Sulla carta l'idea era molto interessante: si suppone che il regista Murnau per girare il suo Nosferatu abbia impiegato un vero vampiro. Purtroppo, nonostante le intense interpretazioni di Malkovich nel ruolo del regista e di Dafoe nel ruolo del vampiro, il film risulta vuoto e sostanzialmente monotono. La colpa è sia di una sceneggiatura incapace di sviluppare la curiosa idea iniziale sia di una regia piatta e inconcludente. Sicuramente una delusione.
Mamma mia che noia: un film assolutamente "pesante" da digerire. Lento e poco coinvolgente, riesce difficile proseguire nella visione. L'idea del film era assolutamente intrigante e mi aspettavo qualcosa di veramente buono, invece dopo solo mezz'ora di film volevo uscire dalla sala. Nel cast due mostri sacri che purtroppo non risollevano le sorti della pellicola. Da perdere assolutamente.
Ho trovato le ambientazioni strutturalmente azzeccate, le atmosfere piacevoli e tutto sommato coinvolgenti, anche se il tutto scorre un po' troppo lentamente e in modo monotono. Ciò che è inaccettabile sono diverse sfumature comiche che vengono attribuite proprio fuori luogo a questo vampiro, o Max Schreck o qualsiasi altra cosa sia (visto che non è chiaro del tutto). Malcovich mi è piaciuto molto, Dafoe è piuttosto ridicolo e inadatto. Quando non avete altro da vedere, provate a buttarvi.
L'idea di partenza non era male:raccontare la storia della lavorazione del più grande film di vampiri di tutti i tempi svelandone i retroscena più spaventosi. Peccato che dopo soli dieci minuti il film scada nel già visto e nella noia più profonda. E neanche il consumato mestiere di divi del calibro di Malkovich e Dafoe riescono a risollevare la situazione. Mediocre il resto del cast.
Mi duole dirlo ma il film non è riuscito bene. Peccato perché l'idea mi entusiasmava e perché trovo Malkovich un signor attore. L'ambientazione non è male, ma il film fin da subito assume una gravosità, una pesantezza che si trascina per tutta la sua durata finendo per annullare anche i piccoli ma rari buoni spunti che vi si possono trovare. Peccato perché si poteva fare molto di più. Occasione assolutamente persa.
Non male questo film, che narra la lavorazione dello storico Nosferatu di Murnau supponendo che Max Schreck fosse un vero vampiro, o perlomeno una persona molto disturbata e ossessionata dal vampirismo. Dafoe eccezionale, Malkovich professionale come sempre. La lentezza del film non stupisce per chi ha visto Begotten dello stesso regista; infatti Merhige predilige narrazioni grevi, sospese in una dimensione quasi onirica e riempie i suoi film di simbolismi e molteplici interpretazioni. Atmosfera oscura per un film bizzarro e d'autore.
Secondo film di E.E. Merhige (dopo l'enigmatico Begotten), responsabile anche della fotografia. Horror con ambizioni di metacinema, è un film sulla carta interessante, ma decisamente poco riuscito nei fatti. Nelle mani di Tim Burton il risultato sarebbe stato un capolavoro, ma in quelle di Merhige risulta prolisso, con qualche caduta involontaria nella farsa. Finale metaforico. Indimenticabile il ghignante Willem Dafoe nella parte Schreck.
MEMORABILE: Max Schreck commenta il romanzo di Bram Stoker.
A metà strada tra realtà e illusione, una prova di metacinema che vorrebbe spiegare la genesi del Nosferatu di F.W. Murnau. La visione del capolavoro di Murnau è strettamente necessaria per comprendere ciò che accade in questo film. Senza aver visto Nosferatu, la pellicola di Merhige rischia di apparire priva di senso e pregna di lacune (soprattutto nel finale). Buona prova di Malkovich nel ruolo del regista pazzoide. Bella l'inclusione qui e là di frammenti del Nosferatu originale.
La velocità dello svilupparsi delle vicende l'ho trovata un punto debole del film, dato che la storia poteva essere affrontata meglio. Fra Willem Defoe e John Malkovich è difficile dire chi sia il migliore. Comunque un film che ha più pregi che difetti.
L'interpretazione di Hutter è la cosa migliore del film; almeno fino al suo arrivo al castello, insieme agli effetti della fotografia che dal colore e di notte ricreano quella del film di Murnau in bianco e nero. Notevole anche la scena d'apertura con Ellen e il gatto. Il film è divertente fino a quando non entra in scena il vampiro. Se Eddie Izzard è riuscito a strapparmi qualche sorriso nella sua interpretazione di Gustav von Wangenheim (Hutter), per il vampiro (e anche Ellen) non è così: il film andando avanti va alla deriva.
MEMORABILE: Hutter arriva al castello con abiti e trucco in bianco e nero.
Scherza coi fanti e lascia stare i santi. Merighe sembra non conoscere questo proverbio e così vorrebbe dar vita a riflessioni metacinematografiche attraverso la “ricostruzione” della genesi del Nosferatu di Murnau ma il risultato è totalmente ridicolo. Lasciando stare le velleità “storiche” e “critiche”, il film peggiora sempre di più col passare dei minuti raggiungendo involontari apici trash
nella parte finale. Nel cast Malkovich non convince, mentre Dafoe gigioneggia in modo a dir poco vergognoso e stucchevole. Vaccata colossale.
