Bambino siciliano diventa minatore nelle solfatare, ma sogna di andare in Australia. Il tema è importante, ed è apprezzabile la cura con cui è stato ricostruito l'ambiente sociale di povertà, sfruttamento e violenza in cui i più derelitti subiscono i meccanismi dei padroni. Rilevante anche la fotografia. Ma l'insistenza sul corpo (glutei a profusione) e sulle allusioni sessuali sposta l'asse della bilancia dal verismo di denuncia (alla Verga) a un livello estetizzante e voyeuristico di cui non si sente la necessità.
Il degrado, la povertà e la sopraffazione in questo difficile film di Grimaldi che per certi versi commuove, per altri stupisce con le sue morbose inquadrature. Bella l'ambientazione e la fotografia, particolare la sceneggiatura; non condivido la scelta di attori troppo giovani per un soggetto come questo e soprattutto l'uso che la macchina da presa fa sui loro corpi. Della serie ogni sogno nel cassetto ha il suo prezzo.
Un film ben diretto e orchestrato con sensibilità, forse il migliore di Grimaldi, con fedele riostruzione di ambienti, violenza e soprattutto mentalità di un'epoca e di una terra in genere. Mi sono piaciute molto la fotografia, la gestione del tempo e il messaggio di libertà che l'opera contiene. Unico neo la musica, elaborata, trattata e non composta originale. Per il resto del film resta un pregevole ricordo, e lo si può anche rivedere senza noia.
Uno sguardo impietoso sulle condizioni ignorate o rimosse degli sfruttati nel lavoro e nella dignità. Nelle cave di zolfo della Sicilia anni '30 gli operai trascorrono la loro vita lavorativa al limite dello schiavismo e della forzosa promiscuità sessuale. Aclà, ceduto dal padre al capo miniera che lo potrà sfruttare a suo piacimento a "soccorso morto", si ribella alle angherie sognando l'Australia e una vita migliore. Film crudo ma ricercato, con finale cinematografico alla Truffaut. Musica fastidiosa ed estranea al realismo dell'argomento.
MEMORABILE: La crudeltà e l'indifferenza dell'ambiente e dei familiari. La connivenza scandalosa del parroco; La fuga di Aclà verso il mare.
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L'attore Palermitano che interpreta Aclà (Cusimano), due anni prima aveva fatto un piccolo ruolo nelle primissime scene del film Ragazzi Fuori. Sto parlando di quel ragazzino in bici allo Zen, che dice in dialetto "Vicè Vicè scinni cam'agghiri a da banna muuaaviti (Vincenzo scendi che dobbiamo andare in quel posto muoviti).