Exte: Hair extensions - Film (2007)

Finalmente un horror originale, con il protagonista cattivo (e alter-ego del regista) ossessionato dai capelli. Divertente, talvolta pauroso, con qualche riferimento proprio caruccio (tipo l'hair saloon che si chiama Gilles de Rais) e degli effetti speciali mica male. Niente di sconvolgente, per carità, ma a mio avviso un filmetto unico nel suo genere e da vedere. Dubito che le "hair extension" abbiano avuto molta fortuna in Giappone dopo questo film.

Sono è un ottimo regista, e riesce a rendere quasi del tutto appassionante una storia poco originale, in cui l'ormai classica ossessione per i capelli dell'horror asiatico trova la sua più iperbolica espressione. Qui ci sono capelli dappertutto, che si muovono come un'entità autonoma, generati dal corpo di una ragazza orribilmente assassinata, e che - naturalmente - cerca vendetta post mortem. In tutto ciò spicca la figura grottesca dello psicopatico tricofilo. Merita una visione.

Abbandonando finalmente ogni velleità "alta" ed autoriale, Siono costruisce un horror dai sapori grotteschi e sopra le righe, talmente folli ed esagerati da risultare persino divertente. Così tra sangue, effetti speciali e capelli, tanti, tantissimi capelli, si sorride abbastanza. Fosse durato una ventina di minuti in meno (ma certe "smielature" si è capito che fanno parte dello stile del regista) ne avrebbe guadagnato in ritmo che comunque è sostenuto.

Il senso di Sansone per Sion Sono. Il mercato nero dei capelli manda tutto a catafashion e trasforma pellicola e schermo in cuoio capelluto fertilizzato col Gesal. Un horror hairthouse, un hairror, per sfottere e conseguentemente eccedere la triconografia J-ghostifera. È un peccato che il regista l'abbia giurata all'essenziale, trascinandolo per i capelli (appunto) e rischiando l'appannamento ritmico-narrativo: quando si diverte e perverte a fare tutto (ma proprio tutto, e oltre!) quello che può essere ipertroficamente fatto con i capelli, il suo cinema ha la carica di 100 bulldozer.