It's all gone Pete Tong - Film (2004)

Raro caso, questo, di opera che riesce a raccontare al pubblico una bella storia e allo stesso tempo offrire uno sguardo spassionato e neutrale sul mondo della notte, qui avente per sfondo un'Ibiza insieme edonista e trasognata. La regia di Dowse riesce a sbattere le immagini del film in faccia allo spettatore senza retorica alcuna. Nota di merito per Paul Kaye (completamente calato nel personaggio) e Mike Wilmot. A volte la sceneggiatura colorita sfiora l'eccesso, ma dopotutto i personaggi non sono raffinati intellettuali. Sorprendente!

Parabola dell’artista genio e sregolatezza sovraromanzata ed epicizzata come quella di un gangster o di un imperatore folle. Biopic elegiaco, come solo sa esserlo la dissolutezza edonistica in un contesto di artificiosa solarità. Kaye memorabile nell’accollarsi il calvario acufenico e la caricaturalità di un personaggio catapultato verso il decadimento che è poi germe di una risalita, ovvero Frankie Wilde (occhio al cognome!), leggendario (a ragione e torto veduti) Beethoven punk del danceflooring. Fantasticamente incisive, nella loro estrema semplicità, le allucinazioni con la Fata Prociona.