L'uomo dai due volti - Film (1935)

Episodio ad andamento lento con la solita commistione tra spie e delitti. Tutto verrà ovviamente risolto dal buon Charlie Chan che stavolta, e non è la prima, rischia anche l'osso del collo. I ritmi non sono definibili esaltanti e ciò spiega lo scarso coinvolgimento dello spettatore per quasi tutta la durata della pellicola. Anche lo spiegone finale con tanto di soluzione è di scarsa presa ed interesse nonostante il colpo di scena. Nel film appare per la prima volta il figlio numero uno.

Un buon giallo d'impianto classico con protagonista il simpatico Charlie Chan, qui ben interpretato da Oland. Certo il ritmo non è dei più svelti, ma la durata brevissima e l'intreccio ben congegnato permettono di arrivare alla fine senza particolare fatica o noia. Il colpo di scena finale non è affatto male, anche se gli spettatori più avvezzi al genere potrebbero arrivare a scoprirlo prima. Buono.

La danse apache nel locale parigino, con omicidio finale, è forse il momento che più coinvolge di tutto il film. I proverbi che Chan sciorina in ogni occasione sono una caratteristica del personaggio che diverte, anche se alcuni sono forzati per l'occasione. L'eleganza formale non manca, ma molti punti risultano quasi soporiferi e allungano un film che lungo non è. Il "falso cinese" Oland è una sicurezza, capace di ripetere il personaggio a occhi chiusi, nessuna sorpresa ma anche poca emozione.