Mediocre ma leggermente superiore alla media del genere. La sceneggiatura vorrebbe affrontare molti temi, ma riesce a funzionare solamente nella prevedibile ma piacevole storiella d'amore tra Silvio e Claudia. Le riflessioni sulla politica e i discorsi filosofici dei ragazzi infatti fanno accapponare la pelle. Muccino regista muove molto la macchina da presa, ma spesso in maniera insensata. Muccino attore invece ha una dizione incomprensibile (più o meno come la maggior parte degli altri attori del cast). Volendo si può anche perdere.
Secondo film per Muccino e seconda sortita nel mondo dei teenager. Dopo aver affrontato il tema della gelosia nel film precedente, qui focalizza l'attenzione sulla prima volta e sulla politica. Totalmente forzata e risibile (nonchè anacronistica) la parte politica, zeppa di stereotipi (il modello è Fragole e sangue...). Va meglio con la parte sentimentale, che appassiona e coinvolge. Non male la descrizione di certi meccanismi adolescenziali (il apssaggio dei segreti su tutto). Furbetto ma girato con brio, il ritmo c'è. Buona la soundtrack di Buonvino.
Tra i film di stampo generazionale, uno tra i più riusciti e siceri è proprio questo secondo lungometraggio di Gabriele Muccino. Merito della buona sceneggiatura che mette a confronto i figli con l'impeto giovanile che li porta ad azioni di rottura e i padri la cui collocazione appare più incerta. Discreto il cast che ha il pregio della vitalità e della freschezza come il resto del film.
La credibilità del film scade sapendo che a co-sceneggiarlo è un ragazzino di 16 anni (o giù di lì), fratellino del regista e attore principale della vicenda. Trattasi quindi di una commediùcola della serva confezionata in casa per un pubblico rigorosamente under 15 senza alcuna lontanissima pretesa. Probabilmente lo stesso Silvio Muccino si vergognerà rivedendosi, quasi a 10 anni di distanza, recitare come se avesse avuto un asciugamano arrotolato in bocca. Da rifuggire come la peste.
Va da sè che il genere ove collocare questa pellicola è il medesimo dei vari Che ne sarà di noi et similia, ma proprio per questo non si può non riconoscere una sua dignità a questo film. Per quanto stereotipato non insiste eccessivamente sui clichè del caso, ed anche la scuola è resa in modo, poi, non troppo televisivo. Non è un capolavoro, sia chiaro, ma visto alla giusta età, o con la giusta predisposizione può piacere a suo modo. Mette un velo di malinconia verso quel periodo della vita!
Puah! Filmetto adolescenziale che narra le avventure "profonde" di un gruppo di studenti (vengono inquadrati un gruppo femminile e uno maschile) fatte di spinelli, racconti di sesso, tradimenti e innamoramenti. Pieno di luoghi comuni (gli studenti non sono tutti di sinistra, specie a Roma) si fa notare per l'orrida recitazione di Muccino, mentre riguardo gli altri attori (guardate quello che interpreta il fratello maggiore di Muccino-studente) è meglio stendere un velo pietoso.
MEMORABILE: L'urlo di Muccino e della Steigerwalt.
Film generazionale girato da Muccino con un target preciso: gli adolescenti (meglio se di "sinistra" o pseudotale). Gli attori, soprattutto Muccino Jr., sono più che mediocri (per non dire disastrosi), ma la confezione generale della pellicola è adatta al successo: vaneggiamenti filofici e politici da due lire di facile presa, conflitto con i genitori, storia d'amore. Peccato che visto ad una certa età il giochino finisca per rompersi e tutto appaia banale, piatto, scontato. Solo per under-18.
Film ruffiano e furbetto, diretto da quello che diventerà uno dei registi italiani più “gonfiati” degli ultimi anni. In realtà che non abbia molto da dire lo dimostra già questa opera seconda che non è altro che una scialba commediola giovanilista piena di luoghi comuni insopportabili. L’unico elemento a difesa di Muccino è che qui almeno non si prende troppo sul serio. Sugli attori è meglio stendere un velo pietoso (specie su Muccino jr).
