Ormai le gesta criminose del patrigno sono alla frutta...
In questo terzo capitolo, poi, si avverte la mancanza del luciferino Terry O'Quinn (che era l'essenza del paparino sterminafamiglie), sostituito dal più modesto Robert Wightman (che però, a conti fatti, e in alcuni momenti, regala sguardi e cipigli da vero psicotico/violento), con la scusa della plastica facciale (che ci viene mostrata nel cupo incipit sotto la pioggia, con cani feroci che si azzuffano come quelli dell'intro dell'
Esorcista, praticata da un improbabile chirurgo plastico radiato dall'albo-che ha tutta l'aria di un macellaio-che opera il nostro "eroe" a mente viva-è a corto di anestetici-nella più totale noncuranza igienica, tra seghetti chirurgici e strumenti per la bisogna un tantino arrugginiti.
Conclusa l'operazione stile "mondo movie" e virata in seppia (dove si amplifica l'elemento horror con le inquadrature sghembe di Magar) che manco il Joker nel
Batman burtoniano, il "nuovo" patrigno "ripaga" il chirurgo plastico alla sua maniera, e via, pronto a "predare" una nuova vedovella con figlioletto a carico (meglio se sospettoso, odiosetto e rompicoglioni) per mantenere alta la tradizione della famiglia perfetta unita
Guy Magar (
Retribution, il settimo
Grano Rosso Sangue), si adagia su un plot ormai asfittico e che non ha più nulla da dire, riprendendo le gesta delittuose del "nuovo" patrigno, che elimina ancora soggetti indesiderati e ficcanaso, fischietta , come d'abitudine, "Compton Races", e sbrocca (se le cose non vanno come dovrebbero andare) non più nello scantinato, ma nella serra o a tagliar la legna in giardino (altro momento preso di peso dal primo, quando Jill Shoelen assiste allo sclero del patrigno nello scantinato, quì e il ragazzino, che dalla finestra vede il nuovo papà dar di matto e accanirsi su un ceppo) e fà ancora confusione mentale coi nomi
Insomma, non si cambia di una virgola, e si ricalcano stilemi e situazioni già viste nei due capitoli precedenti (addirittura, nello sbarazzarsi del prete "detective", si ripete la scena dell'auto nel burrone del primo capitolo)
Magar non disdegna schegge dello splatter più truce nei delitti (seghetti chirurgici, tremende badilate, rastrelli piantati in gola, con copiosi schizzi ematici) e nel finalone alla serra (con inseguimento stile Jack & Danny per i dedali dell'Overlook e geyser di sangue con corpi triturati nel tritaerbusti) dimostra convenzionalità e pochezza di idee (si sà già ben come andrà a finire, senza particolari sorprese) e si poteva evitare "
Buona festa del papà...Coniglietto!" (sic)
Questo terzo capitolo (che si accoda al secondo, che forse-per via del violento finale pre-matrimoniale-era un pelo meglio) comunque non annoia troppo e alcune situazioni (il patrigno che a famiglia già formata, conosce Jennifer-la Season Hubley di
Hardcore-un'altra appettibile vedovella con figlio adolescente, pensando già di sterminare la sua neo famigliola, nello stesso paese, dando vita a una "commedia degli equivoci degna delle migliori pochade martiniane o
In amore si cambia) non sarebbero da buttare, così come non e male la voglia del patrigno di avere un figlio tuttosuo, ma che la sua nuova moglie, ahilui, non le può dare...
Poi si sorride un pò vedendo il ragazzino paraplegico (che Magar avesse in testa il kinghiano
Silver Bullet?) hacker che fà il "detective" insieme al suo amico prete (che manco nei film della Disney) smanettando al computer per smascherare le vere intenzioni del suo nuovo paparino
Magar , nel bene e nel male, non gira nemmeno malaccio, con supporto di un buon score musicale e della fotografia di Alan Caso
Poi, vabbè, inverosomiglianze e assurdità come se piovesse (ma se si stà al gioco ci si potrebbe pure divertire)
Insomma, un sequel che si affanna a raccontare quello che era già terminato egregiamente col primo capitolo e che (nonostante li metta alla pari) non ha nemmeno il potenziale di un buon finale come nel secondo (che soffriva, anch'esso, di poche idee durante la narrazione)
In un ruolo cameo/hitchcockiano, appare anche il regista Guy Magar, e il tassista che smadonna dietro a Wightman "distratto" all'incrocio col semaforo
Tolto il gioellino rubeniano resta ben poco da segnalare, in effetti...