Visto un Potter, li hai visti tutti. A parte il primo (la novità), i successivi episodi hanno gli stessi ingredienti (lui è un povero perseguitato, con mille problemi e spesso non gli credono, a meno che non accadano fatti eclatanti). Il maghetto con cicatrice è la star, mentre gli altri sono paragonabili a un contorno, a volte indigesto, che lo accompagna. I personaggi si ripropongono (come una peperonata), con un paio di aggiunte per giustificare l'episodio. Il cattivone e Potter sembrano Fener e Luke. Le atmosfere sempre più cupe non salvano la baracca. Mah.
MEMORABILE: Gli esseri che solo chi ha visto la morte da vicino può vedere.
Soffre della lunghezza della saga. Povero di contenuti, lento (a volte anche noioso), il film si anima soltanto verso la fine. Di certo non è un buon auspicio per gli episodi che seguiranno.
In ogni caso da notare la ricostruzione dei paesaggi, degli ambienti e delle creature fantastiche.
Giunta al quinto episodio, la saga di Harry Potter, benchè seguita da un pubblico planetario e plaudente, comincia a mostrare la corda. Il suo limite è lo schema ripetitivo delle storie che rimangono molto simili a sè stesse anche se mitigate dall'introduzione di nuovi personaggi (come sempre interpretati dai migliori volti del cinema britannico e non che fanno decisamente passare in secondo piano il lato giovanile del cast). Al solito impeccabili gli elementi di contorno, a partire dalle scenografie.
Il quinto episodio della saga, che vede alla regia David Yates, è probabilmente anche quello meno riuscito fino a questo momento. La trama non presenta né novità né elementi di rilievo e l'atmosfera si fa sempre più cupa senza però riuscire a destare un minimo di "brivido". Rimane una realizzazione accurata e la presenza di attori di non discutibile talento (nelle parti di contorno, cioè il cast adulto), però la lunghezza eccessiva (ben più di 2 ore) nuoce assai e lo spettacolo, oramai finita la novità, si segue anche con un po' di noia.
Certo le cose sono cambiate; ora c'è anche il confronto con la politica (i ministeri, le istituzioni, la scuola...) e si è perso quel fascino magico e genuino dei primi due film (forse il lato più infantile); d'altronde già nel libro è previsto che lo spettatore bambino cresca con Harry, quindi il tutto si ispessisce (una morte e qualche scenetta dolce), ma sembra che la saga non si regga più in piedi. E chi non ha confidenza con i precedenti o il libro capirà davvero poco! Per fortuna ci sono gli effetti e le belle interpretazioni (degli adulti).
La volontà di rispettare il più possibile il testo originale ha il suo tornaconto; se già il romanzo soffre un po' di una struttura che subordina la caratterizzazione dei personaggi alla logica del plot di fondo (ognuno di essi pare sempre dire la cosa giusta al momento giusto, quasi che a parlare fosse un'unica entità attraverso diversi volti), la trasposizione su pellicola peggiore, se possibile, le cose. Perché si tratta - come ovvio - di una riduzione e mancano i tempi. Oltretutto, quella senso di genuina fiaba degli esordi si sta un po' smarrendo, al pari dell'innocenza dell'ex bamboccio Radcliffe.
MEMORABILE: Il personaggio fuori dai registri di Luna "Lunatica" Lovegood.
Potter è ormai sedicenne e ha gli ormoni sempre più in subbuglio. Questa quinta puntata è avvincente e divertente, piena di ritmo, si lascia guardare con paicere. Tematicamentre segue la linea dark del bel terzo episodio, ma la rimpolpa con una notevole dose di avventura. Anche gli effetti speciali sono più contenuti del solito. Il più divertente finora della serie e il migliore solo dopo al terzo episodio. Sarà un caso ma i film più godibili della serie sono quelli che superano di poco le due ore....
Sempre all'altezza delle precedenti pellicole e del libro, non delude mai e soprattutto non stufa e non si ripete. Sempre originale la Rowling. Anche i registi che si sono susseguiti hanno avuto il non semplice compito di assecondare e di tradurre in immagini questa freschezza. Unica pecca il senso di serialità che trasmette: questo capitolo è decisamente di passaggio, transitorio e difficilmente comprensibile senza la visione degli altri. I primi, invece, potevano essere visti anche da soli.
Dei 5 Potter questo è il più scadente, vuoi per un'assenza di action in virtù di un maggior introspezione (che poi non c'è, peraltro) vuoi perché ci si ostina a riproporre la stessa minestra. Le location sono carine e curatissime, così come i vari protagonisti ma alla lunga annoia un po'. 130 minuti, poi, mi sembrano un po' eccessivi! Da vedere solo per completezza.
