrice di quel genere - tanto in voga negli Anni '50 - che mischia le carte del "neorealismo" (l'estrazione popolare dei personaggi verte indubbiamente in questo senso) e il romanzetto rosa destinato a piagnucolose ragazzette in cerca di amore. Funziona perché il regista sa dosare nelle giuste misure componenti leggere e drammi, quindi l’apparente poco interessante vita di tre umili ragazze con qualche aspirazione diventa al limite importante. Cinema di puro svago.

Rambo90 23/09/16 22:56 - 7707 commenti

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Commedia rosa non troppo vivace ma anzi tendente al melò e con personaggi tratteggiati in modo prevedibile, eppure comunque piacevole, che si fa seguire comunque grazie a qualche indovinato momento ironico e soprattutto ai personaggi di contorno. Spiccano infatti un Eduardo innamorato timido e la Ninchi madre di una famiglia numerosissima, più innocuo e defilato invece Mastroianni. Qui e là emerge un piccolo spaccato del quotidiano, forzato però dalla voglia di lieto fine.

Zampanò 16/12/20 22:14 - 382 commenti

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Lucia Bosè brilla di più, ma Cosetta Greco e la Bonfatti non smagliano un terzetto simbolico: è la prima, accennata, emancipazione femminile (Zampa bisserà nel '55 con Ragazze d'oggi). La partitura di Sergio Amidei nulla trascura. Il papà di Marisa, il fantino, il professore (un composto Bassani), l'esordiente pischello Salvatori, già quadrato; Mastroianni ancora acerbo. Sagge chiocce della nidiata Ave Ninchi e Eduardo. Emmer benefica senza ruffianerie l'innocenza da latteria di una gioventù baciata di speranza.

Pessoa 5/02/22 20:49 - 2476 commenti

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Sarebbe un film come tanti altri di un genere molto di moda nel periodo, se non fosse per l'inconfondibile mano di Emmer che infonde una fresca leggerezza alle vicende tipiche di quella parte dell'Italia rimasta fuori dal boom economico che cominciava a portarsi via le miserie del dopoguerra. Come spesso nei film del regista, i caratteri femminili vengono fuori meglio di quelli maschili, grazie anche alla buona prova degli interpreti in grado di cogliere tutte le sfumature del racconto. Ritmo non eccezionale ma la visione resta comunque molto gradevole. Un'occhiata la merita tutta.

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  • Curiosità Daniela • 11/05/13 15:50
    Gran Burattinaio - 5929 interventi
    In questo film Mastroianni è doppiato da Nino Manfredi.

    All'inizio della sua carriera la voce di Mastroianni, pure essa inconfondibile, veniva ritenuta poco adatta, per cui in alcune occasioni venne doppiato non solo da Sordi, ma pure da Nino Manfredi, come in questo caso.