Le locataire diabolique - Corto (1909)

Mèliès recita col figlio Andrè in un altro simpatico e frizzante prodotto. La storia è semplice: un uomo riesce ad arredare una casa vuota, tra specchi che si muovono, mobili che possono essere piegati e ovviamente le indispensabili fiammate rosse. Da vedere.

Nell’opera di Méliès si sono spesso visti inquilini alle prese con appartamenti stregati: in questo caso si assiste ad una piacevole variazione di tale soggetto, poiché l’inquilino è un mago che arreda la sua nuova abitazione estraendo da un magico baule ogni sorta di mobilio – tavoli e sedie, pianoforte e specchi – e persino moglie e figli… Ritmo concitato, situazioni a volte clownesche (l’imbianchino gettato furori dalla finestra) e fruttuosa compresenza di effetti teatrali (fili invisibili, fumi) e cinematografici (sparizioni).

L'affittuario è proprio diabolico: in pochi attimi arreda la casa tirando fuori mobilia, famigliari e pure la cena da un borsone, riuscendo perfino a non pagare l'affitto e scatenando l'arredamento "vivo" contro il padrone. Originale e dinamico, questo cortometraggio colorato ha il suo punto di forza nella concitazione dell'allestimento, che porta lo spettatore a seguire con curiosità e stupore gli eventi. Molto piacevole.

Altro corto di Méliès destinato all'esportazione sul mercato nord-americano, conferma la capacità del cineasta di rendere magica e surreale la più banale delle situazioni: l'affitto di un appartamento! Si tratta in realtà di una serie di giochi di prestigio realizzati cinematograficamente con la tecnica del fermo-immagine, il baule dell'inquilino è un cilindro magico. Il finale "incendiario" è inquietante e persino un po' incongruo: birbante quanto si vuole, questo inquilino, ma addirittura... diabolico?

Davvero diabolico l'inquilino di questo cortometraggio di Gèorges Mèliès: dapprima arreda la stanza presa in affitto estraendo gli oggetti da una piccola borsa, poi si rifiuta di pagare l'affito. Film del 1909, in cui l'autore "esalta" il tema dell'apparizione e del moto proprio degli oggetti in quello che è un turbinio di invenzioni visive e performance fisiche dei protagonisti. Il colore conferisce al corto una marcia in più. Notevole.

Cortometraggio colorato di circa sei minuti. La cosa migliore è il ritmo del film che presenta un andamento che tiene desta l'attenzione dello spettatore. Ci sono giochi di comparizione e di sparizione (il baule del protagonista ricorda il gonnellino di Eta Beta...) ma anche qualche altra trovata, come l'espulsione dell'imbianchino e il trattamento riservato al poliziotto.