Passo indietro rispetto agli ottimi due precedenti capitoli. Regia affidata all'inesperto David Yates, che s'è visto sbattere in faccia un mattone di oltre 800 pagine, per di più relativamente "inutili" (nel senso che il quinto è, in fin dei conti, un'episodio di passaggio); s'è ritrovato molto probabilmente a districarsi tra situazioni all'apparenza futili, ma importanti per il prosieguo della saga. Il risultato non è pessimo, il film ha i suoi momenti (lo scontro Silente-Voldemort per esempio), ma rimane poco approfondito e con troppi tagli.
Scelta disastrosa quella di affidare la fase più calda e delicata della saga del Maghetto Harry ad uno che viene al massimo dalla televisione come Yates e che comincia subito a mostrare fin dalle prime battute come si raccapezzi poco alle prese con le tematiche Rowlinghiane. La regia è sfocata riguardo ai contenuti e piatta come può esserlo appunto un film per la tv e la verbosità prende il sopravvento sull'immaginazione visiva, che qui brilla per la sua assenza.
Il quinto capitolo della saga paga l'introduzione di un personaggio eccessivo che alla lunga stanca ed irrita più del dovuto: l'odiosa Dolores Umbridge. Il film così si trascina in lungaggini sulla vita scolastica e la disciplina di Hogwarts che ne appesantiscono il ritmo. La regia ci mette del suo omettendo parti importanti e aggiungendo dettagli del tutto fuori luogo (e soprattutto non presenti nel libro). Delusione. Il peggior film della saga che non rende giustizia ad un libro molto bello.
Mediocre capitolo della saga che non affronta con la profondità necessaria i contenuti del quinto libro. La trama si perde in lungaggini non necessarie, quando invece sono molti gli aspetti che avrebbero meritato una maggiore considerazione. Alla fine si ha l'impressione di aver visto un film di transizione, inevitabile ma poco coinvolgente, che fa affidamento più che altro sugli spettatori-lettori e sulla loro memoria. Compensano le scenografie impeccabili come sempre e delle new entries interessanti e particolari.
MEMORABILE: I Thestral; lo scontro nella stanza delle profezie.
Tutti lo definiscono il più deludente della saga. Impossibile per me giudicare in base a paragoni nella saga perché ho visto pochi film, comunque questo ha tutte le carte in regola per deludere anche i fans: zero azione, zero mistero, atmosfera poco pungente, personaggi stereotipati e comicità (in)volontaria malsposata con l'impianto della saga che è sempre stato alquanto serioso (nonostante il teen-target). Non amo gli Hp e Potter era meglio nei panni dell'imberbe nerd dei primi film, qui pare uno di Twilight. La camera è d'un altro pianeta...
Forse il più deludente della saga. In fin dei conti anche lo scontro Harry Potter-Voldemort diventa tedioso e piatto; non c'è una novità che faccia fare il salto di qualità lasciando come solo momento clou il duello Voldemort-Silente che, come prevedibile, finisce alla pari, rimandando ancora una volta lo scontro finale. Di positivo ci sono la scenografia e gli effetti speciali che, come sempre, sono ottimi.
Episodio di passaggio nella saga di Harry Potter, dove prosegue la solita lotta a distanza con Voldemort e dove l'unico elemento caratterizzante è l'arrivo di un'odiosa e acida nuova preside (Staunton perfetta) nel college per maghetti. Per il resto, soliti effettoni speciali, soliti giochini ammiccanti con magie buffe che non meravigliano più, e solite mini-perle di saggezza sulla responsabilità. Tra luna-park e ambizioni di misteri inquietanti, il quinto film della serie segna il passo senza riuscire a stupire davvero.
Quinto episodio della saga che, come sempre, presenta personaggi ormai noti insieme ad alcune new entry. Qui si fa largo Dolores Umbridge, sottosegretario anziano del Ministro della Magia che diventa l'ennesima insegnante di arti oscure. Sarà proprio la Umbridge a prendere potere ad Hogwarts, scatenando la "rivolta" dell'Ordine della Fenice del titolo e dell'esercito magico guidato da Harry. Ottimo Ralph Fiennes/Voldemort, sopra le righe la bella "strega" del maxischermo Helena Bonham-Carter, qui nel ruolo della mangiamorte Bellatrix Lestrange.
Tolti gli effetti speciali, di buon livello, non rimane più niente. Passa decisamente la voglia di seguire il catatonico maghetto, che più cresce e più diventa insulso. Prevale la noia, il senso di già visto, il disinteresse pressochè totale su come mai andrà a finire, visto che purtroppo si sa già che la fine è ancora lontana e quindi non ci sarà nulla di definitivo dopo le oltre due ore di poltrona. Solo nel finale l'assopito spettatore viene risvegliato dal suo torpore con un po' d'azione e di spettacolarità. Tutto qui? Trascurabile.