Filmetto che si può vedere senza troppe pretese ma non dopo i vent'anni (e già sono stato di manica larga con l'età). Tralasciando le insopportabili retoriche politiche che appesantiscono la pellicola e la rendono poco credibile, la storia d'amore tra i ragazzini invece funziona abbastanza. Il cast è funzionale alla vicenda e nessuno emerge in maniera positiva. Trascurabile.
Ho visto film molto peggiori che trattano le tematiche scolastico-adolescenziali, soprattutto perché è facile scadere nel banale quando ai ragazzi si fanno interpretare situazioni tra scuola e politica, di destra o di sinistra. Questo film ha il pregio di mantenere un tono "polemico" nei confronti degli ideali dei ragazzi, che si riempiono spesso la bocca con parole ad effetto in realtà vacue. Note dolenti: la zeppola primordiale di Muccino, irritante.
Filmetto generazionale che mise in evidenza i Muccino's brothers con risultati non certo esaltanti. Risaputa occupazione scolastica con scialbe discussioni politiche, qualche spinello ed approcci sessuali frammiste ad un confronto tra genitori e figli da fiction di bassa lega. Ruffiano con un Muccino jr, indecente all'ennesima potenza.
Una difficile lovestory con sullo sfondo un'agguerrita occupazione studentesca di una scuola... toccante, eh? Film di rara bruttezza, precursore (è stato questo dunque il primo!) dei Moccia-movies. Assodato che tutti i teen qui sembran buoni solo a ficcarsi nei letti con fidanzate occasionali e ad aver problemi coi genitori, l'idea è di farci un film tra i più ingannevoli. Chiamate due attori cani, un writer di poche speranze... Il culmine sono i dialoghi del complotto pre-occupazione: d'uno scontatezza a cui non voglio credere.
Ccommedia nulla, colma di luoghi comuni e con una morale banalmente adulatrice. Il cast è da incubo, con attori alle prime armi e dalla recitazione palesemente artefatta. A infastidire di più è l'assoluta mancanza di contenuti. Gli stereotipi massificanti proposti sono intuibilmente lontani dalla realtà (studenti solo sinistroidi?), eppure Muccino riesce a rimpolparli con sciocche dissertazioni filosofiche e politiche da due lire. Un inno al disimpegno e all'inutilità. Precursore dell'orrido cinema d'oggi.
Quanto squallore e quanta banalità dietro questa generazione (o almeno quella descritta dal regista) non così diversa da quella settantottina, suo modello più spontaneo ma con cui condivide molta vacuità. Gabriele Muccino propone anche temi interessanti (il divario generazionale, a esempio), certe volte prende la giusta via, altre fallisce miseramente e ricorda quei brutti sceneggiati Rai. La lotta politica si eclissa alla vista di un potenziale rapporto sessuale, con o senza sentimento e tutto si chiude così, come nei peggiori film.
Durante l'occupazione di un liceo alcuni studenti, oltre a fare i conti con la politica, devono farli con i problemi d'amore. Fiacco. Cerca di raccontare una generazione, ma lo fa in modo forzato e stereotipato. A tratti si precipita nel banale. Mieloso? Troppo. Da dimenticare l'interpretazione di Silvio Muccino, in questo caso. Film da evitare. Musiche poco apprezzabili.
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E' nota la mia passione per il giovanilistico fine Anni '80/inizi '90 (che poi è la mia generazione). Ultimamente, complice il ritorno al cinema dopo quasi quindici anni, sto cercando di farmi piacere quello odierno. Nel caso specifico (1999) è un salto nel buio ahah
No, non è una mia ottica, ma un dato di fatto: se il film è ambientato nell’anno del girato, non fa una piega, se invece è di ricostruzione storica (per esempio – stando nel genere –“Notte prima degli esami ‘82” è assolutamente in costume (in questo senso, spesso assistiamo ad opere al limite del caricaturale).