La casa delle luci - Film (1996)

La solita famigliola si trasferisce nella solita casa nella quale tempo prima si era verificato un tragico fatto di morte. Si sa che quando i cineasti devono irretire affrontando tematiche legate all'incorporeo il compito diventa alquanto arduo e, letta la premessa, il timore poteva essere fondato. Invece, Shaw dirige un film teso e dai momenti felici ed agghiaccianti al tempo stesso, con ottimi effetti visivi e buoni interpreti ai suoi ordini. Vale la pena cercarlo e rivalutarlo.

Con l'omonimo The uninvited, uscito nel 2009, non ha nulla a che spartire. Trattasi infatti di una versione decisamente "light" di Poltergeist. Forse uno dei pochi casi in cui un film attuale (solo per ritmo) si fa preferire ad un solido-attempato horror ancora non succube del pur interessante panorama nippo-coreano. Se si riesce a superare la noia, infatti, questo film qualche sorpresa la tira fuori. Alcune scene sono veramente ben dirette, ma la lentezza della sceneggiatura (nella prima parte) penalizza pesantemente il mio giudizio finale.

Thriller-horror piuttosto atipico che riserva più di una sorpresa, nonostante alcuni momenti di stanca. La storia è lineare ma non del tutto scontata e alterna momenti fantasy ad altri più duri (vedi l'inizio). Il cast (soprattutto la Lawrence) è più che dignitoso. Vale una visione.

Il livello tende pericolosamente al gradino più basso (e riesce a raggiungerlo). Il ritmo è vivace come il guizzare di una lumaca con l'artrite, gli effetti new age sono di purissima matrice kitsch e, a tratti, ridicoli (il moccioso levitante). Siamo a metà tra Poltergeist e L'esorcista, con la solita medium tra i piedi... Tutto è prevedibile, già visto e, perciò, noioso assai. Peccato per la Lawrence, un volto interessante, che annega in tale poltiglia.