Crucifixion - Il male è stato invocato - Film (2017)

Riproposizione del tema possessione demoniaca. Giornalista scettica con problemi irrisolti di fede religiosa legati alla scomparsa della madre cerca di trovare conferme del suo atteggiamento in un caso di esorcismo/omicidio. Girato in location certamente più suggestive di quelle solite "urbane", mischia arretratezza sociale ed economica con un uso folkloristico delle tradizioni. Dopo una presentazione a tratti troppo "ecclesiastica", il film si sviluppa con discreta dose di suspense e tensione.

Una suora posseduta muore dopo un esorcismo finito male e una giornalista raggiunge la Romania per indagare sull'accaduto. Ennesimo horror a tema possessione che non aggiunge nulla di nuovo al genere. Il film zoppica dall'inizio alla fine a causa di un ritmo particolarmente lento a cui bisogna aggiungere l'assenza di tensione e suspense. Suggestiva invece l'ambientazione rurale rumena che dà un tocco folcloristico al film. Esteticamente non è neanche male, ma in sostanza è veramente poca cosa.

Interessante soprattutto per l'ambientazione non-americana (la Romania), così desueta da apparire quasi esotica. Il filmino si adagia sui binari di un rassicurante possession movie; ha il pregio, però, di non esagerare con bave verdi e pustole demoniche. Addirittura qui si cerca di delineare una mezza storia... Tutto già visto, ma di questi tempi è una manna. Protagonista sciapetta seppure non urtante. Il demone, purtroppo, vocifera come un banale frontman death-metal.

Cittadino europeo (regia francese, protagonista inglese, location e crew rumene, un'atmosfera sopratutto nella prima parte che ricorda le produzioni di Charles Band nei vari castelli del vecchio continente), ma quando ci sono di mezzo preti suore e diavoli alla fine è sempre la stessa solfa. Gens prova a ravvivarci più con inventiva visuale che mettendo mano alla storia, ma il tentativo non va al di là della buona volontà. Sfruttato poco e male il promettente personaggio dell’esorcista barbuto. Poco interessante ma non merita il cilicio.

Dai produttori di The conjuring un debole horror di possessione che in qualche modo anticipa il successivo The nun. Almeno per l'ambientazione rumena e la presenza di una suora posseduta. Scarsini cast e regia che seguono cliché già ampiamente collaudati. Maluccio anche gli effetti che si riducono a qualche pupilla nera e un po' di sangue. Risibile anche il messaggio di fondo, tutto sommato: riabbracciare la Fede per sconfiggere il maligno. In perfetta antitesi inoltre con buona parte della sceneggiatura e della narrazione. Evitabile.

Sembra quasi un film edificante con la giovane scettica che indaga su un esorcismo in Romania per denigrare la religione e di fronte al Male ritrova la Fede. Caso raro di esorcistico europeo pro Chiesa, ha una struttura troppo debole per reggere. Molto scontato, con spunti interessanti lasciati per strada (il monaco esorcista in contrasto con la chiesa ufficiale, l'ambiguo vescovo), troppi jumpscare fini a se stessi, incongruenze a iosa e brutti effetti speciali CGI. Si salva l'inconsueta ambientazione nella campagna rumena. Troppo poco.

Fare un film sul tema della possessione diabolica è diventato oggi un puro esercizio di stile, a meno di non avere il quadro talmente chiaro da riuscire a proporre qualcosa di credibile. Qui si sfugge alla sciatteria congenita al genere confezionando un prodotto che si eleva pur non raggiungendo picchi elevati nella scala delle valutazione. Gens, oltre all'ambientazione in terra vampiresca, punta sul sistema più semplice (e più efficace) per generare paura: la sorpresa improvvisa. Girato e interpretato discretamente.

Quando una suora muore a seguito di un esorcismo, la Chiesa sconfessa l'operato del prete responsabile, ma una giornalista vuol vederci chiaro... Horror del sottogenere "possessioni demoniache" a cui va riconosciuto il merito di essere stato parco in effetti ed effettacci. A parte questo, la scarsa originalità, il ritmo soporifero e la modestia degli attori ne fanno un prodotto di pura routine ed è un peccato perché spreca l'ambientazione inconsueta e intrigante in una Romania rurale imbevuta di una spiritualità in cui convivono culto cristiano e credenze pagane.

Il fatto vero della suora ritenuta indemoniata crocifissa in Romania era già stato trattato dal pregevole film drammatico-biografico Oltre le colline; questa più recente pellicola segue le orme di una reporter dopo la morte della suora in questione e trasla il tutto in ambito horror. Eccellente l'ambientazione rumena, il folclore, le taverne, l'alberghetto, i monasteri, le campagne, con una fotografia ben ponderata senza strafare in CGI (come in The nun). Purtroppo alla fine si sceglie la via superficiale del classico film di possessione ma le potenzialità erano ben superiori.

Una giornalista che ha perso la madre a causa di un tumore, fa un viaggio in Romania per sbugiardare gli esorcismi e in generale per avere la conferma che Dio non esiste. Ennesimo film del filone esorcistico che sfrutta l'ambientazione rumena riuscendo ad essere inquietante. La storia è coinvolgente anche se la protagonista femminile che vaga indefessamente da un luogo all'altro non è molto credibile. Alla regia c'è Xavier Gens e si vede perché le scene più crude sono ben realizzate. Pur essendo uno dei tanti film del genere non sfigura affatto a confronto dei mostri sacri.

Non è tutto da buttare, anche se leggendo la sinossi verrebbe voglia di cercare qualcosa di diverso. Trattando di possessioni ed esorcismi non ci deve aspettare nulla di nuovo, anche se gli va riconosciuto il merito di non aver banalizzato troppo lo scritto, evitando sequenze inutili e superflue. Deboli le interpretazioni degli attori, carenti in personalità e poco funzionali ai rispettivi ruoli. Il salvagente è rappresentato dalle indagini condotte dalla protagonista che conferiscono quel minimo di interesse, altrimenti assente per limiti intrinseci dello scritto.