MEMORABILE: Lo scontro finale con Voldemort e Silente che si sparano raggi stile Ghostbusters.
Da questo capitolo ormai non si può più parlare di film per ragazzi. La trama e i temi trattati sono decisamente adulti. Sicuramente meno approfondito rispetto al libro, ma analizza cinicamente un tentativo di dittatura, con tanto di controllo della stampa e di riforma scolastica atta a mantenere l'ignoranza negli studenti. Con conseguente nascita di società segrete e rivoluzioni. Bellissimi i duelli magici. Lo stile complessivo è molto cupo, con venature dark. Non manca una bella drammaticità e il tutto è ben ritmato.
Uno dei migliori episodi della saga; trama insolita e fitta di misteri, non ultimo l'atteggiamento di Silente nei confronti di Harry per gran parte del film. La veloce ascesa al potere della meschina Umbridge che precipita Hogwarts in una gelida tenebra, la vigliaccheria di Caramell, le rivelazioni accidentali sul passato di Piton e James Potter... Insomma un capitolo-chiave, anche se l'azione latita rispetto i primi film, ma tale copione (pochi scontri seri e molta introspezione) si avrà costantemente anche per i successivi episodi.
MEMORABILE: Il tentativo di arresto di Silente; I duetti tra la Umbridge a Piton, lo scontro magnifico tra Silente e Voldemort.
La saga del maghetto letterario giunge al quinto film, con i baby attori che sono cresciuti e dimostrano molto più dell'età dei personaggi. La saga va avanti iniziando a tagliare gli incontri di Quiddich ma introducendo i membri dell'ordine della Fenice e ben due streghe cattive, di cui una legatissima a lord Voldemort (la Bonham-Carter). Dignitoso lungometraggio, con tanto di amara sorpresa finale, dove gli attori senior danno il meglio di sé; specie Gary Oldman, che fa il tutore di Harry. Una pellicola da due palline e mezzo.
Finalmente la saga inizia a essere scoppiettante e dinamica e s'incanala nel giusto percorso visto che alla fine è comunque un film fantastico e per esserlo necessita di alcuni segmenti che sembravano volatilizzati nei film precedenti. A me sembra che il cambio di regia abbia giovato e non poco. Come al solito gran cast di contorno con Radcliffe (mai scelta fu peggiore) che continua a essere l'unico dei boys a non dimostrare cambiamenti fisici dovuti alla maturità. Ha l'età per baciarsi ma sembra che giochi ancora a nascondino.
Capitolo spartiacque nella saga potteriana. Le tele intessute finora iniziano a svelarsi, l'età adulta incombe, scava dubbi e insicurezze nei maghetti di Hogwarts e con l'arrivo dei Mangiamorte al completo duellare diventa pericoloso e mortale. Sbocciano amori e spiccano lutti eccellenti, con il corollario della metafora polico/censoria del Ministero della magia. Certo, la pagina scritta restituiva un più ampio respiro agli eventi, ma il compromesso non è disprezzabile. Tra le new entry, superba la prova della Staunton nei panni dell'odiosa Umbridge.
Finalmente la trama comincia a dipanarsi nella maniera giusta dando spazio all'azione sin da subito evitando di perdersi in inutili fronzoli. Non è più tempo di giochi per nessuno e il taglio dell'opera è calibrato a un pubblico adulto. Sinceramente lo ritengo un episodio riuscitissimo che catapulta il protagonista nell'orrore che lo aspetta. Ottime le interpretazioni di Fiennes e della crudelissima Bonham Carter.
Quinto capitolo per il mag(hett)o di Hogwarts: l'esasperante schematismo delle storie è ormai lampante e bisogna farsene una ragione. Per fortuna, rispetto ai precedenti episodi, vi sono sì meno azione e magia, ma compensati da molti più momenti riflessivi (non solo concernenti i personaggi, ma addirittura la libertà d'espressione e di pensiero!). Un copione che quindi dà molto più spazio ai virtuosismi dell'eccelente cast. E la Staunton, un'infida e moralista Dolores Umbridge, fa la parte del leone. Veramente impeccabile la regia di Yates.
MEMORABILE: L'epico scontro tra Silente e Voldemort; La gentilezza al vetriolo della spregevole Dolores Umbridge; L'incontro coi Thestral.
