Il suo nome è Tsotsi - Film (2005)

Il suo nome è Tsotsi
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Titolo originale: Tsotsi
Anno: 2005
Genere: drammatico (colore)
Regia: Gavin Hood
Note: Vincitore dell'Oscar al miglior film straniero nel 2005. Basato sul romanzo omonimo di Athol Fugard.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/02/09 DAL BENEMERITO ELSUP
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Elsup 8/02/09 15:02 - 140 commenti

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Ambientato in una baraccopoli sudafricana, il film narra del cambiamento che avviene nella vita di un giovane delinquente che, lasciate da parte le dolorose esperienze infantili che lo hanno fatto diventare quello che è, si redime. Passato quasi inosservato, risulta un'ottima pellicola.

Matalo! 6/10/11 01:38 - 1378 commenti

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Non sfugge ad una certa sincerità e intensità questo film sudafricano che all'inizio temevo prendesse una piega alla Besson. In realtò le carinerie ruffiane che potevano esser prese tra il protagonista e il paffuto neonato svoltano velocemente in una cruda parabola di redenzione tra il ghetto e la ricca villa, confine marcato tra persone della stessa pelle ma con status enormemente diversi, paradosso assurdo ma reale. Convincente anche se a tratti un po' semplicistico (ma poco). Figure disegnate come paradigmi. Intenso finale nel "confine".
MEMORABILE: La restituzione del neonato.

Galbo 5/04/13 07:09 - 12431 commenti

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Una storia di redenzione ambientata nella difficile realtà sociale del Sudafrica. Il criminale protagonista che cerca di prendersi cura di un neonato ritrovato in una macchina rubata è forse la rappresentazione di un piccolo lume di speranza in un contesto di degrado. Il regista tenta di evitare la retorica narrativa e ci riesce quasi sempre, affidandosi ad una sceneggiatura incisiva e per quanto possibile sobria. Un'ambientazione efficace e un'ottima interpretazione del cast per un film da rivalutare.

Pigro 1/06/13 10:46 - 9733 commenti

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Tra gli slum sudafricani, intrisi di povertà e violenza, può nascere un fiore perfino dalla pianta peggiore, perché è solo una pianta che ha sofferto. Una storia semplice e edificante, o perlomeno di buoni sentimenti: piccolo delinquente ruba un’auto con dentro un neonato, su cui proietta la propria infanzia e di cui vuol diventare padre. Un confronto col proprio passato di dolore che porta drammaticamente a una rapida maturazione verso la responsabilità. Ben girato, ben recitato, ben ambientato. Tra azione e emozione, verso la redenzione.

Paulaster 5/10/22 09:47 - 4485 commenti

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In una baraccopoli sudafricana un giovane gangster rapisce un neonato. Storia di ravvedimento che mal si coniuga con la violenza iniziale e i toni sfrontati adottati. L'ambientazione è credibile per la miseria e per le scarse opportunità e, insieme alle musiche, son la parte migliore. La gestione del neonato è alquanto irreale (soprattutto all'inizio), quanto le procedure della polizia nell'ultima scena. Se il film viene interpretato a livello favolistico può essere apprezzato di più.
MEMORABILE: Le formiche sul viso del neonato; Il cane rantolante; La consegna del neonato.

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