La nave dei mostri - Film (1960)

Se ci garantissero che le venusiane sono tutte come quelle che qui occupano il razzo mandato nello spazio ad analizzare le diverse forme di vita, la corsa alle stelle avrebbe avuto ben altro sviluppo, negli anni. Le venusiane non solo sono molto attraenti, ma si aggirano per il loro razzo in succinti costumini, coadiuvate da un robottone costruito con un paio di scatole di latta sovrapposte o poco più. Dirigono verso la Terra dove il loro interlocutore sarà un cowboy messicano che ama raccontar storie (solitamente insultato da chi lo ascolta) e cantare. L’obiettivo delle emissarie di Venere è (manco a dirlo) conquistarci, ma la truppa di mostri prelevati da altri pianeti (Marte, Saturno ecc.) non...Leggi tutto spaventerebbe nemmeno una mosca: il grosso mostro peloso, il ciclope, il marziano col cervello spropositato (con una ventosa per bocca) e lo scheletro animato sono quanto di più ridicolo si sia visto in giro come formazione d’assalto: la venusiana ribelle, che scopriamo essere pure vampira, imprigiona la sua collega “buona” e li scongela per prepararli all’invasione brutale assegnando loro i compiti: tu ti occuperai dei bambini, tu delle donne, tu degli animali... al marziano spetta tutto il resto, e non è una bella prospettiva, ma quello le risponde che pur non avendo il fascino di una marziana (che visto lui possiamo immaginare essere per noi molto basso) lei ha un’intelligenza superiore e lui è pronto ad obbedirla. Il problema è che tutti insieme, questi mostri dell’oltrespazio, faticheranno a tenere a bada anche un solo umano (il cowboy di cui sopra) e quindi non si vede che minaccia possano rappresentare, per noi. Al di là della trama, demenziale, ciò che colpisce è ovviamente la fattura dei mostri, pupazzi assemblati alla bell’e meglio che stanno in piedi per miracolo. Quando ci vengono presentati in sequenza c’è da ridere per minuti interi, dopo aver comunque già ampiamente capito che i mezzi a disposizione erano davvero irrisori. Dialoghi terra-terra, doppiaggio italiano che estremizza la componente trash trasformando il povero cowboy protagonista in una macchietta canterina sparascemenze la quale però, quando parla di amore, subito incuriosisce le venusiane chiaramente all’oscuro del significato di un sentimento così profondo. Quasi un Clouseau ante-litteram, il nostro risolverà ogni problema con estrema facilità arrivando a liberare la bella venusiana prigioniera e conducendo il film verso un happy-end che più scontato non si potrebbe. Difficile giudicare con l’abituale metro un film del genere: non resta che premiare la follia che l’ha generato regalandoci momenti di autentica ilarità senza annoiare.

Chiudi