Nel calderone del quinto episodio delle serie di Harry Potter bollono numerosi ingredienti; il risultato è un film decisamente più maturo, capace di scavare negli abissi dell'anima dei personaggi. Un altro punto di vantaggio, forse il migliore, è la capacità di inserire nuovi personaggi interpretati da attori che riescono a offrire prove di bravura (la Stauton, la Bonham Carter). Convince ma non esalta e, tutto sommato, è una cosa più che sufficiente per un quinto capitolo.
Quinto episodio della saga, che continua ad appassionare i giovani di tutto il mondo e che riesce a mantenere il livello dei precedenti quanto a spettacolarità e intensità. Qui al centro del plot abbiamo il "Ministero della Magia" che non vuole riconoscere il ritorno di Voldemort, punendo chi, come Harry, ha il coraggio di sostenere la posizione. Oltre ai soliti effetti speciali della scuola di magia, non mancano i consueti momenti divertenti, come quando i gemelli Winsley fanno gli scherzi alla nuova preside Umbridge. Intanto i giovani attori crescono, alcuni con buone prospettive.
L’impronta rimane simile a quanto visto negli episodi precedenti, riuscendo, però, a contenere entro il limite inutili pacchianerie. La parentesi con Voldemort suscita i fremiti di una lunga attesa, in parte ripagati e non solo per merito dell’impianto visivo. Furbescamente vengono rivelati lampi dal passato di figure importanti che nell’ambito della serie possono rappresentare un elemento di interesse. Tuttavia, in una visione d’insieme, non raggiunge mai punte ragguardevoli per l’incapacità di scrivere momenti memorabili e anche per la durata esasperante che sembra ineluttabile.
Quinto capitolo della saga affidato a Yates, che realizza un film con qualche scricchiolio di troppo in termini di trama e sceneggiatura. Fortunatamente riesce a porvi rimedio con la solita dose di spettacolarità, ma in generale questo quinto capitolo è un passo indietro rispetto ai precedenti. Da segnalare l'ottima prova di Imelda Staunton nei panni dell'odiosa preside
Per questo quinto capitolo subentra alla regia colui che chiuderà la saga, David Yates; se da un lato la cura formale che dà all'opera piace, dall'altro tende purtroppo ad omettere qualche punto chiave del romanzo in favore di sequenze più frivole (ma i maggiori danni li farà nel numero sei). Il film, nel complesso, è comunque adeguato, e buona parte del merito si deve ai nuovi, azzeccatissimi innesti nel cast; Lynch (Luna Lovegood), Bonham Carter (Bellatrix Lestrange) e soprattutto una splendida Staunton, perfetta nel suo risultare odiosa. Ma perché Gambon pare sempre nervoso?
MEMORABILE: Luna Lovegood e la sua camminata; La Umbridge "esamina" un irritato Piton; L'ufficio della Umbridge, tutto porcellane ed immagini di gatti.
Continua la saga sulle coordinate del precedente, quindi atmosfere più oscure, confezione più dark con ottima CGI (che abbonda sempre soprattutto per via del tema fantasy), pathos tolkeniano a volte tragico. La sceneggiatura si fa interessante continuando sulla compattezza del precedente, con vicende più intriganti che questa volta tirano in ballo persino i piani alti (Ministero dei maghi). Torna il carismatico Gary Oldman nei panni di Sirius che inevitabilmente cattura la scena. Anche stavolta è un lavoro rivolto a un pubblico più maturo.
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CuriositàFabbiu • 31/12/08 14:38 Archivista in seconda - 652 interventi
Ma a Londra le cabine telefoniche o sono le classiche Rosse e portan nella metro dei maghetti, o son della polizia, quindi Blu, e le puoi chiamare T.A.R.D.I.S. ed appartengono al Dottore?
E' scomparso Robert Hardy, il ministro della Magia Cornelius Caramell della saqa di Harry Potter.
R.I.P.
DiscussioneXamini • 21/03/22 22:39 Call center Davinotti - 545 interventi
Rivisto a distanza di anni (in particolare dalla lettura del romanzo) e conoscendone in anticipo i limiti, debbo dire di averlo invece apprezzato. Il volto di Radcliffe ha perso definitivamente il sorriso (assieme alle linee morbide dell'Harry Potter che fu), è migliorato in capacità recitativa e può farsi carico del portato di tenebra del racconto, qualcosa che, come al solito, sta più nel non detto, almeno sino a un certo punto. Si lascia ben seguire sino alla fine.
In origine la regia del film era stata offerta a Jean Pierre Jeunet, tuttavia egli rifiutò e l'incarico venne affidato a David Yates. Confesso che un Harry Potter diretto da Jeunet mi avrebbe intrigato non poco, visto anche come Yates ha trasposto il prosieguo della saga.