Il bosco dell'orrore - Film (2010)

Comincia come horror demoniaco e finisce come tributo alla fantascienza anni '50. Sono tante le citazioni, da Tarantino all'Esorcista per poi fare una lunga sosta in compagnia di Arancia meccanica. Il film scorre molto piacevolmente fino alla fine, ma la trama è così complessa che alla fine si perde il filo, soprattutto a causa del finale frettoloso. La colonna sonora è affascinante e la regia molto attenta. Consigliato ai fan del film di Kubrick.

Quei due allegri pasticcioni dei Butcher Brothers si rimettono ai fornelli, con una ricetta a dir poco indigeribile: un filetto di Evil Dead, qualche foglia di Esorcista, una punta di Ketchum, due cucchiai de L'ultima casa a sinistra, una scorzetta aliena e sangue q.b.! Il chiodo fisso del duo registico è quello di ammassare uno shock dietro l'altro, raccogliendo tutti i possibili motivi di estremismo che l'horror recente ha offerto. Si resta a bocca aperta ad ogni svolta straniante che il confusissimo plot subisce e l'unico segmento convincente resta proprio l'epifania finale.

Il titolo italiano non deve trarre in inganno: "the violent kind" è ciarpame cinematografico, un frullato indistinto di situazioni derivative e straviste, e senza un briciolo di immaginazione sul piano della rappresentazione visuale. Nella trama ibrida e confusionaria fatta di gang giovanili, simil-zombi, alieni, sacrifici umani e capanni abbandonati nel bosco, la bussola è persa, e anche la pazienza dello spettatore.

Il bosco dell'errore. Difficilmente si attesterà, nell'intero paronama cinematografico mondiale (a meno che Adinolfi decida pronti-via d'incastonare un'altra pietra alla "sua croce"), una tale sequela di sgharri alla settima arte. Perchè "The violent kind" non si fa mancare nulla: inquadrature sbagliate, bulimia-citazionistica, lapsus-friedkiniani, sbadigli "dialoghistici", caratterizzazioni un tot al kilo. C'è la tipa legata come quella ne La casa, rockabilly-lynchiani, luci del IV-tipo: ma non funziona niente. Alla regia i Fratelli-macellai: specialisti, che ve lo dico a fare, in vaccate.

Il titolo italiano farebbe pensare ad un horror silvestre, ma quello che vi attende è un confuso accostamento di generi e situazioni già strausati, senza soluzione di continuità. Ci sono una gang di psicopatici ricalcata da Le iene e ridicolmente sopra le righe, sacrifici umani, entità extraterrestri e presagi apocalittici, ma nessuno di questi elementi funziona. Finale irritante, di quelli che ti invogliano a sterminare chiunque abbia contribuito alla realizzazione del film.