Interessante l'idea che Nosferatu il Vampiro abbia avuto uno sviluppo così surreale e che Murnau fosse così dedito al cinema da sacrificare i suoi attori ed il suo cast per realizzare il suo capolavoro. Malkovich e Dafoe interpretano con grande partecipazione i loro ruoli, in particolare quest'ultimo ci offre una rivisitazione del Conte Orlock alquanto suggestiva. Bella anche l'immersione nella realizzazione di un film nell'epoca del muto. Imperdibile, per gli amanti del capolavoro originale.
Mi ha dato lo stesso effetto che ho avuto guardando Ore 11:14 Destino fatale: bellissimi titoli di testa che fanno sperare in qualcosa di interessante e poi tanta noia e pochissima suspence. Si poteva scegliere la strada del documentario e i risultati sarebbero stati migliori. Le premesse c’erano: si nota un buon lavoro nel trucco, nella ricerca di effetti caratteristici e di riusciti aspetti filologici. Il risultato orrorifico troppo soft e la fiacchezza lo penalizzano, ed il film rimane troppo all’ombra di se stesso.
Idea bizzarra ma stuzzicante (Murnau "herr (mad) Doktor" pronto ad accordi faustiani pur di girare al meglio il suo capolavoro), realizzazione corretta ma un po' piatta, film che regge per buona metà, salvo cedere nel finale che - sarà il metacinema un po' logoro, sarà qualche eccesso di pur professionale gigionismo - sbraca nella stravaganza. Clamoroso svarione nei dialoghi (Murnau genio del cinema "al pari di Eisenstein che al tempo di Nosferatu ancora doveva debuttare!)
Interessante la trama che trae spunto dalla leggenda secondo la quale Murnau, qui interpretato dal bravo Malkovich, avrebbe utilizzato un vero vampiro (qui Dafoe) per girare il suo capolavoro. Buona anche la scelta di alternare al moderno il bianco e nero muto dell'originale Nosferatu. Per il resto il film scivola un po' nel banale e nella uggiosità di chi ha finito le idee, pecca negativa - in effetti - di questa sceneggiatura. Il resto rimane comunque accettabile per una fascia di pubblico che si vorrebbe un po' piú ricercata.
Deludente horror meta-cinematografico che esaspera le leggende metropolitane sul film maledetto Nosferatu per ricostruirne un azzardato making of. Purtroppo le premesse, pur intriganti, non riservano nessuna sorpresa (il patto fra il regista e l'attore Max Schreck) e tutta la seconda parte, dominata da un Murnau scienziato pazzo, è una definitiva deriva: se fossimo nel territorio dell'ironia degli albi di Dylan Dog sarebbe un cult, ma qui le pretese colte e filosofiche sono addirittura serie, diventando fastidiosamente ridicole.
MEMORABILE: Max Schreck spiega di aver letto "Dracula" di Bram Stoker commentando: "Mi ha messo tristezza".
Il film di Merhige parla di come venne girato il mitico Nosferatu di Murnau seguendo la leggenda secondo cui Max Schreck, ovvero l'attore che interpretava la creatura, fosse realmente un vampiro. Tutto, o quasi, quello che viene raccontato in questo film è pura fantasia e questo è un vero peccato, perché sarebbe stato più interessante seguire qualcosa che fosse almeno a metà strada tra reale e fantastico. Il film non sarebbe neanche tanto male, ma l'ultima mezz'ora ai limiti del ridicolo rovina quanto visto prima. Visto e dimenticato.
Geniale per certi versi l’idea di mescolare i fatti storici con la finzione in un contesto che tanto bene si presta, come le riprese del celebre Nosferatu di Murnau. Furbescamente il film non si prende troppo sul serio e non poteva essere altrimenti, se l’oggetto in questione è una pietra miliare del cinema. Si è sfruttato proprio il mito per creare delle leggende e dare adito a quell’aura di mistero che da tempo si porta dietro. Bravo Dafoe, ma Kinski e Herzog hanno fatto di gran lunga meglio. Ad ogni modo si può considerare un esperimento riuscito.
L'eccezionalità di Max Schhrew nei panni di Nosferatu alimentò leggende tanto che alcuni sostennero fosse lo stesso Murnau truccato oppure che si trattasse di un vero vampiro. Il film di Merhige vorrebbe omaggiare il capolavoro mettendo in scena questa seconda ipotesi ma fallisce lo scopo per carenza di stile nella messa in scena e carenza di misura nelle interpretazioni. se Dafoe, pur senza poter competere con il fascino orrifico dell'originale e neppure con quello dolente di Kinski, è comunque convincente nel ruolo, il Murnau di Malkovich risulta fastidiosamente sopra le righe.
Sulla carta si può ammirare il tributo metacinematografico di Merhige a uno dei capisaldi dell'horror, con lo stesso Murnau che assolda un vero vampiro per amor di realismo e, in preda all'ossessione, trasforma il suo Nosferatu in una sorta di snuff ante-litteram. Lo humour nero è a tratti efficace (Schreck rimproverato quando si nutre dei membri "utili" della troupe) e, quando non si esagera con le macchiette, il camp risulta centrato. L'insieme manca però di omogeneità e, tralasciando la prova di Dafoe (deliziosamente sopra le righe) e la buona confezione, resta poco da ricordare.
MEMORABILE: I passaggi dal bianco e nero al colore (notevoli ricostruzioni delle inquadrature originali); La famosa scena del pane; Morte in diretta nel finale.
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HomevideoXtron • 2/11/23 17:46 Servizio caffè - 2151 interventi
Uscì in edicola nel 2004 in allegato alla rivista di videogiochi PCFun di Edizioni Master. In CD-ROM in formato .avi con codec Xvid.